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martedì 11 giugno 2024

SOTTO IL CONSOLATO DI FRANCIA



Idra torna oggi pomeriggio a manifestare sotto il Consolato di Francia dopo l’irresponsabile decisione del presidente Macron di fornire armi più potenti agli ucraini per colpire il territorio russo e addestrare 4.500 soldati del paese in guerra. Gli elettori francesi non ne sono contenti e hanno dimezzato i voti al suo partito. Lo stesso è avvenuto in Germania nei confronti del partito del guerrafondaio Scholz.
 
Firenze. Mentre attende da Emmanuel Macron, capo dell’unica potenza nucleare della UE, una risposta alla lettera aperta consegnata il 7 maggio al console generale di Francia, l’associazione fiorentina attiva sul fronte dell’ambiente, del diritto, dell’urbanistica e della cultura torna martedì 11 pomeriggio, fra le 16 e le 19, a manifestare davanti alla sede della rappresentanza d’oltralpe in Toscana, in Piazza Ognissanti 2. Prendendo in prestito da Boris Vian l’appello alla disobbedienza affidato alla poesia in musica ‘Le déserteur’ ai tempi della guerra d’Indocina, Idra invita Macron a riflettere sui valori fondativi delle comunità umane: ‘Io non sono sulla terra / per uccidere la povera gente’.
Al console generale sarà affidata quindi una nuova nota - in distribuzione in piazza alla cittadinanza - indirizzata al presidente della repubblica francese. In evidenza le controindicazioni funeste che fa ragionevolmente paventare l’atteggiamento assunto dall’Eliseo nella gravissima congiuntura attuale. Con viva costernazione si apprende infatti che Parigi fornirà all’Ucraina caccia Mirage 2000-5 e formerà piloti e una brigata di 4.500 soldati ucraini, ai quali “darà formazione, equipaggiamento e armi”. Una scelta suscettibile di mettere improvvidamente a repentaglio la sicurezza, la salute e l’incolumità delle popolazioni europee e della Repubblica Italiana, che per Costituzione ‘ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’.



Siamo tutti, oggi, figli di quello sbarco, ha dichiarato Macron commemorando il D-Day di 80 anni fa in Normandia. Ma ne siamo davvero legittimi eredi, quando coltiviamo massacri incrociati come quelli che non cessano di consumarsi in Ucraina e in Palestina? Accostare e apparentare popoli, eventi e valori a dispetto di tutte le differenze e di tutte le dissonanze, è buona storiografia?
Ai temi proposti il mese scorso nella lettera aperta, l’associazione fiorentina aggiunge un monito: il danno di immagine che alla repubblica francese è in grado di arrecare l’azione del suo governo nella percezione dell’opinione pubblica internazionale. Dalle gesta del popolo d’oltralpe nel diciottesimo secolo (1789), nel diciannovesimo (1848 e 1871) e nel ventesimo (1968) hanno tratto ispirazione, spinta e conforto correnti di pensiero, culture giuridiche e formazioni politiche che hanno segnato profondamente la storia d’Europa. L’inconsulta e disinvolta scelta bellicista dell’attuale governo Macron rischia di degradare invece la Francia a emblema di una cultura giuridica e politica di umiliante e pericolosa retroguardia. Ancora una volta tornano utili e calzanti i versi di Boris Vian: Se bisogna versare il proprio sangue / andate a versare il vostro / Siete un buon apostolo / signor Presidente’. Un suggerimento che verrebbe voglia di estendere anche ai tanti opinionisti da salotto che comodamente discettano in tivù sul valore delle guerre ‘a fin di bene’.