Israele
scatena Asmodeo il Dio della discordia e compie un salto di qualità nella sua
veste di paese aggressore, veste già ampiamente sperimentata a Gaza e in
Cisgiordania (limitandoci ai tempi più recenti). In questo modo è andata
definitivamente in discussione la funzione delle Nazioni Unite quale soggetto
di interposizione tra i belligeranti fin qui riconosciuto virtualmente e
confermato dalle deliberazioni del Consiglio di Sicurezza. Preso atto dell’indebolimento
progressivo dell’organismo fondato a San Francisco nel 1945 dai paesi vincitori
della seconda guerra mondiale (che conservano il diritto di veto nel consiglio
di sicurezza) è necessario che sia l’Europa a muoversi come soggetto autonomo
anche rispetto alle stesse alleanze militari. Si
tratta del discorso purtroppo obliato nella campagna elettorale per le elezioni
europee circa la coincidenza tra Nato e UE. Così dovrebbero cominciare a
muoversi non soltanto i movimenti pacifisti (particolarmente afoni in questa
fase) ma le forze politiche democratiche e socialiste non soltanto a livello di
Parlamento Europeo (e sarebbe già importante) ma anche a livello nazionale e
soprattutto muovendo le loro basi sociali in uno sforzo comune. Obiettivo:
formulare una proposta di recupero di ruolo delle Nazioni Unite proprio sul
tema della capacità dell’organismo sovranazionale di intervenire sui teatri di
guerra e contestualmente rivendicare l’autonomia di una politica estera
effettivamente europea. Un’Europa che reclami un proprio ruolo di rilancio di
non allineamento (quasi come promotrice di un rinnovato “spirito di Bandung”) e
di ricostruzione di nuovo livello di agreement tra le nazioni nell’idea di un’aggiornamento
della Carta fondativa e del recupero di una incisività politica. Serve
concretezza di proposta politica e non inutili declamazioni di retorica e non
occorrono iniziative isolate dei singoli governi: ma questo è un tema che
riguarda soprattutto la possibilità di determinare un assetto multipolare che
in questo momento forse ci porterebbe troppo lontano nel discorso.