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giovedì 31 ottobre 2024

UNA FOTO
di Pierpaolo Calonaci


Spiaggia con morto
 
La drammatica efficacia dell’immagine sta proprio nel rappresentare nell’immagine l’inimmaginabile; eppure due persone che rimangono sedute, inerti e inermi, sotto l’ombrellone del proprio divertimento nonostante la realtà sia fatta da un cadavere (di un migrante) poco distante, mostrano cosa sia quel divertimento, quel bisogno di vita, quali siano perciò le condizioni materiali dell’esistere moderno. Per analogia, la cecità non sta nel non vedere, sarebbe una tautologia, ma segnatamente nel vedere con uno sguardo disumano. Il senso di questo scatto po’ essere indagato avvertendo in esso una propaganda xenofoba di uno stato patriottico votato alla difesa dei confini che oggi più che mai ha riaffilato il proprio linguaggio e le proprie pratiche politiche? Certo, questo scatto condensa anche questo: la disumanizzazione, ovvero sradicamento direbbe con attenzione intellettuale Simone Weil della vita dall’atto di pensare che, in questo contesto, assume la radicata difficoltà di definirci, anche a livello metaforico, in termini di relazioni umane e di legami fondativi quali esseri umani appunto. Altrettanto questo scatto indica quanto lo sguardo disumano e disumanizzante sia in definitiva qualcosa che si accetta, si legittima, si fa habitus: è contemporaneamente naturale e normale. Habitus, ci dice Pierre Bourdieu, poliedrico e affascinante sociologo francese degli anni Ottanta, è uno strumento d'indagine sociologica tramite cui cercare di analizzare il reale come fenomeno totalmente comprensibile senza giungere a sclerotizzarlo in verità; e siccome la foto mostra - potrebbe essere la guerra - che l’omicidio è in casa, evitare questa sclerotizzazione è un dovere (corsivo mio). 



Senza “gli altri”, non c’è più l’onere esistenziale di definire noi stessi in relazione ad essi. Definirsi da soli, sotto l'ombrellone della propria vacuità, è una masturbazione a dir poco patologica. Siamo perciò pronti a tutto, anche a restare seduti sotto il sole, con un frigo per le vivande a fianco, a godere del meritato relax che la vacanza ci assicura e che l'omicidio sistematico di innocenti sembra non alterare. Si potrebbe tentare di ricorrere al termine di solipsismo, che la Filosofia fenomenologica del Novecento (Husserl ma particolarmente Edith Stein col suo “Il problema dell’empatia”) cerca di osservare per evidenziare un modello di pensiero, quello solipsistico che da allora in poi, corroborato dal rafforzamento dello Stato/nazione in chiave totalitarista, oggi in senso liberal/autocratico, produce in seno all’uomo: egli è e vuole rimanere e fa di tutto per rimanere sulla scena sociale e politica quale unico e solo padrone. Ma il solipsismo non attacca le radici storiche dello stato/nazione/patria moderne.



Continua Bourdieu che la storia dei rapporti sociali, cioè i modi, le leggi, la storia con cui il mondo sociale (l’economia in primis) e le varie forme sotto cui viene prodotta l’esistenza, si manifestano in modo meccanico e naturale attraverso un tempo lineare senza scossoni. In modo che l’ordine delle cose, di cui lo stato è patriarca della parola ufficiale, diventi appunto naturale (mentre è l’opposto), nascondendosi all’analisi scientifica in virtù di quel meccanismo naturale di incorporazione all’ordine dato che si accompagna, mutatis mutandis, alla natura con cui si compie. Forse quei due individui esemplificano proprio il funzionamento della pratica dell’habitus; la storia non può essere maestra poiché ha assunto i contorni fittizi della natura; è in essa che chiunque può diventare soggetto inerte ma pronto ad interiorizzare, suo malgrado, una nuova storia. L’habitus è una “nuova” storia: pernicioso portatore di forme di appartenenza in cui investe lo stato e la sua propaganda. Verosimilmente è l'atto poetico che ci scaraventa davanti l’odiosa realtà: Brecht (potrebbe benissimo essere Pasolini), allora. A quelli nati dopo di noi.



