Il mare, si
sa, è fatto di gocce. In più, la goccia ha un’altra proprietà importante: a
lungo andare, paziente, scava la roccia. E allora, oggi, ecco una goccia, se
vorrai aggiungerle la tua. Questi simpatici regimi si fanno la guerra per potersi
riempire - col nostro sudore - di nuovi arsenali di armi. Il sudore dei popoli finisce sotto forma di tributi
nella casse degli Stati, per i ‘servizi pubblici’, che dovrebbero servire ad
aggiungere qualità alla vita delle comunità. Ma se gli Stati son regimi - come
capita alle moderne democrazie senza ‘demo’ e con tanta ‘crazia’ -
capaci di mangiarsi anche le proprie Costituzioni, allora diventano ‘servizi
pubblici’ prioritari, per l’appunto, gli armamenti. E non c’è neppure più il
pudore di entrare di nascosto nei governi o nei salotti televisivi o nei
rettorati universitari dalla porta girevole dell’industria militare. Ce la
esibiscono, la loro militanza, come una medaglia al valore. Allora, la mia
goccia oggi, qui, è un piccolo gesto di obiezione fiscale concreta quotidiana:
tutte le volte che ci troviamo a dover acquistare qualcosa, beni o servizi. Molti
di noi hanno già smesso da un pezzo di frequentare la grande distribuzione:
preferiamo sostenere il commercio di vicinato, le attività di prossimità, le
ultime isole di relazioni umane. Ebbene, forse è possibile - con garbo, con
discrezione - unire un nuovo tassello alla solidarietà col fruttivendolo, col
fornaio, col professionista, col tecnico, con l’artigiano: scontrino? no
grazie! Spiegando perché, naturalmente. Non lo si fa per racimolare uno sconto
(anzi, sarebbe preferibile non chiederlo). Men che meno, per ‘fregare’ lo
Stato: al contrario, visto in che stato è lo Stato, proprio per non essere - da
esso - fregati. Insegnare educazione civica nella scuola pubblica, fino a
qualche anno fa, poteva voler dire anche educare al diritto-dovere
all’obbedienza fiscale. In nome della comunità. Predicarlo oggi non sarebbe
forse un atto di diseducazione civica? A quale comunità si dà linfa e consenso
ubbidendo alle leggi di questi regimi? Poi, certo, non basta. Ci sarà tutto il
resto da ricostruire. Ma forse si può evitare intanto di aggiungere risorse
alle guerre. Girolamo Dell’Olio Firenze, 22 aprile 2024