LA POSSIBILITÀ DI RIBELLARSI
di Romano Zipolini
|
mister muschio |
La “discesa in campo” di Elon Musk, in prima persona, consente
(non sembri assurdo) di sviluppare anche un pensiero positivo, per tutti coloro
che hanno a cuore tutto ciò che è di specifico e unico nell’essere umano,
impegnato in qualsiasi movimento di trasformazione della realtà: di quella
realtà che origina sofferenze e va cambiata. L’esigenza del “padrone della
tecnica” di occuparsi, di persona, dell’opera di soggezione integrale della
società al principio disumano del raggiungimento del “massimo degli scopi con
il minimo possibile dei mezzi, tra cui lo stesso essere umano”, dimostra che
chi domina il mondo ha percepito, prima ancora delle sue vittime, che anche
questo immenso potere può essere fragile.
L’analisi della decisione di Elon
Musk, consente di rimettere in discussione la visione nichilista di chi (pur
con molte ragioni e il coraggio di una adeguata analisi) ha posto in evidenza
che il “mondo della tecnica” avrebbe fatto tramontare, una volta per tutte,
l’autonomia della politica, ormai soggiogata alla tecnica, così come
l’autonomia dell’individuo, diventato solo un “funzionario della macchina”.
Così non è. Il mondo della tecnica (che ha soppiantato il mondo dei padroni dei
mezzi di produzione) ha da tempo soggiogato il mondo della politica (e cioè:
tutte le istituzioni, compresi i parlamenti), ma i “padroni della tecnica”
(Elon Musk è il prototipo) si sono resi conto che vi è ancora un “mondo della
politica”, che è tuttora irriducibile rispetto a quel giogo. Soggiogare le
istituzioni non basta. Resiste ancora - vivo e potente (e pericoloso per questi
nuovi padroni) - il potere di tutte quelle multiformi realtà, che, “dal basso”,
esprimono la loro irriducibilità rispetto al destino che si voleva loro
imporre: la irrilevanza dei sentimenti e dei bisogni umani, che il mondo della
tecnica ha necessità di opprimere, perché costituiscono variabili indipendenti,
rispetto a quella volontà di potenza, che lo rende vincente. Il “mondo della
tecnica”, che è riuscito a disumanizzare persino quello dei padroni dei mezzi
di produzione, che ha contrassegnato il secolo scorso. Esistono, in ogni dove,
soggetti e movimenti irriducibili a quel giogo, che vivono e lottano per valori
opposti, partendo dai bisogni e desideri umani. Anche noi facciamo parte dei
soggetti, che debbono resistere e attaccare questo opprimente dominio. Ancora
una volta: non a titolo personale, ma a titolo universale.