 
Veramente, vivo in tempi bui!
La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
indica insensibilità. Colui che ride
probabilmente non ha ancora ricevuto
la terribile notizia.
Che tempi sono questi in cui
un discorso sugli alberi è quasi un reato
perché comprende il tacere su così tanti crimini!
Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada
forse non è più raggiungibile per i suoi amici
che soffrono?
È vero: mi guadagno ancora da vivere
ma credetemi: è un puro caso. Niente
di ciò che faccio mi dà il diritto di saziarmi.
Per caso sono stato risparmiato.
(Quando cessa la mia fortuna sono perso)
Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai!
Ma come posso mangiare e bere se
ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete?
Eppure mangio e bevo.
Mi piacerebbe anche essere saggio.
Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:
tenersi fuori dai guai del mondo e passare
il breve periodo senza paura.
Anche fare a meno della violenza
ripagare il male con il bene
non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
questo è ritenuto saggio.
Tutto questo non mi riesce:
veramente, vivo in tempi bui!
Voi, che emergerete dalla marea
nella quale noi siamo annegati
ricordate
quando parlate delle nostre debolezze
anche i tempi bui
ai quali voi siete scampati.
Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
attraverso le guerre delle classi, disperati
quando c’era solo ingiustizia e nessuna rivolta.
Eppure sappiamo:
anche l’odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l’ira per le ingiustizie
rende la voce rauca. Ah, noi
che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuto il momento
in cui l’uomo è amico dell’uomo
ricordate noi
Con indulgenza.

 

ARTE



Vincenzo Pezzella alla Ticinese Art Gallery
Corso San Gottardo, n. 37 - Milano
 
 
Poesie di Transito
opere dal 1994 al 1999
 
dal 8 al 30 novembre 2024
opening venerdì 8 novembre dalle ore 18 alle 21
 
info@ticineseartgallery.com

ANPI CRESCENZAGO CONTRO IL MASSACRO






CAM GARIBALDI




POETI PER IL MUNICIPIO TRE


Cliccare sulla locandina per ingrandire


martedì 29 ottobre 2024

NUMERI DALLA LIGURIA 
di Franco Astengo


 
Bucci e Orlando

Analisi del voto in Liguria: Elezioni Regionali 2024.
 
In premessa va ricordato che Bucci è stato eletto senza sfondare il muro dei 300.000 voti (perdendone più di 60.000 dal Toti 2020) e perdendo clamorosamente proprio nella cinta urbana del capoluogo regionale. Orlando ha sopravanzato Bucci di 18.000 suffragi. Sicuramente avrà inciso la vicenda giudiziaria che ha investito Regione, Autorità Portuale, un notissimo imprenditore considerato un pilastro dell’economia ligure. Siamo però siamo di fronte a una evidente bocciatura della gestione amministrativa portata avanti da Bucci. La minore astensione (pur rilevante) fatta registrare a Genova è stata dovuta alla volontà della maggioranza di elettrici ed elettori di esprimere il proprio dissenso. Nella sostanza il successo di Bucci arriva dalla periferia, in particolare quella del Ponente da Finale a Ventimiglia (nella circoscrizione di Imperia Bucci supera i 15.000 voti di scarto). Si tratta di un risultato ben precisamente dovuto alla politica portata avanti dall’amministrazione uscente: il frutto della politica corporativa condotta da Toti e dai suoi sodali e di isolamento dell’area centrale della provincia di Savona penalizzata nelle infrastrutture e nelle prospettive di modernizzazione industriale per favorire (come dimostra bene anche l’elargizione dei fondi) di balneari, ristoratori, albergatori, ecc. (non a caso a Savona abbiamo avuto un albergatore presidente dell’Unione Industriali, adesso sindaco di Finale dopo aver svolto il compito di assessore regionale con il centro-sinistra) e presidente di Confcommercio il capataz dei balneari vicinissimo a Toti e Vaccarezza grande collettore di voti come Scajola a Imperia. Nello scioglimento del nodo di Genova Città Regione che non vota il Sindaco come Presidente Savona resta priva, in maggioranza e in minoranza, di una rappresentanza politica derivante direttamente dalla coalizione democratico- progressista che amministra la Città dal 2021 e che, nell’occasione, è stata confermata dal suffragio cittadino per le elezioni Regionali (con Orlando in netto vantaggio su Bucci).
Andando per ordine:
 


