LIGURIA: L’ASTENSIONE CONVITATO DI PIETRA di Franco Astengo
Elettrici
ed elettori liguri saranno chiamati alle urne entro il prossimo mese di ottobre
in seguito alle dimissioni del Presidente coinvolto in una vicenda giudiziaria
salita agli onori di tutte le cronache con il conseguente scioglimento del
consiglio regionale. Si tratterà di una prova molto significativa da un
particolare punto di vista: quello della partecipazione al voto. Non ci saranno
rendite di posizione, considerata la situazione in atto. L’elettorato
ligure esce sfiancato da questa vicenda e l’Ente Regione rimane un oggetto
misterioso per la gran parte di elettrici ed elettori anche perché il
principale (e quasi esaustivo) fattore di “ricasco pubblico” rimane quello
della crisi della sanità pubblica attribuita (giustamente) al favore che la
Regione riserva alla Sanità Privata. La situazione particolare di Liguria
elezioni 2024 porta però alla necessità di impostare una campagna elettorale
imperniata su: a) dagli atti fin qui portati avanti dall'autorità giudiziaria
appare rilevarsi il profilo di un vero e proprio “sistema di potere” collocato
ben al di fuori da un contesto di esercizio della responsabilità democratica.
Le scelte fin qui compiute dal Presidente della Regione Liguria nel corso del
suo mandato hanno avuto l’evidente destinazione proprio del consolidamento di
questo sistema di potere attraverso scelte di carattere corporativo sia sul
piano economico sia sul piano delle destinazioni territoriali (ultima in ordine
di tempo ma non ultima per importanza quella della destinazione della
nave-rigassificatore a Vado Ligure); b) Abbiamo di fronte un caso “nazionale”. Per quanto
descritto fin qui dalla Magistratura ci troviamo di fronte ad una faglia molto
più sottile di quella classicamente rappresentata dalla dazione di tangenti che
un tempo confluivano genericamente nello “scambio politico”: un filone del
tutto interno al mutamento di indirizzo nella concezione di divisione del
potere e di annullamento del confine tra il pubblico e privato. La maggioranza uscente in Regione Liguria ha tentato di giocare la
carta di affiancamento della tecnocrazia con il populismo senza colore
politico, cercando anche di portare questo schema secondo la magistratura
comune anche ad altre amministrazioni locali a dimensione nazionale, ma il
tentativo è fallito piuttosto miseramente e non soltanto a causa del consueto
intervento “supplente” da parte dell’autorità giudiziaria. Le elezioni saranno probabilmente decise dalla dimensione che
assumerà la crescita del tasso di astensione che dovrebbe essere rivolto
prevalentemente a destra: le forze del centro-sinistra chiamate a presentare un’alternativa
dovranno cercare prima di tutto di chiamare a raccolta i propri sostenitori “storici”
attraverso una definizione molto netta dell’impianto progettuale tra pubblico e
privato (sanità/portualità) e nei riferimenti della dimensione territoriale tra
Genova e il resto della Regione: è possibile nella situazione attuale della
Liguria che la vittoria di una candidatura si determini “in discesa”, tra che
perderà meno voti rispetto alla diserzione dalle urne che tenterà molti.In
ogni si tratterà di un passaggio di grande interesse per l’insieme del sistema
politico italiano.