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lunedì 4 marzo 2024

VILLA BELLONI
di Angela Passarello


Mariacristina Pianta

Il libro di Mariacristina Pianta, Villa Belloni, è diviso in quattro sezioni, i cui titoli sembrano indicare un percorso, che dà senso alla silloge. L'introduzione di Alessandro Quasimodo, oltre ad accompagnarci nei significati dei testi, delinea con delicatezza la figura dell'autrice, da lui conosciuta fin dalla giovane età, quando Mariacristina aveva portato la sua tesi di laurea “Incunaboli quasimodiani”. Il meraviglioso disegno di Emilio Palaz sulla copertina ci induce a varcare con discrezione il cancello d’entrata: “Indugia la memoria/ il pensiero spazia/tra luoghi e incontri/ Aperto il cancello da lungo tempo ci attende il sole”. Villa Belloni si fa metafora del tempo cercato, tempo che racchiude allegria, perdite e voci, ambienti e trasformazioni. Ma nella poesia il lontano si avvicina per mostrarsi in tutta la sua reale consistenza.
Le poesie  di Mariacristina Pianta  sono schegge, riconoscibili  per la  leggerezza, anche quando la parola affronta  il dolore , mai censurato,  al contrario, posto per essere visto, custodito, elaborato, fino alla riappacificazione, come avviene nel testo “ A  mio padre” dove  la scrittura  della poetessa si fa prosa, come a volere  cercare altre parole, altri modi,   adatti a chiarire incomprensioni : “ Più non riesco a chiederti particolari, storie del tuo passato, ma comprendo scelte,  incertezze, errori...”.
Il tono è pacato e non possiamo non farci venire in mente altre lettere o altri testi poetici, indirizzati e dedicati a figure parentali o genitoriali, come lo struggente testo di Quasimodo alla madre o come la lettera al padre di Kafka.
Mariacristina lo fa in punta di piedi, con quel pudore, che è caratteristica peculiare della sua scrittura. La poetessa continua il suo viaggio, a ritroso, negli spazi dell’infanzia, e, anche quando “tutto sembra lontano/ anche il cielo”, sa entrare negli spiragli, là dove, tra le ombre e l'oscurità, la parola poetica   ha il privilegio di rilluminare il percorso: “Debole rimane/ un bagliore di fanali/ sul buio sentiero/.
Villa Belloni non è un luogo neutro, essendo il luogo dell’infanzia, dove la poetessa ha vissuto presenze, relazioni forti ed emozioni profonde. Si tratta di schegge poetiche che rimbalzano sottraendosi alla cancellazione del tempo. Soltanto la scrittura e l'arte possono dare vita o vivificare la memoria con la parola o l’immagine creata dall’artista, dal poeta, dall’amore partecipato, salvifico. Ed è attraverso questa visione poetica che Mariacristina ci accompagna, dentro e fuori dalle stanze di Villa Belloni, verso i territori e le geografie circostanti, che meritano di essere visti con sguardo attento e sensibile partecipazione: “... Ancora giunge / un suono, richiamo/ di nuovi spazi/ senza più confini”; così scorrono: Naviglio Pavese, Paderno D'Adda, Pieve, Airolo...; luoghi del ricordo, sì, ma soprattutto di presenze, senza le quali tutto perisce. Infatti, in questi territori, si muovono personaggi, animali e cose.
È dono di Mariacristina Pianta porre dinanzi alla parola poetica la relazione viva e necessaria tra persona e ambiente. Come fotogrammi scorrono i testi di Mariacristina, che con leggerezza sa rendere l’imperduto alla memoria.
Così la lingua della poesia svela conflitti, segreti, bellezza, amori e trapassi. Il vissuto si reincarna nei versi di questo delicato lavoro, dono della poetessa che, come nel canone di uno spartito musicale, fa risuonare voci, rumori, danze. Villa Belloni, non è soltanto metafora, è anche richiamo dell'abitare, del costruire. Infatti, lo spazio della pagina, riabitato dalla parola, dalla parola-corpo, salva e riabilita il perduto, incidendolo nella luce poetica; dove persino gli oggetti si mostrano, e, chi, non c'è più, ci appare non come ombra fugace dell'apparire, ma come ombra dell’esserci, in quel sempre presente, reso possibile dalla poesia. I disegni Di Emilio Palaz, realizzati con maestria sono preziose chiavi d'entrata di Villa Belloni, che come scrive Alessandro Quasimodo:” È un luogo del cuore che appartiene a buon diritto a Mariacristina Pianta”.



Mariacristina Pianta
Villa Belloni
Mimesis ed. 2021