PARTECIPAZIONE AL VOTO
Il parametro di riferimento è quello del totale dei voti validi, sommando nel “non voto” la mancata partecipazione, le schede bianche e le schede nulle.
Elezioni regionali 2020: iscritti nelle liste 1.340.604 elettrici e elettori, voti validi per i candidati presidenti (10) 682.490 pari al 52,31%, voti validi per le liste 626.425 pari al 46,72%. Si noti la netta differenza nelle espressioni di voto a favore della candidatura singola come accade ogni qual volta si verifichi una elezione diretta per una carica monocratica, segnala di un ormai avvenuto radicamento della concezione personalistica della politica.
Elezioni politiche 2022 (Senato, perché unico collegio e quindi voto omogeneo), iscritti nelle liste 1.195.266 (numero inferiore rispetto alle regionali a causa dell’iscrizione nelle circoscrizioni estero). Voti validi (coincidenti tra voti espressi tra candidati nei collegi uninominali e liste non essendo previsto il voto disgiunto) 735.081 pari al 61,49% a dimostrazione del maggior interesse verso le elezioni politiche rispetto a quelle locali (non solo regionali ma anche le amministrative ormai raccolgono un minor numero di voti)
Elezioni europee 2024: iscritti nelle liste 1.305.235. Voti validi 625.621 pari al 47,93%.
Regionali 2020 ed Europee 2024 si assestano su di un totale di voti validi (nelle Regionali 2020 per le liste) al di sotto del 50%.
Elezioni regionali 2024: iscritti nelle liste 1.341.693 Voti validi 596.833 (44,48%) per i candidati presidenti e 562.299 (41,90%) per le liste d’appoggio (confermando la tendenza al voto personale nell’occasione di elezione per cariche monocratiche).
85.657 voti validi in meno per i candidati presidenti (nel 2020: 10, nel 2024:9) e 28.688 in meno rispetto alle Europee 2024.



CENTRO DESTRA
Regionali 2020: Eletto Toti con 363.053 voti pari al 27,08% del totale degli aventi diritto (parametro che si seguirà anche per gli altri raffronti percentuali).
La coalizione di centro destra ha raccolto 354.137 voti pari al 26,41%.
La prima forza dello schieramento di centro destra risultò la lista del presidente “Cambiamo” con 141.629 voti (10,56%), Lega con 107.340 ( 8,00%), Fratelli d’Italia 68.088 (5,07%), Forza Italia 33.006 ( 2,46%), UDC 4.074 (0,30%).
Politiche 2022: Toti presenta la lista “Noi Moderati” con un evidente insuccesso e si verifica uno spostamento secco di consenso (in linea con il quadro nazionale) verso Fratelli d’Italia che raccoglie 179.118 suffragi (14,98%), Lega 64.399 (quasi dimezzata rispetto alle regionali: 5,38%), Forza Italia 48.746 (in crescita: 4,07%) Noi moderati 18.794 (1,57% a dimostrazione della difficoltà a trasferire il consenso locale sul piano nazionale). La coalizione assomma 311.057 voti (26,02%)
Europee 2024. I dati coalizionali rappresentano soltanto una forzatura statistica essendo la competizione europee regolata da una formula proporzionale con sbarramento. In ogni caso la somma di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia (inclusa “Noi Moderati”) realizza 275.802 voti (21,13% sul totale degli aventi diritto, in evidente arretramento).
Pur perdendo voti e punti percentuali Fratelli d’Italia conferma la propria egemonia nello schieramento: 167.508 voti (12,83%, più di 2 punti effettivi in meno). Lega 55.560 (4,25%, un calo dell’1,13%), Forza Italia con Noi Moderati 52.734 (4,04%, a dimostrazione che le fusioni elettorali non funzionano mai, normalmente si perde a destra come a sinistra).
Regionali 2024: Eletto Bucci con 291.093 voti pari al 21,69% sul totale degli aventi diritto (-5,39% rispetto a Toti nel 2020).
La coalizione di centro destra ha raccolto 271.809 pari al 20,25% sul totale degli aventi diritto - 6,16% rispetto al 2020), in arretramento anche rispetto alla somma dei partiti di centro destra nelle Europee 2024 dello 0,88%.
Fratelli d’Italia mantiene il primato nella coalizione (già conseguito nelle Politiche 2022 e nelle Europee 2024) con 84.816 voti (6,32% sul totale degli aventi diritto) cedendo 82.692 voti rispetto al dato delle Europee svolte nello scorso giugno. Le due liste “civiche” (in realtà Vince Liguria può essere considerata l’erede della totiana “Cambiamo” che nel 2020 aveva raccolto 141.629 voti pari al 10,56% sul totale degli avanti diritto) assommano 85.269 voti (6,35% sul totale degli aventi diritto) drenando in effetti il calo del partito della presidente del Consiglio.
La Lega totalizza 47.652 voti (3,55% sul totale degli aventi diritto, con una flessione rispetto alle Europee 2024 dello 0,70%). Anche Forza Italia perde voti rispetto alle Europee scendendo a 44.849 (con Noi Moderati aveva messo assieme nel giugno scorso 52,734 suffragi). Da tener conto i 7.294 voti dell’UDC (in crescita rispetto all’unica comparazione possibile quella del 2020 quando la lista dello scudo crociato si era fermata a 4.074 voti. In coda nella graduatoria del centro destra la lista di Alternativa Popolare di Bandecchi con 1.929 voti.


