L’uscita di Mario Draghi
che, gridando, all’improvviso, una sorta di “Al lupo! ”Al lupo!” per l’Europa
in caduta libera, ci esorta ad indebitarci ulteriormente con l’America (e per
essa con la Finanza di Wall Street e della City) per evitare una catastrofe di
cui non poteva non essere a conoscenza da tempo per i suoi alti incarichi europei e nazionali offre lo spunto
per molte considerazioni (purtroppo tristi): a)Essa
ha trovato l’immediato consenso di Fratelli d’Italia (Foti) che pure di Draghi
era stata la forza di opposizione più accanita e tenace durante il periodo di
tempo in cui Giorgia Meloni non aveva ancora adagiato la sua testa bionda sui
capaci pettorali dello zio Sam e non si era lasciata convincere ad abbandonare
tutti i suoi cavalli di battaglia (anche elettorali) per sposare le cause d’oltreoceano
persino sugli scenari di guerra; b)Essa
sembra adombrare la certezza di Draghi, fedele alla linea del Partito
Democratico Nordamericano, che la Harris ridens abbia
poche prospettive di vittoria alle prossime elezioni presidenziali statunitensi
e che le sue personali fortune e soggettive ambizioni di presunto grande
statista per il Vecchio Continente siano per lui in irreversibile declino a
causa dell’idea che Donald Trump ha di un’Europa non più colonizzata dagli
States attraverso l’interposta Unione Europea, attualmente ancora affidata all’Ursula
Von der Leyen & co; c)Essa
mette ancora una volta in luce alternativamente o 1) l’incapacità,
l’improntitudine, il pressapochismo, la superficialità perniciosa,
l’inconcludenza, l’arrendevolezzaoppure: 2) la mala fede, la corruzione, il tradimento dell’interesse
nazionale, di una classe dirigente politica che o è incapace di “leggere” gli
eventi politici e si lascia incantare da pifferai venduti a Stati stranieri o
perpetua l’abitudine contratta ab immemorabili dagli
Italiani, di accontentarsi di governanti di mezza tacca.