GUERRA: PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI di Coordinamento per la Pace -
Milano
La stragrande maggioranza dei
parlamentari europei ha votato per la guerra e approvato l'utilizzo di armi a
lungo raggio al di fuori del territorio ucraino, portandoci verso uno scontro
aperto tra la NATO e la Russia. Mentre in Medio Oriente, con il supporto e la
protezione statunitense e dei governi europei, la furia genocida sionista per
realizzare la “Grande Israele” non ha limiti: commette impunemente ogni tipo di
crimine e minaccia di ridurre tutta la regione a un cumulo di macerie, come del
resto ha già fatto nella striscia di Gaza e sta facendo in Libano. Israele
cerca inoltre di coinvolgere direttamente gli USA, con tutta la loro potenza di
fuoco, nella guerra contro l’Iran e arriva addirittura ad attaccare
militarmente i caschi blu dell’ONU, comprese le rispettive basi italiane. Non si può più stare zitti. È il
momento di mobilitarsi contro chi la guerra la promuove, la sostiene e la
alimenta con soldi, armi e propaganda. È ora di finirla con le ambiguità e la
subalternità alla propaganda di guerra: vanno individuate le cause, i
responsabili e bisogna smetterla di usare gli stessi slogan con i quali la
propaganda giustifica le guerre in corso. Quando per lanciare una manifestazione
di pace, ad esempio, si scrive che “la giornata mondiale di quest’anno
cade a un anno di distanza dall’atroce attentato terroristico di Hamas e dallo
scoppio della guerra a Gaza, in cui sono state uccise decine di migliaia di
civili, di cui oltre la metà bambini”(senza menzionare chi è il
responsabile dell’assassinio di bimbi e civili a Gaza), non si lancia un
messaggio di pace per fermare le guerre, ma al contrario si contribuisce ad
alimentare il pensiero che l’unico modo per fermare i “cattivi” sia la guerra. Non
si possono ignorare tutti gli eventi antecedenti il 24 febbraio 2022 e il 7
ottobre 2023. In Ucraina abbiamo assistito
all’espansione della NATO ad Est dopo il 1991, al colpo di Stato di Euromaidan
del febbraio 2014 sostenuto da Washington, all’invio dell’esercito ucraino e di
battaglioni di ispirazione nazista contro le regioni del Donbass insorte. Allo stesso modo, riguardo alla
Palestina si ignorano decenni di oppressione coloniale, pulizia etnica,
apartheid, furti di terra e di case, massacri, distruzioni perpetrate da
Israele e si arriva ad omettere il diritto del popolo palestinese alla
resistenza, mentre si accetta il diritto di uno stato occupante a “difendersi”,
per poi magari criticarne ipocritamente gli “eccessi”. Questi eccessi sono,
nella realtà, crimini di guerra e quelle che vengono definite “azioni mirate” o
“operazioni limitate” sono rispettivamente atti di terrorismo e invasioni in
piena regola, come sta accadendo ora in Libano. L’occupazione della Palestina e
del Golan siriano sono un chiaro esempio del metodo coloniale israeliano nei
decenni. Bisogna invece prendere
consapevolezza del fatto che gli Stati Uniti e l’Occidente collettivo non hanno
più la capacità di imporsi su popoli e nazioni in tutto il mondo. Consapevolezza
che manca nelle élites e nelle classi dirigenti occidentali, le quali nel
tentativo di fermare il proprio declino e la crescita di un mondo multipolare
rispondono con la guerra, il riarmo, la militarizzazione della società e la
repressione del dissenso. Il nuovo “decreto sicurezza” (DDL 1660/2024) non
soltanto vuole soffocare il conflitto sociale, ma anche soffocare sul nascere
qualsiasi idea non in linea con la propaganda di guerra, come del resto è
avvenuto vietando il corteo nazionale dello scorso 5 ottobre a Roma, indetto
per manifestare contro la prepotenza colonialista e per il diritto alla
resistenza e alla pace. Le lavoratrici e i lavoratori
italiani ed europei hanno pagato per primi il carovita e insieme alle nuove
generazioni pagheranno anche la progressiva deindustrializzazione, anche come
conseguenza delle sanzioni e della guerra contro la Russia. La NATO, in disprezzo della nostra
Costituzione antifascista, ci sta trascinando in un’economia di guerra: nel
bilancio dello Stato mancherà il denaro per sanità, scuola, ambiente e tutti
quei servizi già oggi insufficienti. Si ipotizza che la manovra finanziaria
2025 debba coprire un buco di bilancio di circa 22-23 miliardi di euro, a
fronte di almeno 15 miliardi di euro degli italiani finiti nelle tasche del
regime filonazista ucraino. Mobilitiamoci contro il governo
Meloni e la Commissione europea di Von der Leyen, i quali ci portano verso una
guerra che potrebbe essere devastante per l’intera umanità... prima che sia
troppo tardi.
- NON UN UOMO, NON UN SOLDO, NON
UN'ARMA PER LA GUERRA - FUORI L’ITALIA DALLA GUERRA - STOP AL GENOCIDIO IN PALESTINA - CON LA RESISTENZA DEL POPOLO
PALESTINESE - GIÙ LE MANI DAL LIBANO E DAL
MEDIO ORIENTE - SÌ ALLE TRATTATIVE DI PACE - SÌ A UNA CORRETTA INFORMAZIONE Per aderire al corteo scrivere a coordinamentoperlapacemilano@gmail.com Qui l’evento Facebook: https://www.facebook.com/events/448228881567508