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martedì 11 giugno 2024

IL QUORUM
di Luigi Mazzella 


 
Un’analisi dettagliata del voto realizzata da Franco Astengo sarà pubblicata domani 12 giugno.
 
Quasi tutti gli Statuti di società e associazioni private per le decisioni più importanti prevedono un quorum per la validità delle votazioni dei soci o degli associati. E ciò per evitare che un’esigua minoranza di votanti possa prendere decisioni riguardanti l’intera massa dei soci o degli associati.
Per uno Stato veramente democratico tale ultima esigenza di difesa della collettività dovrebbe essere ancora più sentita che nel privato. Ed invece, per quanto riguarda l’Italia (e non solo per essa), non è così. Il quorum detto strutturale o costitutivo (che indica “al minimo” il numero o la percentuale della presenza necessaria dei votanti per evitare la nullità della consultazione) è richiesto solo per i referendum abrogativi di disposizioni di legge e per l’elezione del Presidente della Repubblica. Altro non è dato!
Poco, se si considera che alle elezioni Europee appena conclusesi i votanti non hanno neppure raggiunto il 50 per cento: la maggioranza degli Italiani si è astenuta. Se si considera che il sistema elettorale per le nostre elezioni politiche riproduce nella sostanza il meccanismo escogitato da Calderoli con il Porcellum (definito una “porcata” dal suo stesso inventore) si comprende che la nostra esaltata democrazia affida il governo del Paese alla minoranza meno minoranza delle altre!
La situazione sarebbe tragica se non fosse sovrastata dal ridicolo. Con una preoccupante contrazione di molti punti percentuali dei votanti (che sarebbe stata anche maggiore di 3 punti percentuali se non ci fosse illusi di creare, “in quattro e quattro otto” un partito pacifista) i partiti, fondandosi sui numeri ottenuti rispetto alle altre forze concorrenti, hanno lanciato, attraverso i loro leader, folli gridolini di gioia, dimostrando ancora più quanto sia grande e grave il declino della nostra classe politica.