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giovedì 4 aprile 2024

CORREZIONE DI TIRO
di Luigi Mazzella



Compiendo una sorta di necessaria “correzione di tiro”, intendo sostenere che il patriarcato, pur essendo all’origine de l’odioso fenomeno del maschilismo, della privazione di libertà della donna e di un’innaturale lotta sempre più accentuata tra i generi umani (con ipotesi di “femminicidi” in allarmante crescita) non può ritenersi la causa determinante dell’eventuale tramonto dell’Occidente per il collasso dei suoi costumi di vita. E ciò, in primis, perché la gestione patriarcale  non è stata circoscritta all’Occidente ma è stata, invece, di portata e di estensione mondiale; e, in secondo luogo, perché essa, pur con strumenti discutibili (come, per esempio, la delimitazione della proprietà in favore della famiglia, l’accumulazione monetaria senza limiti e la spinta parossistica  alla crescita smisurata del  capitalismo) e deprecabili sul piano della libertà individuale (come le imposizioni tributarie esagerate  e/o i prelievi forzosi per sostenere e incrementare l’industria delle armi) e spesso collettiva (come il sostegno di regimi dittatoriali, di guerre di conquista, quasi sempre di tipo  coloniale, di sistemi di lavoro alienanti) ha consentito secoli di progresso scientifico, benefico soprattutto in campo medico, e tecnologico, contrastanti con l’idea di un tramonto.
In Occidente, più che in altre parti del globo, è stato, invece, il sopravvento sul buon senso dell’irrazionalità più cieca, a rendere la sua “immagine” diversa e più confusa, facendo apparire il suo declino pressoché inarrestabile. Alimentata da credenze religiose fantasiose, importate acriticamente dal Medio Oriente o politiche esasperate, elaborate su vecchie idee platoniche da popolazioni del Nord Europa tendenti all’assolutismo più bieco e autoritario, l’irrazionalità ha contrassegnato tutti gli aspetti della vita Occidentale facendo della ragione una “stucchevole estranea” (per usare le icastiche parole di Kavafis, parafrasando la sua più nota poesia). Il caos comportamentale che ne è derivato non ha sorpreso gli atei sereni e “devoti” solo alla propria ragione, i liberali legati unicamente a empiristiche concretezze per garantire la libertà, ma ha inopinatamente sconvolto in modo progressivo proprio i seguaci di fumisterie utopiche religiose o politiche. C’è da chiedersi: che cosa ci si poteva aspettare da credenti in un unico Dio, tanti ma l’uno contro l’altro armati?
Ecco, perché, anche l’eliminazione degli effetti più perversi del maschilismo patriarcale non ha fatto segnare miglioramenti di percorso. L’Occidente, infatti, finito nelle mani delle “pulzelle” al governo della res publica sembra avere impresso un’accelerazione al suo declino piuttosto che un arresto. Queste considerazioni mi sono state suggerite dalla visione di un film di Yargos Lanthimos, girato prima di “Povere creature”, con la sceneggiatura di Deborah Davis e Tony McNamara e con l’interpretazione di Emma Stone, Olivia Colman e Rachel Weisz che rappresentano, grazie all’inconsueta ironia del regista greco, un trio di figure femminili assetate di potere, capaci di perfidie indescrivibili e inimmaginabili (anche per gli uomini in un mondo rigidamente patriarcale. Le pulzelle italiche, ovviamente, sono lontane dal modello descritto da Lanthimos ma il loro amore per la guerra, dichiarato e ripetuto, lascia, purtroppo, immaginare e presagire il peggio.