Purtroppo sono proprio i governanti a non rispettare il dettato della nostra Costituzione nata dalla Resistenza partigiana. La disonorano e stanno facendo di tutto per portarci alla guerra.
Ho scritto questa lettera per diletto, facendo
riferimento ai testi storici editoriali e scolastici, alle notizie e curiosità
lette sui giornali e agli ascolti radiofonici e televisivi. I lettori potranno
arricchirne il suo contenuto grazie alle loro esperienze personali dirette e
indirette. Era il lontanissimo 2
giugno 1946 che si indisse un referendum per decidere il passaggio dalla
monarchia alla Repubblica - letteralmente cosa di tutti -. Il popolo italiano
si era lasciato alle spalle la seconda guerra mondiale terminata il 25 aprile
del 1945, che aveva lasciato in ogni parte del Paese povertà, lutti, dolore,
sfiducia, odio e macerie. Bisognava alzare la testa con dignità e forza di
volontà e organizzare la ricostruzione, non solo economica, ma anche sociale,
morale e democratica, dopo un periodo storico politico non condiviso. Proprio il 2 giugno 1946
fu indetto il referendum per cambiare il tipo di governo: si doveva scegliere
se restare fedele al re o decidere la sovranità popolare. Il popolo decise di
far nascere la Repubblica Italiana. Determinante fu anche il voto delle donne
fino ad allora negato. In parole povere, sono i cittadini che eleggono i propri
rappresentanti per legiferare e governare L’Italia. Nacque l’Assemblea
Costituente i cui membri scrissero la Costituzione - legge fondamentale della
Repubblica che garantisce i diritti, l’uguaglianza, la dignità, la libertà e la
partecipazione attiva dei cittadini - che sostituì lo Statuto Albertino; dire
che fosse una delle più belle del mondo non è una baggianata. Così il 2
giugno del 1948 la Repubblica vide finalmente la luce. Ogni anno a Roma il
Presidente della Repubblica depone una corona di alloro sull’Altare della
Patria per omaggiare il Milite Ignoto - monumento che rappresenta tutti i
soldati caduti nelle guerre e di cui non si conosce il nome - mentre una parata
militare attraversa i Fori Imperiali e rende onore al Presidente della
Repubblica e alle altre alte cariche nazionali. Per dovere di cronaca la giornata
del 2 giugno è stata festa nazionale fino al 1977 e, poi, fu declassata a
giornata feriale a causa della crisi economica e spostata nella prima domenica
del mese di giugno. Solo nel 2001 ritornò a essere di nuovo festa nazionale a
opera del Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi.Ah, per rappresentare la Repubblica è stato scelto un
simbolo contenente una stella, una ruota dentata d’acciaio, un ramoscello di
ulivo e uno di quercia. Perché questi elementi? La stella rappresenta la
rinascita; la ruota dentata il lavoro; l’ulivo la pace e la quercia la forza.
Il mio maestro elementare ci disse che il corbezzolo - pianta tipica della
macchia mediterranea - rappresenta la pianta nazionale dell’Italia e così
spiegò questa affermazione: il frutto è rosso; le foglie sono verdi e i fiori
sono bianchi.Ogni anno il 2 giugno si festeggia il
compleanno di questa giornata memorabile e un pensiero aleggia nell’aria: cosa
posso fare per onorarla, pensa il cittadino comune? Onorare la Patria, amare la
bandiera, difendere la Costituzione, usare un comportamento virtuoso…
rispettare le regole di convivenza civile.Frase
ascoltata a un tavolo di un bar e proferita da un cittadino deluso dalla classe
dirigente dello Stato; a proposito della bandiera disse: cittadini al verde con
le tasche vuote, notti in bianco per i troppi pensieri, conto in banca rosso.Oggigiorno la nostra classe politica fa passare il
concetto di tante repubbliche legate a altrettanti periodi storici, ossia Prima
Repubblica, Seconda Repubblica, Terza Repubblica… speriamo che si fermi questa
classifica e si decida una Repubblica unica e condivisa, basata sui principi di
solidarietà, libertà e giustizia e onori la Costituzione! Carmine Scavello