 

CENTRO SINISTRA
REGIONALI 2020. Ferruccio Sansa, candidato dello schieramento composto da PD, 5Stelle, Lista Sansa, Sinistra-Linea Condivisa e Europa Verde era stato sconfitto da Toti ottenendo 265.506 voti (19,13%) mentre la coalizione si era fermata a 242.652 suffragi (18,10%, un punto in meno dei voti toccati dal candidato Presidente).
PD 124.586 voti (secondo partito dietro la lista personale di Toti: 9,29%), M5S 48.722 (3,63%, non si può omettere di far notare come nelle elezioni politiche del 2018 il Movimento avesse ottenuto 259.264 voti pari al 21,08% sul totale degli aventi diritto. In 2 anni un calo del 17,45% effettivo per un valore di circa 210.000 voti perduti). La lista personale di Sansa 44.700 voti (3,33%), Sinistra-Linea Condivisa 15.451 (1,15%), Europa Verde 9.193 (0,68%). Deve essere rilevato come per le elezioni 2024 Linea Condivisa risulta confluita nella lista del candidato Presidente Orlando, mentre Sinistra Italiana, Europa Verde e Lista Sansa sono confluite nella lista AVS: da ricordare allora come la somma delle 3 liste nel 2020 era stata di 69.344 voti (5,12%).
POLITICHE 2022. I candidati uninominali della coalizione di centro sinistra formata da PD, Alleanza Verdi Sinistra (AVS), da +Europa e dalla lista Di Maio con il Centro Democratico raccolgono 222.585 voti (18,62% sul totale degli aventi diritto: 0,52% in più della coalizione che aveva sostenuto Sansa ma con 20.000 voti in meno a causa dell’aumento dei voti validi, assente il M5S e inglobato + Europa nella coalizione, irrilevante come vedremo l’apporto della Lista Di Maio).
Il PD ha ottenuto 163.076 voti (13,69% con un aumento percentuale del 3,40%) Alleanza Verdi Sinistra 30.573 voti (2,55%, all’incirca la metà di quanto messo assieme nelle Regionali 2020 dalle tre liste Sinistra Linea Condivisa, Sansa, Europa Verde). Più Europa 24.788 voti (2,07%) e la lista Di Maio 4.148 (0,34%). In sostanza il centro sinistra rimane lontano dal centro destra per 88.472 voti (2 punti virgola 51 sul totale degli aventi diritto).



