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giovedì 22 agosto 2024

LA STORIA È DAVVERO MAESTRA DI VITA?  
di Luigi Mazzella


La cosiddetta “cultura Occidentale”, oltre alla caratteristica della sua natura sostanzialmente fideistica ( si crede nelle utopie e si evita di pensare alla loro irrealizzabilità; il fanatismo ideologico da “ultras” prevale sulla razionalità) presenta l’unicità di avere l’orientamento (in buona sostanza: duplice) dei tre rami del monoteismo religioso mediorientale analogo, in definitiva,  a quello (duplice anch’esso) del doppio hegelismo che continua a coprire l’intera vita politica (fascismo e comunismo) del vecchio e nuovo Continente. In soldoni i cinque filoni del (si fa per dire) “pensiero (!)” Occidentale si riconducono a due: 1) abbiate fiducia nei popoli-guida (fuhrer) che vi condurranno alla salvezza; 2) con l’amore o con la forza rendete tutti gli abitanti della Terra “uguali”.
Altro dato saliente è che tra i vari filoni, la guerra è permanente e si sviluppa atrocemente in maniera del tutto indipendente dall’orientamento religioso o politico delle parti in conflitto. Gli ebrei in campo religioso e i nazifascisti sul versante laico avevano entrambi la convinzione di essere amati da Dio ma il giudaico popolo prediletto ha rischiato di essere totalmente annientato e distrutto dai tedeschi che sentivano di essere, essi, e soltanto essi, nel cuore della Divinità (“Gott mit uns”).
“Oremus et pro perfidis Judaeis” è la locuzione latina, presente dal VI al XX secolo nella liturgia cattolica del Venerdì Santo, che la dice lunga sui rapporti tra ebrei e cristiani, almeno fino a quando l’industria delle armi e la Finanza non hanno trovato l’accordo tra Wall Street, City e IOR a cooperare per il benessere dei figli (dopo tutto, asseritamente) di uno stesso Dio.
Sulla guerra tra Ebrei, da un lato, e Islamici (Palestinesi, in primis) sul fronte opposto è persino ultroneo e superfluo soffermarsi: le molteplici iniziative intervenute sinora hanno messo in evidenza la sterilità e l’inutilità del cosiddetto diritto internazionale a fermare massacri di massa, genocidi, distruzioni indiscriminate anche di “civili” di ogni genere ed età. A testimoniare, storicamente, a quali risultati disastrosi abbiano condotto le contrapposte visioni politiche di nazi-fascisti e dei socia-comunisti, v’è il ricordo di eventi del secolo scorso a occupare ancora la nostra mente esterrefatta.