Sonia. Dialogo di una visitatrice e di un
manifestante, rivisitato in data primo maggio. ‘… E resiste, eh? Continua a manifestare!’ ‘Assolutamente sì!’ ‘Noi gocciolineee…’, provoca sorridendo. ‘… facciamo il mare’, concludo. ‘Sì, facciamo il mare…!’ E ride allegra! Un bel bacio a questa donna. Anzi due! ‘Ciao, Girolamo!’ ‘Ciao, Sonia!’ Sonia. Posso chiamarla col nome vero. Non occorre proteggerla.
È donna forte. Appartiene all’umanità fiera, consapevole, combattiva. Uno dopo
l’altro, cadono nei nostri dieci minuti di dialogo dolce e divertito e
appassionato tutti quanti i veli: come avviene, sì, raramente, ma è anche tanto
più emozionante. Ci riconosciamo, parola dopo parola, frase dopo frase! Quando
succede, è sempre così: c’è un pezzo di umanità che ha messo tutto insieme,
tutto ha vissuto, tutto ha capito. E tu con lei, tu con lui, tutto condividi! È
una sensazione speciale, che ti ripaga di mille sconforti. Sonia, mi si avvicina da quelle fioriere dove i suoi
bimbi e il suo uomo hanno fatto tappa per riposarsi. Sono in viaggio di
piacere. Vengono da Roma, ‘l’epicentro del peggio’. Lei di Bari, lui partenopeo
come me. Un vantaggio in più, questi tratti comuni: i miei ciottoli e il mio
mare di Salsello, la mia funicolare e il mio affaccio da San Martino. Mi si avvicina e comincia educatamente col lei… ‘… lei è… praticamente un gazzettino di tutte le storie
che non vanno!’ ‘… proviamo a unire i puntini.’ ‘Infatti, qui leggevo… morine in Ucraina e in
Palestina, a che giova? un laboratorio internazionale di pace, e il sindaco di
Firenze che non accoglie la proposta…’ Le porgo il volantino di oggi: “Palestina, Ucraina, Tav:
il filo nero che tiene assieme tutto questo assurdo”.
E ancora: ‘Questa è la lettera che
abbiamo mandato inutilmente al sindaco per fare questa cosa che… la città di La
Pira, don Milani… cosa gli costava fare almeno la finta di un laboratorio di
pace? neanche quella!’ ‘Hai visto che stanno
maltrattando addirittura chi protesta contro questa guerra?’ ‘Poco fa ho incontrato una
meravigliosa coppietta di ottuagenari americani, di quelli vispi, di quelli che
ne devono aver visti di Vietnam, e di Iraq, e di Afghanistan… mi dicevano che
hanno i loro familiari in piena attività a Rhode Island, che stanno combattendo
anche loro…! Tu, di dove sei?’ E mi racconta di Roma, che
se a Firenze non va bene, a Roma si sta anche peggio. In mezzo a quel mondo di
‘politici’. ‘Ti capisco. Io, che
manifesto ormai da un pezzo qui davanti, i politici li riconosco a pelle
dall’abbigliamento, dalla postura, dall’atteggiamento, dall’indifferenza…la candidata sindaca ‘democratica’ che poco
fa mi inquadrava da lontano infastidita, ma mai che si avvicini a parlare, a
chiedere, a interloquire. Al contrario, mi evita! Eppure è di lei, è di loro
che si parla, stai protestando davanti a casa loro… niente!’ ‘Perché sei una goccia
nell’oceano…’ ‘Però… un oceano è fatto
di gocce, no?’ ‘No, no, non significa che
dobbiamo piegarci e stare zitti, però… io però ci ho tanta paura per i figli
miei, io per loro ci ho paura. Perché vedo che… quando io ero ragazza mi
ricordo anche che la politica era più sentita… ma i ragazzi di oggi sono
robotizzati…’ ‘Sai che noi di Idra stiamo preparando degli interventi
nelle scuole, per aiutare le famiglie a capire che…’ ‘Ma nelle scuole, ve ne
siete accorti che i libri che usano si chiamano ‘Agenda2030?
L’educazione civica che è ritornata… e noi, felici: hanno rimesso l’educazione
civica! E invece… mio figlio, che fa la seconda media, l’anno scorso, che era
in prima, a Pasqua ha avuto come compito ‘leggere l’Agenda 2030!’ ‘Mamma!’ ‘Io allora al prof gli ho
scritto una nota sul diario: ‘Non l’ha letta perché i genitori si oppongono. Io
vieto a mio figlio di leggere l’Agenda 2030. Così gli ho scritto!’ ‘Brava, Sonia! Così si fa! Difendiamoli, questi
ragazzi! Quanti insegnanti sono diventati servitori, e dei più servili!’ ‘Opera Balilla… son tornati!’
