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domenica 24 novembre 2024

“SE IO NON VOGLIO TU NON PUOI”    
di Vittorio Melandri

Giuseppe Valditara (Lega)
 
Lanciata dall’associazione “Una nessuna centomila”, è ancora quanto mai necessaria una così bella campagna, anche se sono già passati quasi vent’anni da quando, nel 2007, la Suprema Corte di Cassazione ha deliberato, con sentenza n. 35408 che non esiste “diritto” all’amplesso neppure all’interno di un rapporto “di coppia coniugale o para-coniugale”, né, di conseguenza, “il potere di esigere o imporre una prestazione sessuale”. E sempre a proposito di patriarcato giusto un anno fa Michele Serra in un articolo che aveva per titolo “La sfida per noi maschi”, centrava di par suo il problema: “(…) il patriarcato è una forma storica di rapporto familiare, riproduttivo, sociale, fondato sulla proprietà maschile del corpo femminile, (...) vale la pena combatterlo - così come la discriminazione di classe, o la predazione ingorda delle risorse naturali”. La sfida, che la raccogliamo o no, è ancora tutta dinnanzi a noi. Ma per raccoglierla, tanto più non possiamo permetterci illusioni, la figura del “maschio dominante”, per quanti gradi di mutamento abbiamo introdotto, è ancora il cardine attorno al quale tutto ruota, in primis discriminazione di classe e predazione di risorse naturali, a cominciare da quella risorsa primaria che è l’intelligenza umana. Non possiamo permetterci di sederci illusi sui risultati sin qui ottenuti. A differenza del teschio deformato ai piedi degli ambasciatori nel dipinto di Holbein, che l’anamorfosi deforma per nasconderlo alla vista, noi al contrario trasformiamo con lo stesso procedimento a rovescio, dei passi avanti timidi e parziali e deformati quali sono, in confortanti mutamenti, e arrivando ad  abusare, oltre che del corpo delle donne,  anche della sineddoche, forma che consente di identificare una parte per il tutto, proponiamo nel nostro linguaggio il presente, come fosse un solido piedistallo su cui appoggiare le nostre speranze future. Ma così la sfida diventa un gioco dell’oca, in cui capita anche che un Ministro della Istruzione sempre meno pubblica, consideri il patriarcato come un reperto fossile, e si torni tristemente al punto di partenza.