EUROPEE 2024.
Ricordando ancora la formula elettorale proporzionale in uso nelle elezioni europee in questa occasione una possibile coalizione di centro sinistra sarebbe risultata composta soltanto da PD e AVS, considerata la posizione del M5S alle politiche e la confluenza di + Europa con il centro di Italia Viva.
Il PD ha ottenuto 164.470 voti (circa 1.000 voti in più rispetto al 2022. 12,60% con una flessione percentuale dell’1,09% sul totale degli aventi diritto, numero mutato per via del ritorno nelle liste dei residenti all’estero). AVS 48.069 (3,68%, un incremento dell’1,13%). La somma PD + AVS 212.539 (16,28%, - 2,34% rispetto alla coalizione per le politiche 2022).
M5S: nelle europee di giugno 2024 il M5S ha avuto 63.727 voti perdendo 31.281 voti rispetto alle politiche 2022 (dove ne aveva realizzato 95.008: in percentuale 7,94%, nel 2024 4,88 % con una diminuzione dello 3,06%).
La somma PD + AVS + M5S alle europee 2024 consisteva in 276.266 voti.
CENTRO
Complesse le vicende elettorali legate alla ricerca del “Centro”. Cerchiamo di dipanare la matassa per quanto possibile.
REGIONALI 2020
Al centro si presenta la candidatura Massardo sostenuta da una lista formata dal PSI, + Europa, Italia Viva: la candidatura ottiene 16.546 voti (1,23%) mentre la lista ne assomma 15.083 (1,12%).
POLITICHE 2022
Mentre + Europa si schiera con il fronte progressista con PD e AVS, Azione e Italia Viva presentano propri candidati. il risultato è di 53.490 voti (4,47%). Un progresso di circa 37.000 voti sulla candidatura Massardo (3,24% di crescita in percentuale sul totale degli aventi diritto).
EUROPEE 2024
Italia Viva e Azione si presentano separatamente e + Europa entra in lista con Italia Viva. Entrambe le liste non superano lo sbarramento sul piano nazionale. La lista Italia Viva e + Europa ottiene 23.397 voti (1,79%) Azione 22.087 (1,69%, in quella che si potrebbe definire una competizione personalistica al ribasso compiuta senza tener conto della formula elettorale proporzionale).
La somma delle due liste sarebbe stata di 45.484 voti, in calo di 8.006 voti rispetto alla lista unitaria 2022 (dal 4,47% al 3,48%: un calo dello 0,99%).
REGIONALI 2024
Nelle elezioni regionali 2024 di cui stiamo cercando di analizzare l’esito si è presentata sul versante del centro sinistra una coalizione formata da PD, M5S, AVS, una lista centrista monca dopo una feroce polemica della componente Italia Viva costretta a ritirare i suoi candidati e due liste “civiche” l’una “del Presidente” e l’altra espressione di istanze territoriali.
La coalizione ha raccolto complessivamente 269.169 voti (20,06% sul totale degli avanti diritto migliorando di quasi 2 punti il dato della coalizione che nel 2020 aveva sostenuto Ferruccio Sansa comprendente anche in quel caso il M5S).
Dal punto di vista delle singole forze politiche:
a) il PD flette leggermente rispetto alle europee scendendo da 164.470 voti a 160.148 (11,93% sul totale degli aventi diritto).
b) AVS, sempre rispetto alle Europee flette di circa 14.000 voti da 48.069 (3,68% sul totale degli aventi diritto) a 34.721 (2,58%, quindi un -1,10% sul totale degli aventi diritto). È risultato così inutile l’apparentamento con la Lista Sansa;
c) le due liste “del Presidente” sommano 38.943 voti (2,90% sul totale degli aventi diritto) una cifra fortemente inferiore a quella raccolta delle “omologhe” presenti nel centro destra, ma in quel caso c’è da tener conto dell’eredità della totiana “Cambiamo” del 2020;
d) la lista “centrista” comprendente Azione ma non Italia Viva per via del veto imposto dal M5S ottiene 9.813 voti (0,73% sul totale degli aventi diritto). Nel 2020 la candidatura centrista di Massardo aveva avuto 16.546 voti (1,23%) e la lista collegata 15.083 (1,12%). Le due liste separate presentate alle Europee 2024 avevano assommato 45.484 voti (8.006 voti in meno rispetto alla lista unitaria delle politiche 2022: in percentuale i centristi divisi in vario modo tra il 2024 europee e il 2024 regionali perdono circa 34.000 voti).
e) Infine capitolo a parte per quel che riguarda il M5S. Ci limitiamo ai numeri. Ripetiamo il dato già esposto poco sopra: nelle europee di giugno 2024 il M5S ha avuto 63.727 voti perdendo 31.281 voti rispetto alle politiche 2022 (dove ne aveva realizzato 95.008: in percentuale 7,94%, nel 2024 4,88 % con una diminuzione dello 3,06%). Nelle regionali oggetto di questa analisi (ottobre 2024) il M5S presente nella coalizione di centro sinistra ha avuto 25.670 voti (18.000 voti in meno rispetto alle Europee di giugno e 49.000 voti in meno rispetto alle politiche 2022). Percentuale 2024 regionali rispetto agli aventi diritto: 1,91%.


 

AL DI FUORI DAI POLI

Al di fuori da centro-destra e centro-sinistra sono state presentate 7 candidature alla presidenza della giunta Regionale con altrettante liste d’appoggio: nessuna tra queste - candidature e liste - ha superato l’1%.
Possiamo suddividere questo risultato in possibili aree di riferimento:
1) Ex- 5 Stelle: Uniti per la Costituzione (Candidato presidente Morra, ex-senatore e presidente della Commissione Antimafia). La candidatura ha avuto 5.224 voti e la lista 4.934 (0,38% e 0,36%)
2) Candidature e Liste di sinistra comunista di diversa ispirazione: PCL e Per l’alternativa, la somma dà 7.178 voti per le candidature e 6.733 per le liste (0,53% e 0,50%). Nessuno prende più in considerazione l’ipotesi, non dell’alleanza ma di una “desistenza strategica” come è capitato di fare nella nuova sinistra anni ’70;
3) Candidature e Liste sovraniste e di tradizione leghista (Toscano, Cella, Felice). Somma dei voti per le candidature: 9.002, per le liste 8.080 (0,67% e 0,60%)
4) Candidatura e Lista di estrema destra (Rosson, Indipendenza) 1.668 voti per la candidatura, 1.559 voti per la lista (0,12% e 0,11%)



 

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Si possono individuare due punti d’attacco per un dibattito serio:
1) la crescita dell’astensionismo che non pare arrestabile ed è diventato l’unico elemento di volatilità elettorale;
2) nello specifico della vicenda ligure (analizzate tutte le particolarità che conosciamo) ha prevalso il voto di scambio (con gli evasori fiscali e gli sfruttatori del lavoro nero del Ponente) rispetto al voto d’opinione espresso dal capoluogo di Regione, una grande città come Genova.
 
