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domenica 9 giugno 2024

RESISTENZA IN EUROPA
di Giuseppe Natale

Nunzia Augeri

Alla vigilia delle elezioni del Parlamento europeo, è cosa buona opportuna e giusta fare memoria e andare alle origini della formazione dell’Unione Europea. Ci aiuta molto a riflettere e a ripensare oggi l’impegno civile sociale e politico un libro appena uscito per le edizioni di Nulla Die: il bel saggio storico di Nunzia Augeri, La Resistenza in Europa 1939-1945. L’autrice, studiosa di storia e pensiero politico, ha collaborato con Lelio Basso alla rivista Problemi del socialismo e, giovane compagna del partigiano Luciano Raimondi, si è nutrita dello spirito e dei valori della Resistenza in un orizzonte europeo e internazionale. Questo libro esce dopo quello dedicato alla ricostruzione viva e partecipata, L’estate della libertà (2014), che racconta l’esperienza delle repubbliche partigiane e delle zone “liberate e libere” in Italia che prefigurano la nascita della Repubblica democratica e antifascista. L’opera (286 pagine) è strutturata in 8 capitoli e una breve conclusione. Al rigore scientifico si accompagna uno stile chiaro, scorrevole e coinvolgente: può essere un ottimo libro di testo da adottare nelle scuole. Le prime 70 pagine sono dedicate alla tragedia della seconda guerra mondiale, con i suoi oltre 50 milioni di morti - di cui la maggioranza, mai dimenticarlo, è costituita da oltre 28 milioni di vittime della popolazione russa e sovietica. All’inizio la follia nazifascista si espande e sembra conquistare il mondo, ma viene fermata nel biennio 1941-42 dalla controffensiva sovietica e dall’ingresso in guerra degli USA, dagli Alleati e dalla resistenza di formazioni partigiane e di quella civile diffusa nei paesi occupati dai nazifascisti. Nel capitolo 3, Nunzia Augeri ci introduce nel mondo della resistenza, a cominciare dalla comunicazione e propaganda (SOE,  Special Operations Executive, nato in Gran Bretagna) per passare ai protagonisti (il popolo in carne ed ossa: operai, contadini, donne, ragazzi e ragazze, giovani e giovanissime, studenti ed intellettuali, basso clero); alle condizioni di vita dei partigiani combattenti fatte di “stenti e patimenti”, mentre “fischia il vento, urla la bufera/ scarpe rotte eppur bisogna andar”; alla visione e prospettiva internazionale che deve portare al superamento dei nazionalismi e delle discriminazioni razzistiche, alla convivenza pacifica e a un “nuovo ordine” mondiale con istituzioni sovranazionali che garantiscano i diritti umani e la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza. La resistenza e la lotta partigiana prefigurano la nascita di una nuova Europa pacificata e democratica, unita e solidale: proprio nella prigione fascista di Ventotene viene pensato e redatto il Manifesto della nuova Europa. Un’Europa che oggi sembra aver smarrito la “strada maestra” della pace e della soluzione dei conflitti tramite il dialogo diplomatico. E corre a riarmarsi e a rischiare di ripetere la follia della guerra globale e, stavolta, nucleare. 



Tornando al libro di Augeri, nelle pagg. 95, 255, protagonista assoluta è la Resistenza nella maggioranza dei paesi europei. In Europa settentrionale: Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, Lussemburgo; in quella orientale: Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgari, Austria, Jugoslavia; in quella meridionale: Albania, Grecia, Italia, Francia. La narrazione si completa con le “altre resistenze”, con caratteristiche particolari: quella in Unione Sovietica e quella ebraica e dei Rom e Sinti. Giustamente l’autrice dà la giusta importanza all’opposizione e alle azioni di resistenza nella stessa Germania nazista, nonché alla “controguerriglia” tedesca e nazista. Per concludere che l’anticomunismo viscerale e irrazionale non si rivelò strumento adeguato di dominio e sopraffazione: “l’uso del terrore, dello sterminio, dei rastrellamenti si rivelò controproducente, suscitando un odio che spinse i giovani alla lotta”. Ha fatto bene Augeri a corredare ogni capitolo e paragrafo dedicati alla resistenza con una lettera di un condannato a morte e di uno o due titoli di film. Scelta felice perché mette a disposizione del lettore una ricca filmografia e suggerisce di leggere e/o rileggere due volumi storici e indispensabili e colmi di straordinaria umanità: le Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e di quella europea. Giustamente, nella sua prefazione, il presidente nazionale dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo annota: “ Non è retorica affermare che quelle lettere parlano al nostro presente e offrono all’oggi una riserva di valori perenni, ai quali attingere affinché  l’Europa oggi unita possa ritrovare nelle proprie radici antifasciste le risorse politiche e morali per fronteggiare le minacce provenienti dalla ricorrente tentazione di nuovi autoritarismi e dai risorgenti nazionalismi alimentati da venti di guerra che possono essere placati solo da una ferma e unitaria volontà di pace dei popoli”.