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martedì 7 maggio 2024

GIUDICI E POLITICA
di Luigi Mazzella


 
La separazione delle carriere in magistratura.
 
Senza tema di smentite posso affermare di essere stato il primo ad invocare  la separazione delle carriere di pubblico ministero e di  giudice in un articolo pubblicato oltre un decennio prima di “Tangentopoli” su “Mondoperaio”, temendo ciò che si poteva verificare. Oggi sento di poter dire che non vorrei stare nei panni di Carlo Nordio a causa della condizione in cui il medesimo, come Ministro della Giustizia, è costretto ad affrontare, come riformatore, lo stesso tema. Se è  vero, infatti, che l’uso politico della giustizia, iniziato negli anni Novanta per promuovere il passaggio dalla prima alla cosiddetta “seconda Repubblica” (sotto la probabile spinta di “manine misteriose” non estranee all’influenza dei servizi segreti) ha compiuto tali e tanti misfatti da rendere il tema più maturo che nei tempi delle mie pessimistiche previsioni, è altrettanto incontestabile che due condizioni rendono oggi il percorso del Ministro della Giustizia irto di ostacoli. Esaminiamole:
1) Il clima di progressive illiberalità instaurato dai neofascisti, ritornati al governo del Paese (per limitarci a due esempi: giudizio contro Canfora avviato dalla Presidente del Consiglio, censura al monologo di Scurati per il 25 aprile) fa gridare: No al bavaglio alla magistratura! in un modo oltremodo aggressivo che sarebbe stato impensabile appena qualche anno fa in pieno clima di evidente e continuato uso politico della giustizia;
2) L’esempio dei due Paesi anglosassoni che hanno piegato l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati a instrumentum regni per eliminare dalla scena politica gli avversari resisi responsabili di intrattenimenti erotici in decenni e decenni precedenti fa intendere che ostilità al progetto di riforma del governo Meloni proverrebbero anche dai due Stati di Oltreoceano e di Oltremanica,  che non vorranno certamente rinunciare a continuare ad essere gestori occulti delle fortune dei nostri uomini politici.
Ciò premesso, mi auguro di essere smentito dai fatti!