Ecco i dati elezione per elezione del nuovo “triangolo”: astensione (comprendente bianche e nulle oltre alla diserzione dalle urne), centro destra, centro sinistra.
REGIONALI 2020
Astensione 47,69%
Centro destra 26,41%
Centro sinistra (con M5S) 19,13%
Totale 93,23%
POLITICHE 2022
Astensione 38,51%
Centro destra 26,02%
Centro sinistra 18,62% (fuori il M5S)
Totale 83,15%
EUROPEE 2024
Astensione 52,07%
Centro destra 21,13%
Centro sinistra 16,28% (fuori il M5S)
Totale 89,48%.
REGIONALI 2024
Astensione 55,52% per i candidati presidenti e 58,10% per le liste
Centro destra Presidente 21,69% Coalizione 20,25%
Centro sinistra Presidente 21,06% Coalizione 20,06%

 

 

GESTAZIONE PER ALTRI
di Guido Salvini


 
Tutti i dubbi del reato universale. 
 
Negli ultimi decenni il tema dei diritti si è largamente aperto spazio nella società. Mi chiedo, a cinquant’anni dallo scontro al referendum del 1974, se vi sia ancora qualcuno contrario all’esistenza di una legge sul divorzio. Credo proprio di no. Anche in tema di interruzione di gravidanza non è più in discussione la necessità di una legge che la consenta. Molto è avvenuto negli ultimi decenni per contrastare la discriminazione degli omosessuali e delle altre minoranze anche se episodi di intolleranza tuttora non mancano. Anche sul fine vita, nonostante il ritardo dell’approvazione di una legge, comincia a prevalere, a fronte della rigidità degli ambienti religiosi, il principio che decidere come terminare la propria esistenza sia un diritto del singolo.
Sulla GPA la questione è assai più complicata perché presenta molti scenari : la gestazione per altri cosiddetta altruistica di una parente o di una amica, piuttosto rara, quella che comporta solo una indennità o il rimborso delle spese mediche, quella che ha un fine assolutamente prevalente di guadagno per la gestante e anche per le agenzie che la organizzano, quella viene incontro al desiderio di coppie non fertili o portatrici di gravi malattie, quella per normali coppie eterosessuali che potrebbero avere un figlio senza  ricorrervi, quella richiesta da coppie omosessuali o da persone singole.
Le posizioni ideologiche sulla maternità surrogata non sono così nette come in altri casi. Ad esempio anche a sinistra vi sono opinioni sia favorevoli sia contrarie che puntano, queste ultime, il dito sullo sfruttamento della gestante e cioè del soggetto più debole.



Non è un caso che da un recente sondaggio emerga come per tutti i nuovi “diritti” elencati prevalga tra i cittadini l’opinione di una necessità della loro tutela mentre solo per la GPA il giudizio sia diviso all’ incirca a metà tra favorevoli e contrari. E anche molti dei favorevoli lo sono a condizione che chi la cerca abbia un motivo grave per farlo e che la gestazione rispetti il più possibile i diritti di chi affitta il suo corpo.
Certamente è difficile su un fenomeno come la GPA dare un giudizio definitivo, in bianco o in nero, senza chiaroscuri. Non bisogna dimenticare che durante la gestazione anche di un figlio non proprio la gestante lascia nel bambino una impronta indissolubile. Spiega l‘epigenetica come l’embrione sia influenzato in modo permanente dal “luogo” ove si trova. Quindi chi nasce non è un estraneo per la gestante che rimarrà per lui per sempre sconosciuta. E questo certamente turba. E non è del tutto infondato ricordare che di norma la maternità surrogata è un diritto dei ricchi e una fatica e anche sofferenza per i poveri. Questo è il quadro, certamente molto complesso.
La gestazione per altri, il cd utero in affitto, era già proibita in Italia dalla legge 40/2004.



