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lunedì 4 marzo 2024

ADAGIATA SU UN POGGIO (Santa Rosàlia)
di Alberto Figliolia
 


Adagiata su un poggio,
in silente attesa
da secoli,
ai bordi di un lago provvisorio
dopo le piogge.
Ma tu non sei precaria,
Santa Rosàlia,
con il tuo accento diverso,
con la pietra appena sporcata
dallo scorrere del tempo.
Due piccoli cipressi
fanno da guardia
alla morbida abside
e la rada erba
di febbraio.
Quante genti ha richiamato
il suono del tuo campanile
alle celebrazioni sacre?
Gonne fruscianti
di fatica;
il nodo di ruvidi fazzoletti
a chiuder le chiome
o i colli cadenti;
rughe scavate dal vento
fra le zolle nere, fredde,
o dalle vampe dell’estate crudele.
Sotto la tua volta
il soffio soffuso e misterioso
del latino liturgico,
la speranza mai spenta,
il pensiero ai cari lontani,
quelli partiti per le Americhe,
verso altre lingue
e nuovi recinti;
nell’aula saliva la preghiera
al Dio degli ultimi
per le famiglie dalle tante bocche.
Fuori, ora, il lago improvviso
scintilla nel nuovo mattino
del mondo, fra gli stridii
dei gabbiani e l’elegante librarsi,
il candido volo
degli aironi cinerini.
E noi qui, mentre si dipana
il filo delle generazioni perdute,
l’oblio come uno scherzo
a giocarci nella mente…
noi qui a smarrirci
nel pallido tremolio
della luce, intrisi,
anche se per poco,
di pace e stupore.

[Azzano Decimo, sabato 24 febbraio 2024]