Pagine

giovedì 2 maggio 2024

SIAMO NELLE VOSTRE MANI
di Luigi Mazzella
 


Non lasciarmi cadere”, “Deliver me (Salvami)”, “I dina Hander (Sono nelle tue mani)” sono i titoli rispettivamente in italiano, in inglese e in svedese di una miniserie Netflix tratta dal romanzo di Malin Persson Giolito, scrittrice e avvocato svedese che ha lavorato nel più grande studio legale scandinavo con sede a Stoccolma. Il significato del titolo pone già di per sé un problema al recensore: la Svezia è stato il primo Paese del mondo dove le poche famiglie egemoni nella vita produttiva della Nazione hanno capito che, data la natura avida e ambigua degli esseri umani, i loro interessi economici sarebbero stati meglio tutelati da un partito di sinistra che non da quelli del centro e della destra. (Gli stessi Statunitensi hanno seguito, poi, il loro esempio affidando al Partito Democratico, per così dire “di sinistra”, la politica guerrafondaia e di dominio economico imperialistico del loro Paese). I cosiddetti socialdemocratici (non diversi dai veri e propri “comunisti dell’epoca d’oro”) hanno governato quasi ininterrottamente per circa un secolo uno dei Paesi più civili del mondo e lo hanno ridotto in una condizione a dir poco penosa e miserevole: l’intero territorio è invaso da migranti dediti a ogni tipo di criminalità, l’odio interrazziale è alimentato dalla fredda ostilità e dall’ostentato senso di superiorità dei locali, gang di delinquenti di varia provenienza occupano interi quartieri delle maggiori città (Stoccolma, Malmo, Gotenborg) e la polizia ha paura di farvi ingresso. Di recente, il fenomeno delle cosiddette “baby gang” ha reso ingovernabile la giustizia.



Orbene, di quest’ultima piaga sociale  si occupa il “serial” e l’invocazione racchiusa nel titolo sembra diretta a tutti i governanti di quel Paese: arrestate la nostra caduta verso il baratro, fermate la vostra politica scriteriata di immigrazioni a go gò, di sussidi, di redditi, di bonus concessi per evitare che si occupino di lavoro vero, non inducete gli svedesi  a “studiare” per tutta la vita, dall’infanzia all’età senile, le cose più strampalate; cessate di fare ripetere il mainstream mass-mediatico sul Paese felice e soddisfatto! In altre parole: ammettete che c’è del marcio in Svezia più che in Danimarca ai tempi di Amleto!
Il serial, diretto da una giovane donna, Anna Zackrisson, docente di sociologia si pone sulla scia di precedenti audiovisivi di critica del degrado di quella Nazione (Snabba cash, Khalifat, Quicksand) e si svolge nel sobborgo popolare di Varinge a Stoccolma. L’attacco alla borghesia svedese è più che palese. È descritta come distante e assente per ignavia e viltà, dai problemi veri del Paese; i funzionari addetti alla polizia e alla magistratura sono irretiti dai falsi miti del garantismo formale (solo l’agente Farid Ayad, immigrato, è coinvolto emotivamente dalla tragedia su cui indaga); le classi più agiate sono schiave della droga e trovano utile che a occuparsi dello spaccio e dello smercio siano nordafricani, pakistani, nigeriani e altri immigrati che utilizzano cinicamente minori dei quattordici anni per la loro impunità penale. Tra i reclutati vi sono anche bambini svedesi che, più ingenui e sprovveduti dei coetanei di altre etnie, finiscono facilmente nel tritacarne che inesorabilmente li schiaccia. La storia di Bilal, nigeriano, e Dogge, svedese, presenta risvolti genetici, criminali, sociali e raggiunge effetti di alta tensione emotiva e di struggente drammaticità. Il serial va visto e collegato a molti altri di varia nazionalità che rendono il grido “Non lasciateci cadere” di molto più ampia portata, estensibile a tutto il mondo Occidentale egemonizzato dagli Anglo-americani. È difficile immaginare che un film o un serial del tipo di quello svedese sia prodotto e veda la luce in Italia. Eppure molti italiani si sentirebbero di lanciare ai nostri cosiddetti “alleati” il grido: “Siamo nelle vostre mani”! Aggiungendo: solo voi potete fermare la diffusione della droga se è vero ciò che i vostri stessi film ci hanno insegnato: che essa giova al finanziamento dei Servizi d’intelligence che in tal modo finiscono con il sovrastare le vostre stesse autorità politiche; solo voi potete arrestare una sequela pluridecennale di guerre in ogni parte del mondo; solo voi potete lasciare l’Europa al suo destino senza condizionarne ulteriormente la crescita e lo sviluppo. E infine: smettetela di rendere vostri servi tutti i nostri politici, consentendo a pochi o tanti di loro di rappresentare ciò che veramente pensano gli Italiani.