UN PAESE SENZA TESI POLITICHE DIVERSE di Luigi Mazzella
In un
Paese in cui risulta pressoché assente il pensiero libero (quello costantemente
o frequentemente volto alla ricerca di soluzioni esclusivamente razionali ai
problemi concreti della gente) la vita collettiva risente del peso di credenze
fantasiose di natura religiosa o politica. In un tale
contesto, il bipolarismo espresso da due coalizioni in lizza ha un senso
fino a quando quelle credenze utopiche appaiono tali da risultare volte
a perseguire mete antitetiche (pur se della stessa natura
fantasiosa); diventa incomprensibile quando le posizioni politiche delle due
coalizioni combaciano a causa della dipendenza di entrambi gli schieramenti
(detti solo fittiziamente di destra e di sinistra) dagli indirizzi imposti da
una potenza terza (nel caso specifico: dagli Stati Uniti d’America) e dalle
misure economiche di un’Unione che, per bocca dei suoi Commissari (sostanziali
Viceré dell’epoca coloniale britannica), assolve al compito di impedire
ogni crescita europea potenzialmente dannosa per gli interessi anglo-americani;
e ciò, secondo una clausola del Trattato di pace della seconda guerra mondiale.
Perché la cosiddetta "alternativa" non ha più senso, con
l’omologazione sostanziale delle proposte politiche? Perché esse si
diversificano per aspetti del tutto irrilevanti: a)
Sul piano economico interno, in nome di un non dichiarato ma evidente
“pauperismo” si limitano a prevedere un bonus invece di
un sussidio, un reddito di inclusione in luogo di quello di cittadinanza; una “flat-tax per
poveri” invece di un puntuto cuneo fiscale e così via. b)
Sul piano della politica estera scompaiono persino le sfumature diverse: armi e
sostegni all’Ucraina; distinguo ed equilibrismi sottili sui
massacri di Netanyahu, fedeltà alla NATO perinde ac cadaver (secondo la
formula di Ignazio de Loyola), Europeismo acefalo senza se e senza ma. Domanda:
Perché un tale inutile conflitto tra forze politiche che vogliono
sostanzialmente le stesse cose merita una sconfessione della ragione così
eclatante come quella insita nelle leggi elettorali denominate Porcellum,
Rosatellum e altri nomi di pari idiozia? Con
l’attribuzione di un premio dato non ad una maggioranza (50+1) ma alla
minoranza più numerosa che raggiunga un del tutto irragionevole e
sostanzialmente arbitrario X per cento comunque inferiore alla metà dei
votanti, si fa un pessimo servizio al Paese. E
ciò, anche perché in ciascuno dei raggruppamenti finisce con il prevalere
la forza politica più ideologizzata: il che significa, dopo la riduzione sempre
più accentuata e progressiva del peso del credo cattolico, l’estrema
destra fascista o l’estrema sinistra comunista con le rispettive utopie
catastrofiche di Hitler e di Stalin. Conclusione: Un ritorno alle regole
di tutte le altre (pur cosiddette) democrazie, ci solleverebbe almeno dalla
paura di un ripetersi degli effetti della legge Acerbo di disgraziata memoria.