Si è
rotto il tessuto connettivo dell’affettività, tragedia umana, che si consuma
ogni giorno sotto i nostri occhi. Gli interrogativi impellenti sono molti e
inquietanti. La società sta offrendo un panorama sempre più problematico di
vicende mostruose con un susseguirsi sempre più stringente, fino a diventare
una abnorme normalità trasversale. I criminologi e psichiatri evidenziano una
marcata sindrome di narcisismo dissociativo della personalità fra palcoscenico
e natura criminale, lucida nel manipolare e compiere omicidi, nascondendo i
corpi del reato, sia fisici sia strumentali dell’atto criminoso. Questi
fenomeni sociali sempre più pressanti e dilaganti lasciano sgomenti e smarriti.
Ciò è dovuto all’affermarsi nel tempo della distorsione fra soggetto e oggetto,
dove il soggetto e i suoi bisogni spariscono per lasciare posto all’oggetto,
status symbol, con conseguente competizione fra i protagonisti in gara per il
possesso dell’oggetto e per evitare potere e controllo dell’altro. Si è aperta
in tale frattura la corsa al potere attraverso il denaro per raggiungere
obiettivi materiali, con qualsiasi mezzo. La ricaduta di queste dinamiche
relazionali si è ormai radicata nei comportamenti fuorvianti e legittimati da
un malcostume diventato un modello di solitudine contro natura. Un “ci sono
anch'io” che non c’è. L’apparenza si è sostituita all’essere e al farsi
sorgente di valori etici e umani. Il contenitore è vuoto di sentimenti e nello
stesso tempo pieno delle peggiori emozioni: dall’invidia alla paura, dalla
gelosia patologica alla mancanza di responsabilità. In questo brodo sociale
sono cresciuti gli attuali adolescenti da genitori immaturi, dove il
soggetto e i suoi bisogni non esistono perché sostituiti da mancanza di
ascolto, di dialogo nello spazio relazionale per l’avvio di un processo di
identificazione che non sia altro da sé. La conseguenza è che il conflitto
fra Ego e Io non viene risolto per la realizzazione del Sé. Il risultato è una
società egotica, narcisista, manipolatrice di manichini omologati nell’anonimato
più diabolico. La
tecnologia è usata come mezzo per ottenere denaro facile e potere, quando il
fine dovrebbe essere solo l’uomo e la sua umanità. Da questa visione non edificante
sui temi attuali ed emergenti è bene individuare le criticità e nello stesso
tempo modificare un sistema disfunzionale, soprattutto per la crisi morale in
cui sta navigando in avaria. Fondamentale e urgente l’assunzione di
responsabilità delle parti, istituendo dibattiti scolastici fra docenti e
genitori per avviare un innovato metodo relazionale con i giovani fin dall’infanzia.
La Montessori ha dato un orientamento educativo di amore su basi scientifiche,
che può essere un punto di riferimento per inserire all’interno delle scuole
esperti di pedagogia, funzionali a percorsi facilitanti di mediazione e prevenzione.
Si gioca tutto sulla relazione e sulla reciprocità, per una presa di coscienza
di problemi, sfuggiti dalle mani e spesso fuori controllo.