Ma con la modifica approvata il 16 ottobre, grazie ad un corridoio di approvazione accelerato rispetto ad altre situazioni come il fine vita, è diventata “reato universale”. Un reato cioè perseguibile anche se commessa all’estero e anche se in paesi che in vari modi la consentono. Una collocazione di tal genere nel sistema penale è una evidente forzatura giuridica. In base al Codice penale sono considerati reati universali i reati contro la personalità dello Stato, come le associazioni eversive dell’ordine democratico, i reati di schiavitù, prostituzione minorile, pedopornografia e, in base ad alcune Convenzioni internazionali, quelli di genocidio, tortura e i crimini di guerra e contro l’umanità. Crimini quindi ben diversi per la loro gravità da una pratica pur discutibile come la gestazione per altri. Inoltre con la nuova norma viene eluso un principio generale e cioè quello della “doppia incriminazione”. La GPA infatti in molti paesi, in uno dei quali evidentemente la coppia italiana si è recata, è prevista e consentita. Questo accade ad esempio in alcuni stati degli USA, Grecia, Russia, Ucraina e altri paesi dell’est, in Sudafrica mentre in altri come Cipro è tollerata e in altri ancora come Israele e India è prevista ma solo per i residenti e così via con varie sfumature. Qualora la gestazione avvenga, come di norma, in uno di questi paesi la modifica fa cadere il principio generale della doppia incriminazione perché si decide di punire come reato una condotta che ove è avvenuta non lo è.
Sono situazioni per di più su cui appare complicato indagare perché, a meno di una incauta annotazione dello Stato estero sui documenti presentati per la registrazione del neonato al momento del rientro in Italia, comporterebbero per le Procure complessi accertamenti a fronte di un reato che ha comunque termini di prescrizione brevi. Anche per questo la modifica appare una di quelle che i giuristi chiamano legge-manifesto, destinata in concreto ad una ben scarsa applicazione.



I guai maggiori saranno certamente per le coppie omosessuali, immediatamente individuabili, salva la scappatoia di dichiarare all’ingresso il bambino come figlio di uno dei due e poi procedere all’adozione speciale da parte dell’altro componente della coppia.
In conclusione una situazione, la ricerca della maternità e della paternità che forse non è un diritto ma comunque un desiderio non disprezzabile, che non aveva bisogno di una legge ideologica e simbolica, ma di altro. Ad esempio l’ampliamento dei presupposti per l’adozione nazionale e internazionale e la semplificazione delle procedure e la possibilità di rendere più accessibile tramite il Servizio sanitario la fecondazione eterologa.
Infine una curiosità di cui forse nemmeno i redattori della legge si sono accorti. Nei casi, oggi non infrequenti, in cui sia un single a ricorrere alla gestazione all’estero rimarrà pressoché impossibile perseguire il nuovo reato per mancanza di prova. Infatti come dimostrare, al rientro in patria, che il single non abbia avuto il bambino con una donna straniera che si è poi disinteressata alla nascita, un caso in cui il padre ha tutto il diritto di portarselo a casa?
Paradosso di una legge di cui non c’era bisogno.
 

 

INCONTRI


 
Lidia Sella conversa con lo scultore Dario Ghibaudo 
 
Quali i tuoi artisti prediletti?                    
Bernini, Wildt, Hirts….
 
L’amore, il dialogo intellettuale, la natura, lesperienza onirica, le letture, la musica, i viaggi, la storia dellarte: come agiscono in te le diverse fonti di ispirazione?     
Sono tutta la mia vita. E dunque si riverberano nelle mie opere.
 
Nella realizzazione di unopera darte, che peso esercitano la componente razionale, lo slancio del pensiero? O prevalgono viceversa linconscio, lintuizione, limpulso istintivo, il demone della creazione?                            
Sicuramente l’urgenza di creare. Credo fortissimamente nel fare. L’atto di dare concretezza a un pensiero, a un’intuizione, induce automaticamente a scavare sempre più in profondità. Ed è proprio allora che, in embrione, prende già forma l’opera successiva. In un certo senso ogni mia scultura nasce da una catena di precedenti errori.
 


L’arte cristallizza il tempo in un eterno presente.” È un mio aforisma. Concordi con me?                                   
Bellissimo! Concordo.
 
Con quali tecniche e materiali ti cimenti?
Quelli che, sul momento, ritengo ideali per realizzare una determinata opera. Ho lavorato la pietra, il marmo, la resina acrilica, il cemento, la plastica riciclata. Disegno molto, direttamente a inchiostro, su carta ad alta grammatura. E poi su grandi superfici di carta intelata, sino a tre metri per due. Ma spesso sperimento nuovi materiali, per saggiarne le caratteristiche essenziali, valutare come si comportano, comprendere se mi trovo bene con essi. Cerco insomma di capirli. 
 


Lavorare su materiali differenti modifica lapproccio emotivo e concettuale verso lopera che realizzi? 
Sul piano concettuale risulta ininfluente. Incide invece sotto il profilo tecnico ed estetico.
 
Hai messo a punto metodiche innovative che ti abbiano consentito di raggiungere migliori risultati formali?
In tanti anni di intenso lavoro, la tecnica via via si affina. Tanto che talvolta si rischia persino di scivolare nel virtuosismo, nella vanità. Pur nella consapevolezza che un simile approccio non porta a nulla. Se non allautocompiacimento.       


