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martedì 3 settembre 2024

GLI ESSERI UMANI E LA RAGIONE
di Luigi Mazzella


 
Se alcune  gazzelle alla ricerca di fili d’erba nell’arida savana avvistano  un branco di feroci felini per mero istinto se la danno, come suol dirsi, a gambe levate,  fuggendo a più non posso. Se, invece e per converso, una marionetta come il Duce del Fascismo, nel secolo scorso o il comico Volodymir  Zelensky, oggi, l’uno perdendo il senso della realtà dopo aver fatto costruire carri armati di cartone per le sue parate militari e l’altro ponendo nel ripostiglio tutto il buon umore profuso nei suoi “numeri” di avanspettacolo, dopo aver ricevuto più di una pacca sulla spalla dallo zio Sam, mandano le loro pecorelle italiche o ucraine ad affrontare, il primo la “perfida Albione” alleata dell’America di Wall Street e della lobby finanziaria ebraica e, il secondo, l’orso russo, dopo averlo provocato e fatto arrabbiare con i suoi mercenari Azov, utilizzandoli per bastonare selvaggiamente russofoni e filorussi del Donbass e dintorni e rifiutandosi di garantire loro i diritti delle minoranze con un accordo politico (del tipo De Gasperi-Gruber, per capirci), viene da dubitare degli effetti, ritenuti salvifici e vantaggiosi, connessi all’essere dotati (per verità  scientificamente accertata) dell’uso di ragione.
Come possibil’est inizia un irripetibile (per il seguito) motto napoletano in latino maccheronico (finendo, come la mia dimanda, con il punto interrogativo).
La risposta per il mondo Occidentale è possibile e, per le teste non proprio dure, addirittura convincente. La razionalità è un prodotto del pensiero che è costituito anche da memoria e fantasia. Se la componente “fantastica” prende il sopravvento sulla meditazione e sulla memoria, la razionalità ne esce con le ossa rotte. Ed è ciò che è accaduto in Occidente duemila anni or sono: una vera catastrofe che non aveva e tuttora non ha riscontro nelle altre parti del Pianeta.
La “ragione” che pure era stata sommamente onorata in Grecia da filosofi monisti, empiristi, pragmatici e razionalisti, era letteralmente massacrata da credenze fantasiose e visioni filosofiche immaginifiche che sostituivano alla necessità di conoscere una concreta e verificabile realtà oggettiva, la tendenza a fantasticare circa l’esistenza di un secondo mondo (metafisico, cioè oltre quello fisico: metà tà physikà) disegnato dai religiosi come inferno, purgatorio e paradiso e dai filosofi detti idealisti (Platone, Aristotele e seguaci) come “iperuranio”. Su tali fantasie, abbinabili per i loro contenuti, in due utopie sociali irrealizzabili (Popolo-guida che conduce gli abitanti del Pianeta alla salvezza; Amore, o Lotta, che  rende gli esseri umani tutti uguali) è stata costruita la vita politica degli Occidentali. Si sottraggono all’obbligo di non ragionare (per mero caso, in ogni generazione) solo poche persone, cui, però, è riservato unicamente il destino di voci urlanti nel deserto. Quelle poche persone, comunque, sono ancora quelle che si consentono di scrivere liberamente, quantomeno on line,alla luce della fiaccola del raziocinio, pur consapevoli  che le teste dure saranno ancora per lungo tempo in maggioranza schiacciante. 
Conclusione consolatoria: miliardi di individui sono vissuti prima delle folgorazioni fantasiose di venti secoli fa; miliardi di persone vivranno dopo che quelle folgorazioni saranno considerate retrospettivamente un “fuoco di paglia” di breve durata.