Rido di gusto: come fai a non condividere? ‘Il problema’, aggiunge Sonia, ‘è che questi insegnanti
che non si oppongono non capiscono che loro hanno a che fare con la mente e con
l’animo dei ragazzi, le cose più sacre: loro possono fare la differenza.’ ‘Ma è che proprio ai cosiddetti ‘insegnanti’ che
gliel’hanno plasmato ben bene, l’animo e la mente. E loro, semplicemente…
riproducono. A questo è ridotta la pedagogia’. ‘E sentono che noi che siamo una minoranza, siamo una
diversità, perché ormai questo è chiaro… Ma non sei una minoranza che fa figo:
perché se sei gay, sei lesbica, va bene, tutto il resto no: solo loro sono
riconosciuti…’ ‘Anche qualcosa di più: modelli, ormai! E se pensi a
come gira la politica nei palazzi, a partire da questo, Vecchio e anche un po’
marcio… col teatrino delle maggioranze che governano e delle ‘opposizioni’ che
recitano… Qui a Firenze, poi, la cosiddetta ‘opposizione’ è quella che a Roma
comanda… immàginati te che dialettica!’ ‘Io non ci casco più. Mi hanno fregato. Ci ho creduto
l’ultima volta… ci avevo creduto tanto…’ ‘Mai più!’ ‘’È vergognoso, con queste istituzioni. È un problema!’ ‘Comunque ascolta, come ti chiami? ‘Sonia.’ ‘E io, Girolamo. Io credo che dobbiamo confidare, io
dico sempre alle persone che sono sfiduciate come dovrei essere anch’io: il Sessantotto
non se l’aspettava nessuno… spero nelle cose carsiche. Cioè io penso che gente
come te, che è rara… ma ce n’è tanta nascosta… ce n’è tanta che non ha il
coraggio ancora neanche di dirlo a sé stessa, capito?’ ‘Sì, c’è, c’è!’ ‘E allora chi lo sa che poi… piano piano…’
‘Sì, c’è, c’è, e hanno avuto paura. Io te lo dico, non
me ne vergogno, e anzi vado a testa alta. Durante il periodo del Covid io sono
quella che chiamavano complottista…’ ‘Esatto!’ ‘Non mi sono vaccinata. Quello che ho potuto subire,
non ti dico… e i miei figli insieme a me! ‘Non fo fatica a immaginare! Io ero già in pensione…
ero un privilegiato, per così dire…’ ‘Siamo stati isolati. Lo siamo stati tantissimo! Poi…
piano piano, molti sono venuti fuori… e alcuni stanno venendo fuori adesso, a
distanza di tempo: io dico, non lo avrei neanche pensato! Mi fa rabbia, mi fa
rabbia perché dico: dovevate alzare la voce anche voi!’ ‘Però, Sonia, io penso anche questo. All’inizio, i
primi mesi ho abboccato…’ ‘Sì, ma nella confusione, certo…’ ‘E allora, voglio dire: questo mi fa sperare, e mi fa
anche essere tollerante, in qualche modo, e fiducioso nel cambiamento lento,
no? C’è da sperare che…’ ‘Sì, anch’io ci spero. Qui c’è bisogno del risveglio.
Qui sono tutti lobotomizzati. Secondo me qualcuno lo possiamo recuperare. Poi,
c’è una parte che è andata! E allora, per la salvaguardia della specie, con mio
marito diciamo: che se ne vada, che il vaccino faccia il suo corso…’ Amara costatazione! Ma aggiunge, non senza sagacia: ‘Il problema è che, se ci fai caso, i maledetti
politici non se lo sono fatti, perché non è possibile…’ ‘Già: proprio loro, sono stati risparmiati…’ ‘Toccherà defenestrarli. Qua ci vuole un Sessantotto
serio.’ ‘Sì, un ri-Sessantotto fatto bene!’ ‘Noi, non abbassiamo la guardia!’
E alla fine mi racconta quest’altro episodio. Del
figlio, dodici anni, grande appassionato di storia: ‘Lui ha avuto il suo insegnante che ai colloqui mi ha
ripreso e sai cosa mi ha detto? ‘Signora, lei deve stare attenta ai siti
dove va suo figlio’ Capisci?’ Chissà che mi pensavo dove era andato mio
figlio…!’ ‘Sui siti porno?’ ‘Sì, oddio, queste cose ho pensato’ ‘E invece cosa andava a guardare?’ ‘Cose di storia! Il problema era che lui, ti fo un
esempio, poi parlava col prof di Putin in altri termini, in un modo diverso da
quelli consentiti…capisci?’ ‘Ti rendi conto?’ ‘E allora io gli ho detto: guardi, mi dispiace, quei
siti sono ampiamente approvati e autorizzati dalla famiglia, perché la storia…
non è sempre quella che si vuole far credere…!’ Che donna. Che madre! Che persona! Ecco. Tutto questo è successo l’altro ieri. Non riesco più a tenere il passo del racconto la sera
stessa. Mi son detto: va bene, lo farò il primo maggio, la
festa del lavoro. Proprio quello a cui Mattarella e Landini, che oggi
pontificano dalle loro tribune a reti unificate, hanno fatto la festa, nemmeno
tanto tempo fa. O abbiamo già dimenticato?