Come
folli abbiamo costruito l’esistenza
sulla linea fragile della
paura. Inchiavardati
in sottili equilibri di
morte osserviamo lo scorrere dei
giorni che ci ricordano quanto
il domani sia a tempo e
l’oggi sia scandito dall’abuso. E
così invece di riempire i granai di
cereali li stipiamo di terribili congegni
di distruzione di massa. E
come folli mettiamo i piedi su
appigli che si sgretolano e
ci fanno rotolare nel vuoto
senza fine.