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mercoledì 5 giugno 2024

VIGILARE SULLA COSTITUZIONE
di Romano Rinaldi



Qualche considerazione a margine del 2 Giugno 2024
 
Il 2 Giugno celebra la nascita della Repubblica che si riconosce nella Costituzione scritta per tutti gli italiani da rappresentanti di quella parte del popolo italiano che sì è opposta, ha combattuto ed ha sconfitto il nazifascismo. L’altra parte, di gran lunga minoritaria a partire dall’8 settembre 1943, non fu giustamente ritenuta degna di contribuire alla scrittura di quella Carta. Per questo, i degni eredi di quella parte, non hanno il diritto di sentirsi autorizzati a manomettere la Costituzione senza il consenso di tutti gli italiani. A maggior ragione, coloro che su quella Carta hanno giurato di servire, con dignità e onore, un mandato governativo di qualsiasi livello e rango. Nel giorno della Festa della Repubblica, rappresentata più che degnamente dall’attuale Presidente, un senatore che ne chieda le dimissioni per motivi inesistenti, compie un atto contrario al giuramento che ha prestato nelle mani dello stesso presidente. E credo che si dovrebbe rispolverare nei suoi confronti il reato di vilipendio al Capo dello Stato, nonché di oltraggio a pubblico ufficiale, senza dover nemmeno rimarcare la formula (con dignità e onore) sulla quale ha giurato. Tra l’altro possiamo essere sicuri che, mutatis mutandis, un Presidente della Repubblica espresso dalla maggioranza di cui fa parte questo senatore, non esiterebbe un attimo ad applicare tali leggi nei suoi confronti, come del resto sta già avvenendo con l’attuale Presidente del Consiglio persino nei confronti di comuni cittadini. La gravità di posizioni politiche tanto avverse alla nostra Repubblica e alle sue Istituzioni, come anche alla necessità di rafforzare l’Unione Europea nelle prossime elezioni, piuttosto che cercare di provocarne il totale fallimento, può essere percepita e ben evidenziata ponendo mente a quanto avvenne a partire dalle coste della Normandia il 6 Giugno di 80 anni fa. Le forze Alleate iniziarono quel giorno a liberare l’Europa dall’oppressione nazifascista. Ci volle quasi un anno per completare quell’operazione e conquistare la libertà che ha permesso di iniziare il disegno di un’Europa unita e pacifica di cui abbiamo goduto per tre generazioni. Tutto ciò ha avuto un costo enorme, a partire dalla vita di centinaia di migliaia di giovani militari e civili. Chiaramente si può pensare tutto il male della guerra e delle sofferenze che infligge al genere umano ma non si può denigrare la volontà che spinse i nostri padri, i nostri nonni e i bisnonni, ormai, a costruire un futuro di pace e prosperità nella libertà, per tutti noi in un’Europa di popoli in pace fra di loro. La negazione di questi principi fondamentali basati sul piccolo particulare di qualche “bottega” politico-affaristica anacronistica e miope, non dovrebbe distogliere l’attenzione dei cittadini europei capaci di discernere la luce dal buio.