“Non
lasciarmi cadere”, “Deliver me (Salvami)”, “I dina Hander (Sono
nelletue mani)” sono i titoli rispettivamente in italiano, in
inglese e in svedese di una miniserie Netflix tratta dal romanzo di Malin Persson
Giolito, scrittrice e avvocato svedese che ha lavorato nel più grande studio
legale scandinavo con sede a Stoccolma.Il
significato del titolo pone già di per sé un problema al recensore: la Svezia è
stato il primo Paese del mondo dove le poche famiglie egemoni nella vita
produttiva della Nazione hanno capito che, data la natura avida e ambigua degli
esseri umani, i loro interessi economici sarebbero stati meglio tutelati da un
partito di sinistra che non da quelli del centro e della destra. (Gli stessi
Statunitensi hanno seguito, poi, il loro esempio affidando al Partito
Democratico, per così dire “di sinistra”, la politica guerrafondaia e di
dominio economico imperialistico del loro Paese).I cosiddetti socialdemocratici (non diversi dai veri e propri “comunisti
dell’epoca d’oro”) hanno governato quasi ininterrottamente per circa un secolo
uno dei Paesi più civili del mondo e lo hanno ridotto in una condizione a dir
poco penosa e miserevole: l’intero territorio è invaso da migranti dediti a
ogni tipo di criminalità, l’odio interrazziale è alimentato dalla fredda
ostilità e dall’ostentato senso di superiorità dei locali, gang di delinquenti
di varia provenienza occupano interi quartieri delle maggiori città (Stoccolma,
Malmo, Gotenborg) e la polizia ha paura di farvi ingresso. Di recente, il
fenomeno delle cosiddette “baby gang” ha reso ingovernabile la
giustizia.
Orbene,
di quest’ultima piaga sociale si occupa il “serial” e l’invocazione
racchiusa nel titolo sembra diretta a tutti i governanti di quel Paese:
arrestate la nostra caduta verso il baratro, fermate la vostra politica
scriteriata di immigrazioni a go gò, di sussidi, di redditi, di
bonus concessi per evitare che si occupino di lavoro vero, non inducete gli
svedesi a “studiare” per tutta la vita, dall’infanzia all’età
senile, le cose più strampalate; cessate di fare ripetere il mainstream mass-mediatico
sul Paese felice e soddisfatto!In altre
parole: ammettete che c’è del marcio in Svezia più che in Danimarca ai tempi di
Amleto! Il
serial, diretto da una giovane donna, Anna Zackrisson, docente di sociologia si
pone sulla scia di precedenti audiovisivi di critica del degrado di quella
Nazione (Snabba cash, Khalifat, Quicksand) e si svolge nel sobborgo
popolare di Varinge a Stoccolma. L’attacco alla borghesia svedese è più che
palese. È descritta come distante e assente per ignavia e viltà, dai problemi
veri del Paese; i funzionari addetti alla polizia e alla magistratura sono irretiti
dai falsi miti del garantismo formale (solo l’agente Farid Ayad, immigrato, è
coinvolto emotivamente dalla tragedia su cui indaga); le classi più agiate sono
schiave della droga e trovano utile che a occuparsi dello spaccio e dello smercio
siano nordafricani, pakistani, nigeriani e altri immigrati che utilizzano
cinicamente minori dei quattordici anni per la loro impunità penale. Tra i
reclutati vi sono anche bambini svedesi che, più ingenui e sprovveduti dei
coetanei di altre etnie, finiscono facilmente nel tritacarne che
inesorabilmente li schiaccia. La storia di Bilal, nigeriano, e Dogge,
svedese, presenta risvolti genetici, criminali, sociali e raggiunge effetti di
alta tensione emotiva e di struggente drammaticità.Il serial va visto e collegato a molti altri di varia
nazionalità che rendono il grido “Non lasciateci cadere” di molto più ampia
portata, estensibile a tutto il mondo Occidentale egemonizzato dagli
Anglo-americani. È difficile immaginare che un film o un serial del tipo
di quello svedese sia prodotto e veda la luce in Italia.Eppure molti italiani si sentirebbero di lanciare ai
nostri cosiddetti “alleati” il grido: “Siamo nelle vostre
mani”! Aggiungendo: solo voi potete fermare la diffusione della droga
se è vero ciò che i vostri stessi film ci hanno insegnato: che essa giova
al finanziamento dei Servizi d’intelligence che in tal modo
finiscono con il sovrastare le vostre stesse autorità politiche; solo voi
potete arrestare una sequela pluridecennale di guerre in ogni parte del mondo;
solo voi potete lasciare l’Europa al suo destino senza condizionarne
ulteriormente la crescita e lo sviluppo.E infine:
smettetela di rendere vostri servi tutti i nostri politici, consentendo a pochi
o tanti di loro di rappresentare ciò che veramente pensano gli Italiani.