Per la
libertà di Maysoon Majidi e di tutte le persone private della loro libertà
mentre erano in fuga per trovarla.
Sono
ormai 6 mesi che l’attivista curdo-iraniana Maysoon Majidi è detenuta nel
carcere di Castrovillari con l’accusa di scafismo. Il 5 luglio è stata
trasferita nel carcere di Reggio Calabria. In vista dell’udienza che si terrà
il 24/7 a Crotone e che potrebbe decidere della sua sorte, lanciamo questo
appello alla mobilitazione e all’unione a tutte quelle realtà e a quelle
singole persone che hanno a cuore la libertà propria e altrui. Quello di
Maysoon infatti non è un caso isolato, anzi è un caso emblematico della
situazione attuale. Oltre a Marjam Jamali, donna iraniana anch’essa detenuta
per scafismo che ha appena ottenuto i domiciliari in attesa di processo,
centinaia di persone ogni anno vengono tratte in arresto con questa accusa, e
sono dunque in migliaia ad essere detenute ingiustamente dall’introduzione di
questo reato (vedi art.12 del testo unico sull’immigrazione detto TUI o anche
Legge Bossi-Fini). Inoltre, da marzo 2023 il Decreto Cutro ha inasprito le pene
per queste persone presunte scafiste, addossando loro la responsabilità della
morte e della sofferenza delle persone passeggere.
Ad oggi, il governo ha
grande interesse ad identificare in ogni barcone che arriva in Italia uno
“scafista”, vero o presunto che sia, per poter sbandierare l’efficacia delle
sue politiche contro l’immigrazione illegale. Poco importa se queste persone
sono donne con figli minorenni a seguito come Marjam, artiste ed attiviste per
i diritti delle donne come Maysoon o adolescenti impauriti a cui qualcuno ha
messo in mano un timone. Ciò che importa al potere è fare propaganda e
pubblicare statistiche sul numero di persone arrestate per scafismo. Con questo
appello vogliamo quindi allargare e rinsaldare la rete di solidarietà creatasi
intorno a Maysoon, fuggita per sottrarsi alla repressione del regime nel suo
paese e finita nelle grinfie della repressione in Italia.
La battaglia per la
sua liberazione corrisponde a quella per la libertà di Marjam e di tutte le
altre persone presunte scafiste in carcere in questo paese sempre più
securitario, in cui le carceri sono già stracolme anche senza l’aggiunta di
queste persone arrestate sulla base di un reato fittizio. È importante infatti
ribadire, oltre l’estraneità ai fatti loro contestati e dunque l’innocenza di
Maysoon e Marjam, che siamo contro la colpevolizzazione delle persone che i
barconi li hanno guidati davvero in quanto, nonostante i confini chiusi, rimane
la necessità di lasciare il paese. Per le persone prive di disponibilità
economiche, a volte diventa necessario offrirsi per la guida delle barche, in
vista di una possibile via di salvezza. Queste persone in fuga, oppresse quando
non perseguitare, per i Governi europei diventano “gli scafisti” e assunti come
capro espiatorio pubblico.
Vogliamo la
demolizione integrale del sistema-frontiera, della sua mentalità e delle sue
modalità e, per questo, facciamo appello a una lotta per la libertà che sia
generalizzata e concreta, fuori da pratiche mirate a individuare una persona
realmente colpevole o ad approfittare di un palco per mostrare la propria
bandiera, mentre chi migra resta in galera, nei Cpr, negli hotspot e negli
altri centri di detenzione e tortura, in attesa di processo o di espulsione.
Rilanciamo la mobilitazione per l’abolizione del decreto Cutro e del reato di
scafismo nel TUI, per la liberazione di Marjam e Maysoon e per la possibilità
di accogliere degnamente in Italia chi arriva perché costretta dallo stato di
necessità. Sposando la causa di queste persone per la loro libertà e anche per
la nostra, indiciamo una riunione allargata da tenersi nelle prossime 2
settimane, tramite cui rilanciare il presidio presso il tribunale di Crotone il
24 luglio dove si terrà l’udienza di Maysoon. Vi invitiamo inoltre a prendere
parte al presidio presso il tribunale di Locri l’8 luglio dove si terrà
l’udienza di Marjam.
Comitato free Maysoon
Per info e adesioni
scrivere a: freemaysoonmajidi@tutamail.com Mediterranea Saving Humans Cidis Impresa Sociale Liberaccoglienza ETS Comitato Beni Comuni Acri Federazione prov. La Rifondazione Comunista Cosenza Clinica legale migrazioni e asilo - Università di Roma tre Associazione Yairaiha Ets ARCI RED Cosenza CSOA Angelina Cartella Anarchici Calabresi Mem. Med. Memoria Mediterranea UDI Aps – Reggio Calabria Free heval Talip Comitato free Marjan Jamali La Kasbah Palermo solidale con il popolo curdo Comitato di base No Muos Assemblea No Guerra Laboratorio Andrea Ballarò Circolo Arci La Boje – Rovigo Rete Kurdistan Polesine Roberta Ferruti Collettivo Addunati – Lamezia Terme Elisabetta Della Corte Carovane migranti SpArrow Jineolojî Calabria Cesare Romagnino Angelo Gaccione – Milano Giornale “Odissea”