È notizia
di questi giorni quella relativa alla nomina di un ambasciatore a Damasco da
parte del governo italiano dopo ben 12 anni di vuoto diplomatico. La nomina è
stata preceduta da un comunicato firmato congiuntamente dal governo italiano e
da quello di sei paesi membri dell'Unione Europea - quali Austria, Slovenia,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Cipro e Grecia - in cui sostanzialmente si
riconosce il fallimento della politica anti-Assad durata oltre un decennio. Che
questa nomina possa aprire la strada ad un'effettiva normalizzazione dei
rapporti tra Roma e Damasco si può soltanto auspicarlo: oltre ad essere
necessario in sé, un rapporto costruttivo con la Siria diventerebbe cruciale
nel caso in cui le tensioni tra Beirut e Tel Aviv precipitassero in una nuova
guerra aperta. Un rapporto necessario, quello tra Roma e Damasco, a prescindere
dalle responsabilità e dagli errori di Bashar al Assad, trasformato - con
innumerevoli e costanti omissis sulla situazione complessiva - nel capro
espiatorio di tutta la crisi siriana. Nel quadro dell'attuale miglioramento
delle difficili relazioni turco-siriane si potrebbe tra l'altro inserire
un'iniziativa italiana di mediazione tra i due paesi volta ad individuare tutte
quelle garanzie necessarie per Ankara, per Damasco e per la popolazione curda
delle regioni di confine. Se la distruzione di Gaza e l'annientamento della sua
popolazione da parte del governo israeliano non hanno avuto alcuna conseguenza
rilevante né sul piano diplomatico né su quello sanzionatorio, è opportuno
ricordare la Siria sia soggetta a sanzioni da oltre dodici anni. La fine delle
sanzioni di cui tutti i siriani hanno fatto le spese per oltre un decennio -
anche durante la pandemia ed il terremoto del 2023 - dev'essere una priorità
per il governo italiano: questo presupposto è indispensabile per creare le
condizioni di un miglioramento complessivo della vita quotidiana dei siriani e
permettere all'Italia di rilanciare quei rapporti culturali, economici e
politici che fino al 2011 facevano di Roma un riferimento insostituibile per
Damasco.