TACCUINI
di Angelo Gaccione
Veduta del Porto Vecchio
Una
sorprendente bellezza.
Veduta del Porto Vecchio |
Ancona è
una città che sorprende, ed è un errore sottovalutarne la bellezza. Massacrata dai bombardamenti della Seconda
guerra mondiale, non va dimenticato che nel 1943 quello che per gli anconetani
è il rione Porto, fu quasi ridotto in macerie assieme alle sue bellezze.
Ovviamente senza contare le migliaia di morti. Ho fotografato una lapide in via
Barilari, nel quartiere del Guasco, mentre con il direttore dell’Istituto
Gramsci, Mario Carassai, ci recavamo in piazza del Duomo a visitare San Ciriaco,
e di vittime, solo su quella lapide, se ne contano ben 700. Uno dei tanti
bombardamenti selvaggi degli “alleati” su un rifugio accanto alle carceri che
uccise e devastò senza farsi scrupoli. Certo avremmo potuto essere ancora più
sfortunati e il tiro a segno a suon di bombe avrebbe potuto abbattere l’Arco di
Traiano, l’Arco Clementino, la pentagonale Mole Vanvitelliana (il Lazzaretto),
il Palazzo degli Anziani e persino la Cattedrale di San Ciriaco, patrono della
città.
Lazzaretto
Basterebbero questi pochi riferimenti a dare l’idea della ricchezza monumentale di Ancona. Ma se sciamate per la città, di bellezza ne incontrerete ovunque. Io avevo a portata di mano quella meraviglia che è Santa Maria della Piazza che mi sono goduto in momenti diversi. Mi bastava fare i pochi passi di via Vanvitelli per trovarmela davanti la sua graziosa facciata colma di archetti e pilastrini. L’idea migliore, se si ha tempo, è muoversi a caso e farsi sorprendere: che sia il Teatro delle Muse o piazza del Plebiscito dove troneggia la statua di Papa Clemente XII con la sua fontana, poco importa. La chiesa di San Domenico è posta in alto, alla fine della scalinata, e la chiude come una quinta teatrale.
Potete anche attraversare l’Arco della Prefettura e non seguire alcun ordine, tanto prima o poi approderete lo stesso, come è successo a me, davanti alle Tredici Cannelle, alla cinquecentesca Fontana del Càlamo di Pellegrino Tibaldi. Salite e scendete a piacimento perché le banchine del porto e le colline vi sedurranno, e quando arriverete davanti a San Ciriaco capirete che ne valeva la pena: per la Cattedrale e per la strepitosa veduta sul porto. Da qui, questa “porta aperta” sull’Oriente si fa per un attimo perdonare i mostruosi “grattacieli” che nel porto stazionano. Sono navi da crociera mastodontiche e disturbanti, e non so quanto i loro fumi facciano bene alla città; ma almeno da questa distanza ne riducono visivamente la stazza.
San Ciriaco
Colline in alto e mare in basso. Mare alle spalle e mare anche di fronte se da piazza della Repubblica percorrerete il pedonalizzato corso Garibaldi per giungere al Passetto. La passeggiata è piacevole perché il corso è ricco di negozi ed è luogo di passeggio: incontrerete coppie di giovani e di anziani, mamme con le carrozzine e innamorati che si tengono per mano, quasi senza soluzione di continuità, fino a piazza IV Novembre. Passerete per l’elegante piazza Cavour ricca di alberi e piante di ogni genere: palme, pini, cedri, ippocastani, abeti, ma anche di fontane, panchine per riposarvi, godervi il viavai, i palazzi altoborghesi che la cingono. Superato largo XXIV Maggio e piazza Diaz sarà il Viale della Vittoria a portarvi al Passetto. Intanto avrete avuto modo di deliziarvi di villini primi-Novecento, di architetture fasciste fra cui il Palazzo del Popolo, di abitazioni per borghesi benestanti dagli stili più diversi.
Palazzo del Popolo
Un miscuglio che trova un suo equilibrio, come un suo equilibrio trova il passo che si fa più pianeggiante dopo essersi lasciato il porto alle spalle. Una deliziosa e istruttiva passeggiata lungo il corso “buono” che termina davanti al Monumento ai Caduti. È un tempio di stile dorico in pietra d’Istria composto di otto colonne; celebra i massacrati della “Grande” guerra, della grande macelleria, e chi lo ha voluto (siamo nel 1932) non ha lesinato in elmi e spade. Sono stati inseriti anche versi di Leopardi, quelli patriottici tratti dai Canti. Non vi lascia indifferente: se non vi emoziona vi fa almeno riflettere.
Monumento ai Caduti
Salendovi sopra, questa volta il mare lo
avrete disteso davanti a voi: quello stesso mare che prima avevate alle spalle.
Io ne ho approfittato per sostarvi e riposare intavolando una piacevole conversazione
con un anziano anconetano. Loquace e gentilissimo, è nato sul colle di fronte e
qui ancora vive. Mi ha raccontato del luogo e della guerra. Ci siamo insieme commossi
e indignati ad un tempo: per ciò che le guerre cancellano e per l’incuria dei
posteri verso un simbolo di memorie come questo. Con amarezza mi indicava i
mozziconi di sigarette e le bottigliette di plastica che teneva tra le mani.
ALBUM
Arco della Prefettura |
Via della Loggia |
Piazza del Plebiscito |
Il massacro dei 700 |