SINISTRA
di Vittorio Melandri
Montesquieu
Da
Veltroni il fondatore a Renzi l’affondatore.
A leggere Veltroni commentare sul
quotidiano dei “padroni”, la vittoria di Starmer in Inghilterra, si capisce
bene come il PD sia poi passato per le mani di Renzi. A proposito della
cosiddetta “lezione riformista”, buona per tutti gli usi, meno che per fare
riforme che cambino un “sistema” da sempre nelle mani di pochi, che se lo tramandano
da sempre, la vedo così. Anche le partite perse vanno giocate, ma serve tanta
consapevolezza in più delle condizioni in cui si combatte. Continua
ossessivamente a tornarmi in mente la diagnosi che più di due secoli fa,
Montesquieu ha lucidamente formulato: “chiunque detenga il potere è portato
ad abusarne, occorre per questo organizzare le cose in modo che il
potere controlli il potere”. Per secoli il potere si è incarnato in un
monarca, poi l’inesorabile trascorrere del tempo ha consumato anche tale
figura, ma non sono bastate guerre e rivoluzioni ad impedire che il potere si
incarnasse in nuove figure, e che, soprattutto per non cambiare, ovvero per
sfuggire ad ogni reale controllo, facesse tesoro della diagnosi di Montesquieu
svuotandola dall’interno, organizzando ‘controlli’ che sembrano esistere ma non
controllano. La “sinistra” politica in tutte le sue forme, è sulla carta l’attore
che dovrebbe finalmente dare risposta a Montesquieu, ma si trova puntualmente
presa in una morsa che la stritola, fatta da una parte di un massimalismo buono
solo a soddisfare l’esistenza solipsistica dei duri e puri, e dall’altra fatta
di un riformismo senza riforme. Riducendo la questione ai suoi minimi termini,
a tutt’oggi il potere continua ad essere direttamente proporzionale al denaro,
ovvero, si sono organizzate le cose in modo tale che all’abuso non ci sia
argine, ed anche se continuiamo a combattere, la partita è persa. Per tornare
alla consapevolezza del contesto in cui ad oggi ci troviamo, concludo con due
citazioni che ho trovato in esergo di un libro edito da Il Mulino, dell’antropologo-paleontologo
Giorgio Manzi, dal titolo emblematico, Antenati. Vi si legge: “Il nostro
cervello è troppo specializzato [...], e potrebbe benissimo essere che questa
eccessiva specializzazione porterà alla nostra estinzione. [...] se dobbiamo
controllare il nostro futuro, dobbiamo prima capire meglio il passato” (Louis
Leakey 1903-1972). “Siamo solo una razza avanzata di scimmie, su un pianeta minore
di una stella molto media. Ma possiamo capire l’Universo e questo ci rende
qualcosa di molto speciale” (Stephen Hawking 1942-2018). Non
resta che sperare che il nostro essere speciali, si traduca prima o poi in un
reale cambiamento di sistema.
Montesquieu |
A leggere Veltroni commentare sul
quotidiano dei “padroni”, la vittoria di Starmer in Inghilterra, si capisce
bene come il PD sia poi passato per le mani di Renzi. A proposito della
cosiddetta “lezione riformista”, buona per tutti gli usi, meno che per fare
riforme che cambino un “sistema” da sempre nelle mani di pochi, che se lo tramandano
da sempre, la vedo così. Anche le partite perse vanno giocate, ma serve tanta
consapevolezza in più delle condizioni in cui si combatte. Continua
ossessivamente a tornarmi in mente la diagnosi che più di due secoli fa,
Montesquieu ha lucidamente formulato: “chiunque detenga il potere è portato
ad abusarne, occorre per questo organizzare le cose in modo che il
potere controlli il potere”. Per secoli il potere si è incarnato in un
monarca, poi l’inesorabile trascorrere del tempo ha consumato anche tale
figura, ma non sono bastate guerre e rivoluzioni ad impedire che il potere si
incarnasse in nuove figure, e che, soprattutto per non cambiare, ovvero per
sfuggire ad ogni reale controllo, facesse tesoro della diagnosi di Montesquieu
svuotandola dall’interno, organizzando ‘controlli’ che sembrano esistere ma non
controllano. La “sinistra” politica in tutte le sue forme, è sulla carta l’attore
che dovrebbe finalmente dare risposta a Montesquieu, ma si trova puntualmente
presa in una morsa che la stritola, fatta da una parte di un massimalismo buono
solo a soddisfare l’esistenza solipsistica dei duri e puri, e dall’altra fatta
di un riformismo senza riforme. Riducendo la questione ai suoi minimi termini,
a tutt’oggi il potere continua ad essere direttamente proporzionale al denaro,
ovvero, si sono organizzate le cose in modo tale che all’abuso non ci sia
argine, ed anche se continuiamo a combattere, la partita è persa. Per tornare
alla consapevolezza del contesto in cui ad oggi ci troviamo, concludo con due
citazioni che ho trovato in esergo di un libro edito da Il Mulino, dell’antropologo-paleontologo
Giorgio Manzi, dal titolo emblematico, Antenati. Vi si legge: “Il nostro
cervello è troppo specializzato [...], e potrebbe benissimo essere che questa
eccessiva specializzazione porterà alla nostra estinzione. [...] se dobbiamo
controllare il nostro futuro, dobbiamo prima capire meglio il passato” (Louis
Leakey 1903-1972). “Siamo solo una razza avanzata di scimmie, su un pianeta minore
di una stella molto media. Ma possiamo capire l’Universo e questo ci rende
qualcosa di molto speciale” (Stephen Hawking 1942-2018). Non
resta che sperare che il nostro essere speciali, si traduca prima o poi in un
reale cambiamento di sistema.