Pagine

domenica 10 marzo 2024

“AMERTICAN CONSPIRACY” E IL CASO CROSETTO
di Luigi Mazzella


 

American Conspiracy” (il caso “Octopus”) è un serial messo in onda da Netflix e molto pubblicizzato, nella presentazione mediatica al pubblico, per il suo contenuto “scandalistico”. In esso si sostiene, infatti, che le notizie sulle possibilità e sulle modalità necessarie per compiere efficaci “hackeraggi” nel mondo “digitale” sono state rese note e diffuse esclusivamente a tutte le agenzie dei Paesi Occidentali dal servizio americano d’intelligence. Solo spioni civili e militari dell’Occidente sarebbero in grado di confondere la mente (già peraltro sufficientemente disturbata) degli abitanti del Pianeta. La denuncia del “serial” appare, di primo acchito, coraggiosa e oltremodo clamorosa. Il dubbio sulla sua “onestà intellettuale” sopravviene quando si considera che la sua programmazione avviene in concomitanza con il periodo pre-elettorale statunitense che vedrà in corsa, molto verosimilmente, Donald Trump, per i repubblicani, e Joe Biden, per il partito democratico. Orbene, a differenza di quanto l’opinione pubblica mondiale ha sempre pensato circa una maggiore sensibilità dei Presidenti nordamericani Democratici per le esigenze dell’industria delle armi e di Wall Street che la finanzia (desumendola dal numero di guerre avviate dalla “Casa Bianca” dalla fine del secondo conflitto mondiale a oggi) il serial sembra voler contribuire a ribaltare tale punto di vista. Sullo schermo, infatti, appaiono frequentemente, nell’ordine, i volti dei Repubblicani Richard Nixon, Ronald Reagan e George Bush padre, e l’intento sembra quello (è troppo definirlo subdolo?) di mostrarci i medesimi come co-protagonisti e co-responsabili dello scandalo narrato. E ciò con buona probabilità, per gettare acqua sul fuoco dei ricordi di Trump in costante conflitto con i responsabili delle Agenzie statunitensi di sicurezza interna ed esterna e del Pentagono nonché sull’idea di un Biden completamente esautorato dai Servizi d’intelligence e dai militari. Se così fosse, il serial costituirebbe l’ennesima dimostrazione che l’informazione e la formazione delle opinioni nell’Occidente sarebbero un vero e proprio coagulo di falsità e di propaganda mirata. 
 


La diffusione del documentario viene in soccorso del tentativo di capire meglio un recente caso italiano: quello denunciato dal Ministro Crosetto.
Per scoprire chi possa essere stato il “mandante” dello scandalo denunciato dal Ministro della Difesa, responsabile del servizio segreto militare, Carlo Nordio, Ministro della Giustizia nel Governo Meloni, ha proposto la costituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta volta a svolgere le indagini necessarie a individuare gli autori dei complessi hackeraggi compiuti. Orbene, a voler dare credito alla docu serie di Netflix, gli hackeraggi compiuti per la loro complessità e difficoltà potrebbero essere ascritti solo all’attività di un’intelligence interna o più verosimilmente straniera. Non è un caso, quindi, che Giuseppe Conte, leader di un Movimento di protesta sospettato di svolgere in Italia il ruolo di “agente provocatore”, sia insorto prontamente contro l’idea del Ministro della Giustizia, paventando il rischio di mettere in discussione l’operato di benemerite pubbliche Istituzioni. La considerazione da fare a me sembra un’altra: una Commissione parlamentare d’inchiesta avrebbe certamente un senso e un suo ben preciso valore per individuare il pericolo nascente dall’intenzione di condizionare  l’autonomia di una libera collettività nazionale come la nostra se quello italiano non fosse il caso di un Paese dove non v’è una sola forza politica (dall’estrema sinistra che si dice post-comunista, all’estrema destra che nega solo per celia di essere fascista, passando, ovviamente per il Centro, da sempre in tale condizione) che non sia legata, come suol dirsi, “mani e piedi”, a un Paese egemone proprio attraverso i suoi servizi di sicurezza che hanno una piena e totale  dipendenza dagli “spioni” e dai militari statunitensi. Ora, perdere tempo con parlamentari fintamente impegnati a fare chiarezza equivale a quel fare “a mmuina” che gli ammiragli borbonici chiedevano ai marinai della flotta del Regno delle due Sicilie, quando occorreva dare una certa impressione di operosità a un visitatore illustre delle imbarcazioni. La buona fede di Carlo Nordio è fuori discussione. Ma è il ruolo consentito ai nostri governanti di essere unicamente delle marionette mosse con lunghi fili dai “pupari” d’oltreoceano e destare dubbi sull’utilità dell’iniziativa. Che cosa immaginano gli sperticati neofiti neofascisti dell’atlantismo più servile verso la NATO e dell’europeismo senza se e senza ma? Che i Biden si accontentino delle moine filo-statunitensi di una Presidente con l’ascia di guerra (sottobraccio), emula di una storica e ben più motivata “pulzella”, e tralascino di acquisire “dossier” validi a tenere “sotto schiaffo”, disinvolti voltagabbana dell’ultima ora che non hanno esitato minimamente a sbarazzarsi della loro storia politica e delle loro idee “controcorrente” pur di andare al governo del Paese? E come hanno fatto a non pensare che nella gara a dimostrarsi più servili verso i “padroni del vapore”, i seguaci dell’altra pulzella armata di uguale ascia di guerra e pronta a “procombere” per Zelensky e magari per Netanyahu non avrebbero colto l’occasione per dimostrare sorpresa per uno shakespeariano “tanto rumore per nulla”? “Ahi serva Italia…” a che ti servono i vati se il popolo è morto o dorme così profondamente che anche se “ il gallo canta” non si vuol “svegliare”?