Pagine

mercoledì 29 gennaio 2025

LA VIA DELLA SETA O DELLA RAGIONE?   
di Luigi Mazzella


 
Dell’intelligenza artificiale cosiddetta “generativa” si parla comunemente con gli stessi termini di cui un tempo si diceva dell’Araba Fenice; “che vi sia ognun lo dice, cosa sia nessun lo sa”. In realtà, studi compiuti in settori specifici ci danno qualche informazione utile per non essere del tutto ignari del fenomeno. Ricerche effettuate nel settore dei chip elettronici (trainato dall’intelligenza artificiale) dimostrano che, anche in Occidente, sono in crescita considerevole le percentuali della capacità produttiva. Le industrie di high tech americane che beneficiano enormemente dell’apporto dell’IA, dovrebbero fare salti di gioia e invece sono entrate in crisi per avere appreso, di recente, che in Cina i risultati positivi, sempre grazie all’IA sono di gran lunga maggiori. E si teme che sotto tale aspetto il gap, lo scarto, il divario, il dislivello a danno della produzione occidentale potrebbe essere destinato anche a crescere. Perché? Forse per capire qualcosa di più bisognerebbe partire dall’esame dell’intelligenza naturale e dal tipo di cultura che essa produce, perché è da lì che provengono i dati immagazzinati nei computer e utilizzati dall’intelligenza artificiale per l’elaborazione dei suoi responsi.
Orbene, dai dati statistici risulta che la Cina è il Paese oggi più impregnato di cultura razionalistica con il suo alto numero di abitanti non credenti in alcuna religione. Facendo uso della ragione e comprimendo l’emotività passionale, i Cinesi sono riusciti a trarre il meglio persino da un’aberrazione mentale come il comunismo marxista di origine teutonica fatto proprio dai bolscevichi; lo hanno utilizzato per raggiungere condizioni di maggiore benessere per tutti (senza perseguire il mito di un’impossibile e mai realizzata, in alcun luogo, eguaglianza) e lo hanno vistosamente abbandonato quando hanno compreso i vantaggi della libera economia di mercato; hanno imposto il divieto di avere più di un figlio a famiglia quando era necessario e lo hanno abolito quando sono migliorate le condizioni di vita generali;  hanno reso possibile, con accortezza e prudenza, stabilità e pace, attendendo pazientemente che la ragione induca anche i cittadini di Formosa alla comprensione di quanto sia erroneo e dannoso seguire l’esempio del caos religioso e politico Occidentale (come dimostrano i casi della Corea del Sud e del Giappone). A fronte di un’azione così improntata sull’uso costante e diffuso del raziocinio e mai distante delle esigenze concrete dell’unica vita reale, quella terrena, l’Occidente da duemila anni contrappone utopie, fantasiose e irrealizzabili e la visione astratta una duplicità di mondi dove regnano separatamente il Bene o il Male.
Domanda: può l’intelligenza artificiale distaccarsi da tali presupposti culturali? Se lo chiedano Musk, Zuckerberg, Besoz e altri, considerando quanto e con quale danno la nostra cultura attuale si sia allontanata dalle sue origini empiristiche, sperimentali e razionali di sofisti e presocratici. 
Che ce lo chiediamo noi vale veramente poco!