Adifferenza di quanto affermato da
Giovanni Minoli ex megadirigente galattico RAI, che ospite il 14 aprile scorso
della trasmissione Chesarà di Serena Bortone, ha affermato che il dibattito
fascismo-antifascismo è inutile, da cittadino mega-semplice penso che in questo
paese sia un dibattito indispensabile. A riprova, nella stessa trasmissione una
settimana dopo, è stato eliminato dalla scaletta annunciata Antonio Scurati,
reo di aver chiesto nel suo intervento il pronunciamento della parola ‘antifascista’
alla Presidente del Consiglio in carica. Agli zelanti cortigiani autori del
deferente omaggio, ha fatto eco la Presidente Meloni (ma com’è democratica lei)
che ha pubblicato il testo di Scurati gratuitamente sulla sua pagina Facebook,
spiegando che in RAI era stato scartato causa troppo esosa richiesta economica
dello scrittore. Ma riscaldata dalla “fiamma”, la Presidente continua a
rinunciare all’uso della parola antifascista, sostituendola con perifrasi buone
per tutti i palati, post fascisti compresi. Fra i cortigiani si ricorre di
continuo alla impropria contrapposizione, “ma chi si dice antifascista, perché
non aggiunge di essere anticomunista?”, e dietro questo paravento credono di
ripararsi dal dato di fatto tutto italiano, per cui l’antifascismo è un valore
fondante la Repubblica e costituzionale, destinato a vivere con la Costituzione
sino a che avrà vita, mentre l’anticomunismo è una libera opzione politica.
Ancora una volta però a pesare sulle sorti del nostro paese, sono gli “indifferenti”,
che considerano tutto inutile (a parte il loro ombelico), compreso il dibattito
attorno al dualismo fascismo-antifascismo. Vittorio Melandri