Pagine

giovedì 30 maggio 2024

LISTE PER LA PACE



Caro Angelo,
leggendo come sempre con interesse gli articoli di “Odissea” che di tanto in tanto mi segnali, ho notato la tua convinzione circa la necessità di sostenere la lista Pace Terra Dignità. Una scelta riguardo alla quale ti confesso di nutrire più di un dubbio, pur comprendendone la linearità, e la nobiltà, dei motivi ispiratori. Si tratta, in sostanza, se ho ben capito, di porre il tema della pace al centro di un progetto politico, sfrondando per così dire tale tematica da ogni elemento di contorno, che potrebbe risultare divisivo. La pace, dunque, come fine primario e, per così dire, unico, intorno a cui aggregare consenso. Questo il punto di forza di una tale proposta, ma anche, secondo me, la sua debolezza (problema, peraltro, comune a tutte le liste monotematiche). Sul piano dei principi non si discute: l’obiettivo della pace non può che essere in cima ai pensieri di qualsiasi essere umano dotato, appunto, di umanità o, semplicemente, privo di propositi suicidari. Se però dal terreno astratto degli intendimenti vogliamo scendere su quello concreto della politica (una discesa necessaria, se non decidiamo di limitarci alle pure enunciazioni), allora anche il tema della pace, per sortire qualche effetto, deve essere inserito in un contesto più ampio e non generico, ben più articolato di quanto non possa esprimere un richiamo, doveroso ma vago, a terra e dignità. Presentare una lista come Pace Terra Dignità, destinata peraltro, sulla base di tutti i sondaggi (questa è scienza, il resto è metafisica), ad arrestarsi ben sotto la soglia di quel quattro per cento richiesto per eleggere anche un solo rappresentante, nonostante la buonafede dei promotori servirà di fatto soltanto a erodere consenso ad altre liste che il tema della pace hanno nel loro programma e che invece la possibilità di superare tale soglia di sbarramento l’avrebbero: in primis a quell’Alleanza Verdi Sinistra che ha avuto  il merito di candidare Ilaria Salis, e il cui successo permetterebbe tra l’altro alla nostra concittadina di essere al riparo dalle minacce e dalle vessazioni di un regime come quello ungherese che, al netto di un po’ di approssimazione storiografica, non esito a definire fascista.
A presto
Luca Marchesini


 

Caro Luca,
dubbi ne abbiamo anche noi. Talmente tanti che negli ultimi tempi non ci siamo più prestati alla farsa di mettere la croce su un simbolo credendo che questo bastasse a mutare lo schifo di questa Nazione e il comportamento dei farabutti che in massima parte la rappresentano. Non tutti, ovviamente. Ma sul tema del disarmo, della riconversione dell’industria bellica, della destinazione della spesa militare a finalità sociali e alla cura del territorio, dell’uscita dalla Nato e di quanto vado scrivendo e dicendo da oltre mezzo secolo, non ho visto un rigo nei programmi di tutti i partiti presenti in Parlamento. Anzi, non solo non hanno mosso un dito per tentare una via diversa sulla crisi Ucraina, ma appena è scoppiato il conflitto hanno fatto a gara a spingere per il massacro votando per l’invio di armi e portandoci sull’orlo del baratro nucleare. Con l’eccezione di Verdi e Sinistra in Italia. Ma in Europa i verdi sono diventati guerrafondai più degli altri. 



Perché insisto su quello che dovrebbe essere il tema epocale del dibattito ed invece non ne siamo coscienti, ambienti intellettuali e letterari compresi di cui entrambi facciamo parte? Perché la spesa militare del 2022 ammontava a duemila miliardi di dollari (quella ufficiale), e ti lascio immaginare a quanto è arrivata ora, e a quanto arriverà con la ripresa della corsa agli armamenti. Dunque non sarà possibile affrontare il tema della cura dell’ambiente, della sanità, della disoccupazione, del contenimento del costo della vita. Perché gli ordigni nucleari per cancellare non solo l’intero genere umano, ma ogni forma di vita animale e vegetale ammontavano (anche questi dati per difetto) qualche anno fa, alla spaventosa cifra di 15 mila. Ne bastano alcuni per interrompere l’avventura umana di questo indegno bipede che ai suoi vertici decisionali (politici, militari, finanziari, imprenditoriali, scientifici, sindacali, giornalistici, intellettuali - anche qui con rare eccezioni -) si mostra spaventosamente irresponsabile e votato al suo annientamento. Certo, avremo la soddisfazione che in caso di conflitto nucleare anche loro, i loro cari, i loro beni, i loro lauti conti in banca saranno liquefatti. Che l’inverno nucleare farà scomparire per sempre la possibilità che un essere così stupido e mostruoso ricompaia sulla faccia della terra. 



Ma, caro Luca, sono uno scrittore come te, un intellettuale che non si rassegna alla stupidità, all’irresponsabile egoismo disumano di questa lurida genia che decide a nome nostro, dei nostri figli, dei nostri incolpevoli nipotini, delle altre creature sensienti, delle altre specie che compongono il miracolo chiamato Natura. Non mi rassegno e non voglio delegare a questi miserabili il mio destino e quello di altri esseri umani pacifici, solidali, collaborativi, fraterni. Pace Terra Dignità ha un programma articolato, in verità; con il quale si può non essere del tutto d’accordo o dissentire, ma ci sono molte cose di buon senso e molte cose che hanno una loro necessità. Personalmente non ne avrei fatto uno, mi sarei concentrato solo sulla fine del conflitto come l’obiettivo più importante, l’opposizione all’invio di altre armi e l’impegno a lavorare per una trattativa indicando come sede del negoziato la città mondiale della Pace di Assisi, con il coinvolgimento delle massime autorità religiose, di alcuni premi Nobel per la Pace, degli enti morali internazionali e dell’Onu. Avrei motivato questa scelta come un Referendum fra donne e uomini di Pace e guerrafondai; fra chi ha scelto la vita e chi sta lavorando per la morte. Solo se avessimo ottenuto il consenso di una fetta significativa dell’elettorato italiano avremmo potuto mettere altra carne al fuoco: il lavoro, la sanità, la cura dell’ambiente, la spesa sociale. 



Ma ora questa lista c’è, e come disarmista storico (come militante attivo e come teorico del pacifismo) non potevo tirarmi indietro. Ho deciso di impegnarmi in prima persona perché la lista abbia successo e un nutrito gruppo di difensori della pace possa rappresentare la nostra volontà di pace al Parlamento Europeo. Non ci fosse stata questa lista in molti non sarebbero andati a votare. Chi ha deciso di sostenere Verdi e Sinistra farà altrettanto bene: conosco tanti amici e lettori di “Odissea” che lo faranno, ma io sento il dovere di dare forza a questa lista nata specificamente contro la guerra. Spero che in tanti la voteranno: i senza partito, i disgustati, i disillusi, i credenti negli sforzi che a livello alto solo il Papa ha tentato, i giovani che si vogliono nuovamente intruppare negli eserciti per mandarli al massacro, le loro mamme, le donne degne di questo nome, la gente del Sud sempre più abbandonata, i giovani costretti all’emigrazione forzata.
Impegniamoci assieme, seppure per due liste diverse, e sarà magnifico se potremo festeggiare una comune vittoria.
Ti abbraccio,
Angelo Gaccione