Degli attuali governanti del mondo, pochissimi hanno visto la
seconda guerra mondiale o la ricordano. Quelli nati appena dopo hanno scarsa
memoria delle rovine e dei morti: erano bambini e forse ne hanno appena sentito
parlare. Non hanno visto le città rase al suolo, non hanno visto gli sfollati,
la gente rimasta senza casa e immiserita. Non sanno della fame, di bucce di
patate, delle erbe raccattate per le vie, del freddo, di uomini tornati a casa
dopo anni ed anni di prigionia, di dispersi, e tanto altro ancora. Non hanno
provato sulla loro pelle le conseguenze delle bombe americane sganciate su
Hiroshima e Nagasaki, non hanno visto i feti malformati prodotti dalle
contaminazioni radioattive. Il vostro presidente della Repubblica (mio non
lo è più da quanto il conflitto russo-ucraino ci ha posto davanti al bivio: trovare
una soluzione negoziata o scomparire, e si è messo anch’egli fra i fautori
del tanto peggio tanto meglio, inconsapevole di quindicimila ordigni
nucleari in grado di cancellare ogni forma di vita, compresa la sua, quella dei
suoi familiari e discendenti; inconsapevole di vivere in epoca nucleare, epoca
che può porre fine alla civiltà e alla storia. Non ce lo saremmo aspettati da
un presidente cattolico e credente, come non ce lo saremmo aspettato da quanti
si dicono patrioti e stanno lavorando per la scomparsa della patria; di quanti
si dicono democratici e stanno portando, come i peggiori guerrafondai, il
popolo alla morte), il vostro presidente della Repubblica, dicevo, è nato nel
1941: la guerra non l’ha vista e non ne conosce la barbarie. Il presidente
americano era ancora più giovane, è nato nel 1942, e la guerra nel suo Paese
non c’era. A morire i giovani americani vennero in Europa e in America tornarono
le bare. Molti di loro sono seppelliti nei vari cimiteri europei e le madri non
hanno potuto deporre sulle loro tombe nemmeno un fiore. Scholz è del 1958 come
la Von der Leyen, Macron del 1977 come la Meloni, la guerra non la conoscono. Ecco
perché a cuor leggero parlano di guerra e la parola pace non rientra nel loro
vocabolario.
Ho scritto e detto più volte che a creare
le tensioni internazionali non sono i cittadini. Sono i Governi, gli Stati e i
loro apparati: eserciti, mercanti di armi, scienziati al servizio della
distruzione, diplomazie, partiti irresponsabili, manipolatori di una stampa
servile e compiacente, speculatori. Allora vi chiedo: perché le conseguenze del
loro agire deve ricadere su uomini, donne, bambini e anziani incolpevoli? Perché
costoro non risolvono le loro diatribe sfidandosi direttamente a duello senza
mettere in pericolo le nostre vite? Chi li ha resi padroni della vita di
miliardi di persone? Quale giustizia ha conferito loro questo smisurato e
disumano potere? Se la guerra riguardasse le loro vite i cittadini non se ne
darebbero pensiero, ma qui si tratta della vita del genere umano e delle altre
creature – animali e vegetali inclusi – oltre all’immenso patrimonio mondiale
della civiltà e della cultura. Lo scrittore Carlo Cassola che ai temi del
disarmo ha consacrato una parte importante della sua vita, ammoniva, quasi
mezzo secolo fa, che non sarebbe stato necessario avere al potere un pazzo
criminale per precipitare il mondo nell’abisso nucleare, sarebbero bastati la
proliferazione di armi di sterminio di massa, gli Stati sovrani armati e le
alleanze militari. Tutte condizioni che si sono verificate dalla fine della
seconda guerra mondiale in poi. L’Occidente ha contribuito in maniera notevole
a tutto questo. Stati Uniti ed Europa non hanno voluto cogliere la grande
occasione offerta dalla caduta del Muro di Berlino, della fine della Cortina di
Ferro, dello scioglimento del Patto di Varsavia. Era avvenuto tutto
miracolosamente senza spargimento di sangue. Una contingenza fortunata per iniziare
a lavorare ad un mondo disarmato e collaborativo liberandosi del fardello
nucleare, degli armamenti, delle divisioni e delle egemonie. Dell’oscena spesa
militare che ha affamato il mondo e impedito di prenderci cura dell’ambiente e
dei gravi problemi che lo minacciano. Si è scelto invece la strada peggiore:
quella di un’alleanza militare ancora più vasta fondando la sicurezza sull’illusione
delle armi. Le armi non lo hanno reso più sicuro, il mondo, e la crisi ucraina rischia
di diventare presto la tomba per tutti noi.