MEMORIA
di Valeria Raimondi
Non come
seme spinto via
piuttosto come cenere
germini terre oltre i tuoi confini
duri prima e dopo il corso delle genti.
Segni sorvegli
le braccia al cielo spingi
e ali di alluci contorti giù
più giù
tra le radici e l’humus
nella pietà del buio
dove pane ottengono i vermi
ossigeno i bronchi atrofizzati.
Rumori di gusci rotti
cadenze
sono le memorie
che ostinate durano
oltre le gesta senza narratori
oltre le cronache senza testimoni
ferite aperte che non chiedono
di liberarsi in pianto
di “riparare”.
Così tutto si disperde
eppure chiede di essere difeso
dal doloso, distratto
nostro “incustodire”.