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mercoledì 11 dicembre 2024

PULZELLE
di Luigi Mazzella


 
 
Sta per uscire in libreria il volume da me scritto, L’Occidente al tempo delle pulzelle (edito da Avagliano). Conseguentemente, nella nota odierna, mi soffermerò sulle protagoniste del mio libro, al fine di aggiornare, per così dire, la loro immagine, per i destinatari delle mie e-mail. Il “girellismo” politico della pulzella italica, icasticamente espresso dal motto “Francia o Spagna, purché se magna”, ha trovato una sua più compiuta e ampia espressione quando Giorgia Meloni, si è dimostrata capace di svenevolezze e teneri abbandoni sulle spalle “a Dio piacenti” e, invece, “spiacenti  agli inimici sui”, (come potremmo dire, parafrasando il Dante Alighieri del III Canto dell’Inferno, facendo subire alla “esse” del nostro alfabeto, nel primo termine del verso, lo stesso destino di caduta del “sigma” intervocalico della lingua greca antica). È divenuto chiaro agli italiani che con una “pulzella” così ben disponibile a deporre l’ascia di guerra, da poco imbracciata per compiacere Biden (quasi un’ultima sigaretta come quella che si offre  ai condannati a morte) e pronta a parlare di pace con Donald Trump, i rischi per l’Italia di essere colpita da un missile a lunga gittata in risposta a quelli “donati” dall’America a Volodymyr Zelensky, diminuiscono e c’è la speranza che perfino l’incontro con Vladimir Putin, con connessi abbracci e ammiccamenti,  possa rientrare tra i prossimi traguardi della Presidente italiana. Tempi meno chiari e limpidi sembrano invece profilarsi per le altre due “pulzelle”. 



La seconda, italiana anch’essa (pur se di gotico nome: Schlein) potrebbe essere tentata anche lei di sfoderare il suo non proprio accattivante sorriso per piacere a Trump… ma la precedente e quasi uguale “chiostra dei denti” mostrata (anche nelle circostanze meno allegre) della Kamala ridens e la vicinanza ideologica (si fa per dire, trattandosi solo di condivise banalità pauperistiche) tra i due partiti (italiano e statunitense) entrambi sedicenti (molto sedicenti) “democratici” non gioca a suo favore. E ciò anche perché quell’intesa ricorrente con un uomo del nostro firmamento politico cui il Presidente americano ha reso plurale in nome di battesimo per fare intendere, al colto e all’inclita, di aver compreso la “doppiezza” del suo gioco politico e capito il suo poco noto ma consequenziale (per le sue simpatie) collegamento con ambienti americani non proprio a lui vicini non è certamente d’aiuto alla “pulzella rosso-sbiadita”. 



Resta da considerare la pulzella teutonica, Ursula Von der Leyen. Orbene, io credo che, a dispetto di una sua eventuale, tendenziale propensione al cambio di casacca, la nostra guerriera in gonnella dovrà starsene alla finestra per un po’ di tempo, con l’ascia di guerra ben nascosta. “America first” potrebbe riservare delle sorprese, alla sua “Europa”, quella che comincia a piacere meno a tutti (eccetto che a CIA, FBI, Pentagono e Lobby bancaria di Wall Street e della City).