Ancora sulla vittoria di
Donald Trump. La domanda che ci si può
porre (dopo che le notizie, sul voto presidenziale statunitense e
sui suoi risvolti meno palesi, sono diventate più
chiare) è come gli intellettuali e/o pseudo tali, gli schizzinosi
del linguaggio e del modo di gestirsi (definiti “politicamente corretti”, con
la spocchia tipica dei pretesi progressisti), i sedicenti
(oppure altrimenti presunti) individui eruditi (e non colti)… come
sembrano essere tutti questi individui (che, per apparire “raffinati",
"sopraffini" e “di gusto”, si sono sempre detti “nemici
giurati” di Donald Trump e di Elon Musk (ritenuti e definiti
“uomini grossolani e ironici sopra le righe”), abbiano preso la
notizia che nonostante il voto compatto (con rarissime eccezioni) delle “star”
dello spettacolo (hollywoodiane e non), la Kamala ridens non
sia stata eletta. Un vero choc: i belli e i principi del
rotocalco si sono dimostrati del tutto ininfluenti nell' orientare
il voto. L'opposizione a Trump
con frasi incivili e volgarmente ingiuriose a) di individui di ambo
i sessi, interpreti di cinema e/o di teatro, spesso attraenti e di gradevole
aspetto, di cui prima raramente si erano sentite parole e pensieri propri,
essendo essi tenuti per mestiere a ripetere unicamente idiomi e concetti altrui
(soprattutto di sceneggiatori e di registi), b) di ragazze
sculettanti sul palcoscenico con voci stridule o profonde, accompagnate da
strumentisti, in preda, almeno apparentemente, ai morsi di una “tarantola”, individui
che tutti (o quasi) avevano proclamato e gridato ai quattro venti di avere
subìto la seduzione del bellicoso Biden e di essere stati pronti a “procombere”
in battaglia per Zelensky e Netanyahu (gomito a gomito con i militari dei
battaglioni Azov e delle milizie sioniste)non ha impedito il successo
elettorale di Trump che, anzi, è andato anche oltre le più ottimistiche
previsioni.È più che probabile, a
mio avviso, che gli uni e le altre, di fronte alla prova della loro
patetica inconsistenza e irrilevanza in politica, siano caduti in profonda
depressione. E ciò soprattutto quando hanno ascoltato il grido di pace di Trump
che ha testualmente detto: “Non inizierò nuove guerre e fermerò quelle in
atto”. Vero lutto per la loro nascosta ma non sopita violenza di seguaci
di Marx.Eppure, al di là della
prima impressione negativa e rassegnata per la sconfitta subita (offerta,
per giunta, da persone normalmente supponenti e sicure di sé) io sono convinto
che persino esse capiranno, alla fine, che un effetto positivo i loro mali di
pancia lo produrranno, a beneficio non dei soli uomini cosiddetti “di sinistra”
ma di tutti gli Italiani. Perché? Dato che Trump e Musk
restano pur sempre americani e che, come suole dirsi, il lupo può cambiare il
pelo ma non il vizio, gli intellettuali e pseudo-tali di casa nostra che con la
loro prosa (a volta persino sublime e ricercata nell’esaltazione del
“buonismo” universale) hanno sempre magnificato, dopo il viaggio di
Giorgio Napolitano in America, la grande “amicizia” e fratellanza tra
i due popoli, il nostro e quello statunitense, se, in odio a Trump, andranno
finalmente: 1) a spulciare tra le
clausole del Trattato di pace, impostoci dall’amico zio Sam, e cercare di
capire perché gli americani, da nostri sedicenti "amici", hanno
voluto vietare, con un diktat normativo, la nostra crescita
economica (negli atti dell’Assemblea Costituente troveranno anche traccia della
vibrata protesta di Vittorio Emanuele Orlando contro quella norma considerata incivile
e criminale, nei confronti della povera gente), 2) a rileggere le
norme della Costituzione italiana (dimenticando il mainstream orchestrato
dal sistema mediatico che la definisce “la più bella del mondo”) per
individuare quelle che, su suggerimento d’Oltreoceano (e in parte
d’Oltremanica) hanno ridotto, con la loro applicazione, la nostra democrazia a
brandelli: e ciò a) favorendo l’uso
politico della giustizia, con le norme attuali sulla Magistratura;
b) dando le
scuole “in ostaggio” ai preti e agli speculatori dispensatori di diplomi a
pagamento e favorendo, in tal modo l’abbassamento del livello culturale dei
cittadini (articolo 33 Cost.) con gravi effetti sulla capacità ideativa e
operativa dei governanti del Paese; c) impedendo, con un
sistema di aliquote fiscali progressive (vera ciliegina sulla torta e
regalo - solo apparente - della democristianeria di sinistra) l’adozione di
quelle misure che, in momenti cruciali di crisi, hanno dato respiro
alle economie inglesi e americane; d) consentendo, a noi,
per effetto del predetto limite costituzionale solo una misera flat-tax per
poveri, tipica della politica pauperistica e di cosiddetta “carità pelosa”, del
Partito Democratico Statunitense,finalmente avremo meno “beoti” convinti
che l’America ci ha salvato e continua a salvarci da tutto.