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domenica 27 ottobre 2024

ANNI DI PIOMBO IN PROVINCIA   
di Alfredo Panetta
 


Erano gli anni dei turbini
sulle strade appena asfaltate
sui banchi di scuola
nella nostra immaginazione
sulla pelle, nelle fabbriche
politicizzate. Tra i tunnel
splendenti della nostra crescita.                    
 
Arrivava, come l’onda
d’un sasso gettato in un orrido,
la domanda sferzante:
cos’è, cosa sta succedendo?
Perché questo grido
lancinante dalle città?
Nulla è vero, suggerisce la terra
appena zappata, vero è il mais
che domani andremo a sarchiare.        
 
Dunque: è finto quel sangue
randagio sul lastricato
di Piazza della Loggia?
È finto l’omino in posizione
fetale, tumulato sui muri
tra Piazza del Gesù
e Botteghe Oscure?
E cosa sono quei 170
bulbi oculari che urlano
la loro fame di luce
a Bologna, Stazione Centrale?          
 
Tra i libri e il giardino di nonno
elaboravo a mio modo
il concetto di vero in politica.
Da distante ciascuno percepiva
il puzzo di polvere
delle grandi città. Tu che fai,
mi chiese un compagno
di tempo e di nebbie. Sei a favore
o contrario…e mi fece quel gesto
a tre dita che tutti sappiamo…
quel misero piano di semina.      

      
Sono altri i fiumi di fango
che la vita ci imporrà a guadare.
Altri i nodi, le ombre, i sentieri.
Al mio netto diniego del capo
quel compagno di acerbi principi
mi tolse per sempre il saluto.              
 
Così forse imparavo a guardare
negli occhi chi vince e chi perde
davvero. E in quante menti lontane
sa scovare e colpire il terrore.
La Storia dirà o non dirà
s’è stato soltanto un aborto
di senso quel tempo.
Un aborto di senso nel nostro
piccolo, piccolo cielo.