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venerdì 27 settembre 2024

SARÀ GUERRA ATOMICA
di Angelo Gaccione

 

Degli attuali governanti del mondo, pochissimi hanno visto la seconda guerra mondiale o la ricordano. Quelli nati appena dopo hanno scarsa memoria delle rovine e dei morti: erano bambini e forse ne hanno appena sentito parlare. Non hanno visto le città rase al suolo, non hanno visto gli sfollati, la gente rimasta senza casa e immiserita. Non sanno della fame, di bucce di patate, delle erbe raccattate per le vie, del freddo, di uomini tornati a casa dopo anni ed anni di prigionia, di dispersi, e tanto altro ancora. Non hanno provato sulla loro pelle le conseguenze delle bombe americane sganciate su Hiroshima e Nagasaki, non hanno visto i feti malformati prodotti dalle contaminazioni radioattive. Il vostro presidente della Repubblica (mio non lo è più da quanto il conflitto russo-ucraino ci ha posto davanti al bivio: trovare una soluzione negoziata o scomparire, e si è messo anch’egli fra i fautori del tanto peggio tanto meglio, inconsapevole di quindicimila ordigni nucleari in grado di cancellare ogni forma di vita, compresa la sua, quella dei suoi familiari e discendenti; inconsapevole di vivere in epoca nucleare, epoca che può porre fine alla civiltà e alla storia. Non ce lo saremmo aspettati da un presidente cattolico e credente, come non ce lo saremmo aspettato da quanti si dicono patrioti e stanno lavorando per la scomparsa della patria; di quanti si dicono democratici e stanno portando, come i peggiori guerrafondai, il popolo alla morte), il vostro presidente della Repubblica, dicevo, è nato nel 1941: la guerra non l’ha vista e non ne conosce la barbarie. Il presidente americano era ancora più giovane, è nato nel 1942, e la guerra nel suo Paese non c’era. A morire i giovani americani vennero in Europa e in America tornarono le bare. Molti di loro sono seppelliti nei vari cimiteri europei e le madri non hanno potuto deporre sulle loro tombe nemmeno un fiore. Scholz è del 1958 come la Von der Leyen, Macron del 1977 come la Meloni, la guerra non la conoscono. Ecco perché a cuor leggero parlano di guerra e la parola pace non rientra nel loro vocabolario.



Ho scritto e detto più volte che a creare le tensioni internazionali non sono i cittadini. Sono i Governi, gli Stati e i loro apparati: eserciti, mercanti di armi, scienziati al servizio della distruzione, diplomazie, partiti irresponsabili, manipolatori di una stampa servile e compiacente, speculatori. Allora vi chiedo: perché le conseguenze del loro agire deve ricadere su uomini, donne, bambini e anziani incolpevoli? Perché costoro non risolvono le loro diatribe sfidandosi direttamente a duello senza mettere in pericolo le nostre vite? Chi li ha resi padroni della vita di miliardi di persone? Quale giustizia ha conferito loro questo smisurato e disumano potere? Se la guerra riguardasse le loro vite i cittadini non se ne darebbero pensiero, ma qui si tratta della vita del genere umano e delle altre creature – animali e vegetali inclusi – oltre all’immenso patrimonio mondiale della civiltà e della cultura. Lo scrittore Carlo Cassola che ai temi del disarmo ha consacrato una parte importante della sua vita, ammoniva, quasi mezzo secolo fa, che non sarebbe stato necessario avere al potere un pazzo criminale per precipitare il mondo nell’abisso nucleare, sarebbero bastati la proliferazione di armi di sterminio di massa, gli Stati sovrani armati e le alleanze militari. Tutte condizioni che si sono verificate dalla fine della seconda guerra mondiale in poi. L’Occidente ha contribuito in maniera notevole a tutto questo. Stati Uniti ed Europa non hanno voluto cogliere la grande occasione offerta dalla caduta del Muro di Berlino, della fine della Cortina di Ferro, dello scioglimento del Patto di Varsavia. Era avvenuto tutto miracolosamente senza spargimento di sangue. Una contingenza fortunata per iniziare a lavorare ad un mondo disarmato e collaborativo liberandosi del fardello nucleare, degli armamenti, delle divisioni e delle egemonie. Dell’oscena spesa militare che ha affamato il mondo e impedito di prenderci cura dell’ambiente e dei gravi problemi che lo minacciano. Si è scelto invece la strada peggiore: quella di un’alleanza militare ancora più vasta fondando la sicurezza sull’illusione delle armi. Le armi non lo hanno reso più sicuro, il mondo, e la crisi ucraina rischia di diventare presto la tomba per tutti noi.