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mercoledì 4 settembre 2024

IMMAGINI CHE UCCIDONO
di Laura Margherita Volante


 
O
ggi assistiamo al bombardamento di immagini che incidono profondamente nei bambini con la tivù accesa in casa. In ogni stanza. Violenza nei cartoni, violenza in ogni genere di filmati. Violenza e guerre attraverso le immagini dei media, che le ripropongono a ripetizione ossessiva: un vero lavaggio del cervello. I bambini per natura curiosi nella esplorazione della realtà e nell’apprendimento del linguaggio della convivenza, restituiscono ciò che fotografano e respirano con la stessa violenza e ferocia, come se la comunicazione e i conflitti si risolvessero solo attraverso l’aggressività o con i coltelli nei casi estremi. Gli adolescenti nuotano nello stagno sociale: corpi estranei che s’adattano emulando ciò che passa per normalità. Non si nutrono di bellezza, ma di brutture e bruttezze, a cui si abituano con rabbia e odio, in una depressione vitale dove l’espressione dell’amore è ignota. La violenza diventa la protagonista di questi ribelli senza causa, il cui senso di onnipotenza fra eros e thanatos può esplodere come una bomba improvvisamente. È la società del dio denaro, del consumismo, del divertimentificio, dell’assenza dell’essere, a mettere nelle mani dei fanciulli i coltelli per sopravvivere in un mondo schizofrenico, di immagini fuorvianti sul senso umano della vita e quello della proiezione di morte liberatoria. La morte della fantasia che non c’è, dell’immaginazione cantata da Leopardi con la quale si può sognare l’infinito.