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sabato 10 agosto 2024

LE OLIMPIADI E ALTRI PRIMATI   
di Luigi Mazzella


 
Si stanno celebrando le Olimpiadi 2024 a Parigi e lo staff di artisti creativi messo in piedi da Emmanuel Macron per la cerimonia di apertura ha  realizzato uno spettacolo fantasmagorico  di sorprendente ricchezza visiva e immaginativa che ha stupito, per i suoi effetti speciali e coloristici,  il mondo intero, ma ha suscitato anche  polemiche spesso non  giustificate e dovute  ad alcune  interpretazioni “malevoli” e arbitrarie, date ad alcuni  tableaux vivant  Si è detto che il sonno dei cattolici, per loro scelta di devozione, perennemente inquieti, soprattutto in fatto di sesso mal vissuto, è stato profondamente turbato da quelle immagini televisive  e ha stimolato il loro mai sopito  clerico-fascismo, sospingendoli a richiedere interventi, peraltro molto di moda, di cancel culture. L’Italia, naturalmente, sta concorrendo alla spartizione del medagliere (d’oro, d’argento e di bronzo) con le mirabolanti prestazioni dei suoi atleti (salti in alto e in lungo, lanci arditi di giavellotti, pesi e dischi, gare di nuoto, maratone e quant’altro esprima controllo e dominio di potenza muscolare e tendinea). Olimpiadi in campi diversi da quello sportivo non ve ne sono: nessuna giuria mondiale ha mai premiato, per limitarci a un solo esempio, il nostro Paese premiato per essere stato (ed essendo ancora oggi) l’unico al mondo senza più manicomi né ospedali psichiatrici giudiziari, Senza tema di smentite, non ve n’è altri sull’intero globo terracqueo. Certo; nei confini patri, il merito dell’abolizione della limitazione di libertà imposta a pazzi, innocenti o colpevoli di delitti che siano, è generalmente riconosciuto al veneziano Basaglia e ripetutamente ricordato dai nostri intellettuali. Si rammenta che lo psichiatra italiano ha restituito, pur senza averne avuto, peraltro, esplicita (e forse impossibile) richiesta dagli interessati (e meno che mai dai loro familiari), “dignità di persona al paziente psichiatrico” e che la sua iniziativa è stata estesa e completata dalla recente chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari che, illustrata in Parlamento dal militante democratico Ignazio Marino ha concesso la stessa dignità ai pazzi sanguinari e a stupratori seriali per alterazioni mentali connesse al sesso. Le due iniziative mettono gli ispiratori ed autori delle due leggi di chiusura anche al riparo dal pericolo del “culture cancel”. Nessun pazzo vero, innocente o colpevole, toglierà il creatore della famosa “legge 180” e i suoi successivi imitatori dal piedistallo su cui essi sono stati collocati senza rischiare di essere linciato da tanti altri suoi compagni di sventura nella malattia (c’è chi sostiene che o massacrerebbero in loco). 



A mio personale giudizio il pregio della riforma Basaglia è un altro: quello di avere consentito allo Stato italiano di risparmiare una montagna di quattrini per costruire ospedali psichiatrici ordinari e giudiziari. Non si può certamente pensare che Basaglia, data la sua militanza politica, abbia potuto intuire che in un Paese dove la cultura occidentale, composta dalle fantasiose, pazzesche  utopie religiose e filosofiche nate duemila anni or sono e sviluppate in venti secoli (con scenari di guida di duci, fuhrer, capi carismatici o di uguaglianze universali “d’amore o di lotta”) più irrealizzabili e astratte mai immaginate, seguite in Italia da fanatismi (molto più passionali che altrove), avrebbe fatto del “Bel Paese” l’avamposto più avanzato della follia Occidentale, per il quale non vi sarebbero mai stati edifici sufficienti a contenere la maggior parte della sua farneticante popolazione, l’una contro l’altra armata nel disquisire se il reddito elargito dallo Stato debba essere chiamato di cittadinanza o d’inclusione, se si debbano preferire i bonus ai sussidi o viceversa e se la fedeltà agli Stati Uniti d’America possa essere solo pronta e assoluta o debba, invece, essere anche inesorabilmente cieca. A pensare ciò si andrebbe come dicono gli avvocati “ultra petita” e non sarebbe il caso!