Sta per uscire in
libreria il volume da me scritto, L’Occidente al tempo delle pulzelle (edito
da Avagliano). Conseguentemente, nella nota odierna, mi soffermerò sulle
protagoniste del mio libro, al fine di aggiornare, per così dire, la loro
immagine, per i destinatari delle mie e-mail. Il “girellismo” politico
della pulzella italica, icasticamente espresso dal motto “Francia o Spagna,
purché se magna”, ha trovato una sua più compiuta e ampia espressione
quando Giorgia Meloni, si è dimostrata capace di svenevolezze e
teneri abbandoni sulle spalle “a Dio piacenti” e, invece, “spiacenti agli
inimici sui”, (come potremmo dire, parafrasando il Dante Alighieri del III
Canto dell’Inferno, facendo subire alla “esse” del nostro alfabeto, nel
primo termine del verso, lo stesso destino di caduta del “sigma”
intervocalico della lingua greca antica). È divenuto chiaro agli italiani
che con una “pulzella” così ben disponibile a deporre l’ascia di guerra, da
poco imbracciata per compiacere Biden (quasi un’ultima sigaretta come quella
che si offre ai condannati a morte) e pronta a parlare di pace con
Donald Trump, i rischi per l’Italia di essere colpita da un missile a
lunga gittata in risposta a quelli “donati” dall’America a Volodymyr Zelensky,
diminuiscono e c’è la speranza che perfino l’incontro con Vladimir Putin, con
connessi abbracci e ammiccamenti, possa rientrare tra i prossimi
traguardi della Presidente italiana. Tempi meno chiari e limpidi sembrano
invece profilarsi per le altre due “pulzelle”.
La seconda, italiana
anch’essa (pur se di gotico nome: Schlein) potrebbe essere tentata anche
lei di sfoderare il suo non proprio accattivante sorriso per piacere a Trump…
ma la precedente e quasi uguale “chiostra dei denti” mostrata (anche nelle
circostanze meno allegre) della Kamala ridens e la vicinanza
ideologica (si fa per dire, trattandosi solo di condivise banalità
pauperistiche) tra i due partiti (italiano e statunitense) entrambi sedicenti
(molto sedicenti) “democratici” non gioca a suo favore. E ciò anche perché
quell’intesa ricorrente con un uomo del nostro firmamento politico cui
il Presidente americano ha reso plurale in nome di battesimo per fare
intendere, al colto e all’inclita, di aver compreso la “doppiezza” del suo
gioco politico e capito il suo poco noto ma consequenziale (per le sue
simpatie) collegamento con ambienti americani non proprio a lui vicini
non è certamente d’aiuto alla “pulzella rosso-sbiadita”.
Resta da considerare la
pulzella teutonica, Ursula Von der Leyen. Orbene, io credo che, a
dispetto di una sua eventuale, tendenziale propensione al cambio di
casacca, la nostra guerriera in gonnella dovrà starsene alla finestra per
un po’ di tempo, con l’ascia di guerra ben nascosta. “America first”
potrebbe riservare delle sorprese, alla sua “Europa”, quella che comincia a
piacere meno a tutti (eccetto che a CIA, FBI, Pentagono e Lobby bancaria di
Wall Street e della City).