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mercoledì 13 novembre 2024

LA POSSIBILITÀ DI RIBELLARSI
di Romano Zipolini

mister muschio

La “discesa in campo” di Elon Musk, in prima persona, consente (non sembri assurdo) di sviluppare anche un pensiero positivo, per tutti coloro che hanno a cuore tutto ciò che è di specifico e unico nell’essere umano, impegnato in qualsiasi movimento di trasformazione della realtà: di quella realtà che origina sofferenze e va cambiata. L’esigenza del “padrone della tecnica” di occuparsi, di persona, dell’opera di soggezione integrale della società al principio disumano del raggiungimento del “massimo degli scopi con il minimo possibile dei mezzi, tra cui lo stesso essere umano”, dimostra che chi domina il mondo ha percepito, prima ancora delle sue vittime, che anche questo immenso potere può essere fragile. 
L’analisi della decisione di Elon Musk, consente di rimettere in discussione la visione nichilista di chi (pur con molte ragioni e il coraggio di una adeguata analisi) ha posto in evidenza che il “mondo della tecnica” avrebbe fatto tramontare, una volta per tutte, l’autonomia della politica, ormai soggiogata alla tecnica, così come l’autonomia dell’individuo, diventato solo un “funzionario della macchina”. Così non è. Il mondo della tecnica (che ha soppiantato il mondo dei padroni dei mezzi di produzione) ha da tempo soggiogato il mondo della politica (e cioè: tutte le istituzioni, compresi i parlamenti), ma i “padroni della tecnica” (Elon Musk è il prototipo) si sono resi conto che vi è ancora un “mondo della politica”, che è tuttora irriducibile rispetto a quel giogo. Soggiogare le istituzioni non basta. Resiste ancora - vivo e potente (e pericoloso per questi nuovi padroni) - il potere di tutte quelle multiformi realtà, che, “dal basso”, esprimono la loro irriducibilità rispetto al destino che si voleva loro imporre: la irrilevanza dei sentimenti e dei bisogni umani, che il mondo della tecnica ha necessità di opprimere, perché costituiscono variabili indipendenti, rispetto a quella volontà di potenza, che lo rende vincente. Il “mondo della tecnica”, che è riuscito a disumanizzare persino quello dei padroni dei mezzi di produzione, che ha contrassegnato il secolo scorso. Esistono, in ogni dove, soggetti e movimenti irriducibili a quel giogo, che vivono e lottano per valori opposti, partendo dai bisogni e desideri umani. Anche noi facciamo parte dei soggetti, che debbono resistere e attaccare questo opprimente dominio. Ancora una volta: non a titolo personale, ma a titolo universale.