Se alcune gazzelle alla ricerca di fili d’erba
nell’arida savana avvistano un branco di feroci felini per mero
istinto se la danno, come suol dirsi, a gambe levate, fuggendo a più
non posso. Se, invece e per converso, una marionetta come il Duce del
Fascismo, nel secolo scorso o il comico Volodymir Zelensky,
oggi, l’uno perdendo il senso della realtà dopo aver fatto costruire carri
armati di cartone per le sue parate militari e l’altro ponendo nel ripostiglio
tutto il buon umore profuso nei suoi “numeri” di avanspettacolo, dopo aver
ricevuto più di una pacca sulla spalla dallo zio Sam, mandano le loro
pecorelle italiche o ucraine ad affrontare, il primo la “perfida Albione”
alleata dell’America di Wall Street e della lobby finanziaria ebraica e, il secondo,
l’orso russo, dopo averlo provocato e fatto arrabbiare con i suoi mercenari
Azov, utilizzandoli per bastonare selvaggiamente russofoni e filorussi del
Donbass e dintorni e rifiutandosi di garantire loro i diritti delle
minoranze con un accordo politico (del tipo De Gasperi-Gruber, per
capirci), viene da dubitare degli effetti, ritenuti salvifici e
vantaggiosi, connessi all’essere dotati (per
verità scientificamente accertata) dell’uso di ragione. Come possibil’est inizia un irripetibile (per il
seguito) motto napoletano in latino maccheronico (finendo, come la mia
dimanda, con il punto interrogativo). La risposta per il mondo Occidentale è possibile e, per le teste
non proprio dure, addirittura convincente.La razionalità è un prodotto del pensiero
che è costituito anche da memoria e fantasia. Se la componente “fantastica”
prende il sopravvento sulla meditazione e sulla memoria, la razionalità ne esce
con le ossa rotte.Ed è ciò che è accaduto in Occidente duemila anni or sono: una
vera catastrofe che non aveva e tuttora non ha riscontro nelle altre parti del
Pianeta. La “ragione” che pure era stata sommamente onorata in Grecia da
filosofi monisti, empiristi, pragmatici e razionalisti, era
letteralmente massacrata da credenze fantasiose e visioni filosofiche
immaginifiche che sostituivano alla necessità di conoscere una concreta
e verificabile realtà oggettiva, la tendenza a fantasticare circa
l’esistenza di un secondo mondo (metafisico, cioè oltre quello fisico: metà
tà physikà) disegnato dai religiosi come inferno, purgatorio e paradiso e dai
filosofi detti idealisti (Platone, Aristotele e seguaci) come “iperuranio”. Su
tali fantasie, abbinabili per i loro contenuti, in due utopie sociali
irrealizzabili (Popolo-guida che conduce gli abitanti del Pianeta alla
salvezza; Amore, o Lotta, che rende gli esseri umani tutti
uguali) è stata costruita la vita politica degli Occidentali. Si
sottraggono all’obbligo di non ragionare (per mero caso, in ogni generazione)
solo poche persone, cui, però, è riservato unicamente il destino di voci
urlanti nel deserto. Quelle poche persone, comunque, sono ancora quelle che si
consentono di scrivere liberamente, quantomeno on line,alla luce
della fiaccola del raziocinio, pur consapevoli che le teste dure saranno
ancora per lungo tempo in maggioranza schiacciante. Conclusione consolatoria: miliardi di individui sono vissuti prima
delle folgorazioni fantasiose di venti secoli fa; miliardi di persone vivranno
dopo che quelle folgorazioni saranno considerate retrospettivamente un “fuoco
di paglia” di breve durata.