Un’opera su commissione: gabbia o sfida?
Né l’una né l’altra. Piuttosto l’insolita circostanza che una mia opera si trovi a dialogare con le istanze del committente, al punto da combaciare con esse, e rispecchiarle. Con il vantaggio che in questi rari casi il denaro arriva, almeno in parte, prima che l’opera sia compiuta. 
 
Quanto è cambiata la tua arte nel tempo? In nuce cera già tutto sin dal principio?
Se per inizio si intende la nascita del mio Museo di Storia Innaturale, il progetto di una vita, certo, il mio cammino parte da lontano. Ma a mano a mano che procedo, il pensiero si sofferma su questioni diverse. Tuttavia non cè una meta da raggiungere. Semmai si tratta di un percorso a ostacoli, che si modifica nel tempo, insieme a me che lo vivo.
 


Quanto tieni in conto il giudizio del pubblico? 
Fa piacere se il tuo lavoro viene apprezzato. E dispiace quando è messo in discussione. Però la critica è più utile, si traduce in uno stimolo al miglioramento.
 
Sembri oscillare tra passato e futuro, tradizione e innovazione, gemme e radici: ti senti contemporaneo o inattuale?
Ho sempre pensato che l'arte debba essere un ponte tra presente, passato e futuro. Sono partito dallo studio delle mutazioni e ora, dopo più di trent'anni, esploro la meravigliosa, ingenua freschezza del Medioevo, le sue chimere, i bestiari...
 


Chi, fra i tuoi colleghi del XXI secolo, ritieni a te più affine?
Forse, per certi versi, Joan Fontcuberta, un poco Mark Dion, Damien Hirst…
 
Forgi creature fantastiche, mitologiche, mostruose, metà uomo metà animale, volti che diventano musi, urobori di membra, arti simili a rami, spirali cromosomiche, sguardi carichi di mistero, figure che richiamano Dante, Omero, lApocalisse, un bestiario immaginifico che fluttua tra Le metamorfosi di Ovidio e L’origine della specie di Darwin: intendi così tradurre in una forma tangibile tutto ciò si agita in te, in noi?
Ogni uomo racchiude in sé un mondo. E l’artista risponde all’impulso di mostrare il proprio universo interiore.


Le tue sculture sprigionano sensualità, quasi una sorta di ipnotico erotismo. Si tratta di un effetto voluto? 
È solo il piacere di plasmare. Si accarezza di continuo la materia e lei, sollecitata, restitusce a modo suo.
 
In Nietzsche contra Wagner, Nietzsche ci regala una considerazione illuminante: Questi Greci! Loro sì che sapevano vivere: per riuscirvi occorre arrestarsi coraggiosamente alla superficie, allincrespatura, alla scorza, occorre adorare lapparenza, credere alle forme, ai suoni, alle parole, allintero Olimpo dellapparenza! Questi Greci erano superficiali per profondità…. In questo senso, ti senti un poGreco?
Ritengo si debba lavorare molto seriamente, senza prendersi troppo sul serio.

 
Melville, in Moby Dick, ravvisa nel bianco un incolore ateismo di tutti i colori, che fa rabbrividire. Tu sei particolarmente incline a usare il bianco: perché? 
Forse perché è la somma di tutti i colori?
 
Vendi unopera e incassi denaro. Ma ti amareggia separartene per sempre?
Non me ne sono mai realmente separato. È un po’ come se fossero sempre ancora tutte qui con me.
 
Oggi non è facile muoversi nel mondo della critica e delle gallerie darte. Eppure qualche artista meritevole riesce a emergere anche senza appoggi e raccomandazioni?
Nel tempo le dinamiche del mercato dell’arte tendono a cambiare: anni fa i collezionisti erano mecenati che sostenevano gli artisti; ora molti collezionisti aprono gallerie, commerciano, una diversa forma di sostegno agli artisti. Una volta comunque c’era una passione più autentica. 

 
Ora a che cosa stai lavorando?   
Molto segretamente ti dico: sto pensando agli alberimagari un poco animali.
 
Si dice a volte che la tragedia della vita di un artista consista nella sua impossibilità di creare lideale. Ma la vera tragedia che perseguita quasi tutti gli artisti consiste proprio nel fatto che essi lo realizzino fin troppo, il loro ideale. Perché, una volta realizzato, perde la sua meraviglia e il suo mistero, e diventa semplicemente un nuovo punto di partenza verso un ideale diverso.Sono parole di Oscar Wilde, estrapolate da Il critico come artista. Parte Prima. Ti rifletti in questo suo pensiero?
Oscar Wilde è sempre adorabilmente profondo. Sì, è così anche per me.



C’è un intento che accomuna tutte le tue opere? Forse suscitare lo stupore, lo smarrimento, la vertigine della meraviglia?
Soltanto la libertà di soddisfare lurgenza
del creare.