VOLONTÀ E RAGIONE di
Sergio Acquilino e Franco Astengo
Ottimismo
della ragione versus pessimismo della volontà. Non
prevarranno tecnica ed economia usate dal capitalismo selvaggio per lasciare
indietro miliardi di persone in tutto il mondo. L’uomo (inteso di genere
neutro) rimarrà l’aristotelico zoon politikon e la politica e lo studio
costituiranno sempre il veicolo dell’ascensore sociale e della kantiana
elevazione morale. Si vedrà un ritorno dell’illuminismo umanista quando le
borghesie e gli strati intermedi acculturati riusciranno a proporre un nuovo ’89,
nel senso di un 1789, riaprendo la storia. L’immensa ricchezza degli “over the top” è oggi quello che era
la nobiltà nel 1789 ben oltre il concetto di grande borghesia e lo sfruttamento
dell’innovazione tecnologica può trasformarla in una nuova aristocrazia che si
perpetua nel tempo e mette a repentaglio la democrazia liberale. Separare la
piccola e media borghesia da questa nuova aristocrazia tecno-finanziaria
proponendo la costruzione di un nuovo blocco sociale fondato su uguaglianza e
solidarietà rappresenta il solo progetto possibile per avviare un nuovo
illuminismo e far sì che lo sviluppo scientifico non si trasformi in incubo per
miliardi di persone. Scritto
senza voler richiamare semplicisticamente il gramsciano ottimismo della
volontà, anzi traducendolo in ottimismo della ragione. “Attendono
gli uomini, quando sian morti, cose che essi non sperano e non suppongono”(Eraclito fr.27). “Ma
sono così attesi, perché già da vivi, e da sempre, sono ciò che non sperano e
non suppongono di essere” (Emanuele Severino).