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venerdì 31 gennaio 2025

LA DIFESA DELLA POLONIA
di Romano Rinaldi


 
A fronte dell’ampiamente dimostrata aggressività della Russia nei confronti dei Paesi confinanti, non so quale baluardo potrebbe rappresentare, contro un eventuale (e assai probabile) tentativo di rientrare nel “possesso” del territorio polacco da parte del nuovo impero russo, la presenza di paletti segna-confine tra la Polonia e la Bielorussia, come sembrano rimpiangere Beda Romano e Franco Cotinolo nell’articolo “Ossessione Sicurezza” di Giovedì 30 Gennaio su “Odissea”. Il fatto che la Polonia sia reminiscente della lunga occupazione Russo-Sovietica tra la fine del Settecento e la fine (non l’inizio) del Novecento, a me sembra un terribile sì ma più che buon motivo per costruire nuove fortificazioni ed erigere una cortina di ferro, questa volta ai confini orientali del Paese piuttosto di quella che imprigionava il Paese all’interno di quel “paradiso socialista” di cui il popolo polacco non sembra avere alcuna nostalgia. Certo, si capisce bene il ragionamento: come la linea Maginot fu travolta dall’onda Nazista, anche questa barriera ha poca probabilità di resistere ad un più “moderno” urto russo. Ma la stessa sorte toccò all’esercito Nazista sulle linee Gotica e Gustav quando fu la volta del contrattacco degli Alleati in territorio Italiano a partire dal 1943. A proposito di quest’ultima linea, ne faceva parte l’Abbazia di Montecassino. Vorrei invitare gli autori dell’articolo a fare visita al Cimitero polacco nei pressi dell’Abbazia e soffermarsi in raccoglimento di fronte a quella distesa di croci che segnano la sepoltura di oltre mille ragazzi polacchi con questa iscrizione: «Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi demmo l’anima a Dio, i corpi alla terra d’Italia, alla Polonia i cuori». Ed ora pretendiamo che non cerchino di difendere la loro stessa terra? Suvvia!