“Lo vuole l’Europa” (dove Europa sta
per UE) un tempo era l’espressione usata dai governi per far digerire
provvedimenti impopolari, e/o per scaricarsi di responsabilità. Oggi il suo
significato è molto più sinistro: l’UE vuole infatti riarmo, guerra e colpi di
stato. La distanza dagli ideali del dopoguerra è dunque abissale: allora si era
finalmente capito ciò che Von Moltke aveva capito dopo Sedan, ossia che la
guerra è risolutiva solo se porta all’annientamento del nemico - Von Moltke
aveva a suo modo ragione: non aver annientato la Francia allora ha portato ad
altre due guerre ben più sanguinose. Gli europeisti trassero dall’ammonimento
del generale prussiano l’insegnamento giusto: occorre trovare le soluzioni
politiche che consolidino la pace. Di questo imperativo gli europei si sono
però ben presto dimenticati; così, quando Gorbaciov prima, poi
Putin, offrirono su un piatto d’argento la proposta di una pace duratura
in Europa, essi ci sputarono sopra. È questa idiozia? È rincoglionimento? È
viltà - meglio stare sotto il giogo americano? Come diavolo va chiamato
questo comportamento irrazionale che rinnega il principio su cui si è costruita
l’UE? Sono i pensieri cui porta la lettura del semplice, e perciò meritevole,
articolo di Ian Proud, il quale ci informa che Salomé Zourabichvili, la
golpista presidente georgiana, non solo è nata in Francia - questa non sarebbe
una colpa - ma è una diplomatica francese. * DOVE STA ANDANDO L’EUROPA? di Ian Proud
È ora di smettere di
incolpare la Russia per i mali dell’Europa. In Georgia, gli
americani e gli europei stanno sponsorizzando attivamente il tentativo di
spodestare il governo democraticamente eletto di Georgia Dream, in circostanze
davvero sconcertanti. Dopo aver congelato a tempo indeterminato il processo di
adesione della Georgia all’UE nel luglio di quest’anno, gli europei si sono
arrabbiati per la decisione del governo georgiano di confermare il congelamento
dei colloqui fino al 2028 (che è molto prima che a tempo indeterminato). La
presidente al potere della Georgia, in realtà una
diplomatica francese, sembra determinata a rimanere in carica per portare
avanti il cambio
di regime, nonostante il suo mandato costituzionalmente assegnato sia giunto al
termine. È ampiamente applaudita
nelle capitali dell’UE
e a Washington come una moderna Giovanna d’Arco.Un’inarrestabile
valanga di propaganda di stato presenta il Presidente Putin come il più cattivo
di tutti i tempi. Il Ministero degli Esteri britannico ha istituito una propria
unità di propaganda nel 2014 appositamente per riempire le onde radio con storie
su come Putin avesse torto e noi avessimo ragione. Dopotutto, ogni campagna di
propaganda ha bisogno di un nemico chiaramente definito. I cittadini europei in
difficoltà devono quindi accettare le difficoltà economiche, l’arretramento
democratico (un eufemismo liberale occidentale) e un aumento del rischio di
immolazione nucleare sull'altare della sconfitta di Vlad il Terribile.
Eppure,l’Europa si sente meno sicura ora rispetto ai tempi della Guerra Fredda,
non a causa di ciò che sta accadendo in Russia, ma a causa di ciò che sta
accadendo nella stessa Europa. Chiunque pensi che una Germania in declino
industriale, minacciata da una crescita del sentimento di estrema destra, e
senza una leadership politica chiara vada sostanzialmente bene, dovrebbe riportare
la mente agli anni Trenta. Il difetto intellettuale fondamentale dell’internazionalismo di Macron è che vuole interagire solo con gli stranieri
che si comportano come degli artefatti burocrati di Bruxelles. I leader europei hanno perso la capacità di guardare al panorama strategico
in modo chiaro e imparziale, mettendo al primo posto gli interessi dell’Europa.
Dal
2014, le élite europee si sono inevitabilmente legate all’ossessione del
partito democratico americano di sconfiggere la Russia perché non gli piace
avere a che fare con Putin. Ciò ha portato a una rottura quasi completa e
autodistruttiva dei legami economici tra Europa e Russia. Questa divisione
nelle relazioni economiche ha senza dubbio contribuito all’aumento del
nazionalismo e della tensione politica in tutta Europa, mentre i cittadini
lottano per pagare le bollette e si chiedono perché vengono risucchiati in una
guerra inutile. Come ho già detto molte
volte, la pace nell’Europa continentale dopo la Seconda guerra mondiale è
emersa in gran parte quando i paesi precedentemente in guerra cercavano di
approfondire i legami economici, per creare ragioni per vivere in armonia.
Stiamo progressivamente, e pericolosamente, gettando via quell’eredità di pace
duramente conquistata. L’ironia più grande, anche se, forse, non la sorpresa
più grande, è che la discordia e la guerra in Europa hanno solo avvantaggiato
l’economia degli Stati Uniti. [Trad. it. di Franco Continolo]