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giovedì 30 gennaio 2025

OSSESSIONE SICUREZZA  
di Beda Romano


 
Per documentare la nuova Europa guerrafondaia a trazione Nord-Est, Beda Romano ha fatto come i giornalisti di una volta: ha preso valigia e zainetto, e da Bruxelles è volato in Polonia, dove ha scoperto che il governo di Varsavia sta costruendo al confine con la Bielorussia un’impressionante Linea Maginot. Il mio commento all’interessantissimo reportage di Romano è il seguente: l’opera è il prodotto della cronica insicurezza dei polacchi, e non avrà altro effetto che di aumentare l’insicurezza, che è il vero scopo della NATO. Naturalmente, più aumenta il senso di insicurezza, più ci si arma, e più cresce il rischio di guerra: è la super-idiozia stupida. [Franco Continolo]
 
Połowce. Pensavamo che la Linea Maginot, come il Vallo di Adriano, fossero ricordi del passato, che i bunker fossero diventati mete turistiche, che la paura della guerra fosse una reminiscenza della Storia. In molti paesi dell’Est Europa il riarmo sulla scia della guerra russa in Ucraina va ben oltre l’acquisto di armi. Fortificazioni e casematte, muri, sentinelle e rifugi sono tornati ad essere i testimoni visibili del presente. In Polonia orientale, il conflitto è freddo, ma ben reale. E così in altri paesi della regione. C’era un tempo quando tra la Polonia e la Bielorussia i posti di frontiera erano innumerevoli. A segnare il confine erano semplici pali piantati nel terreno. Nel giro di tre anni, il governo polacco ha costruito 200 chilometri di barriera metallica di cinque metri di altezza, sormontata da filo spinato. «In un primo momento l’obiettivo era di bloccare l’arrivo di migranti irregolari, strumentalizzati da Minsk per destabilizzare il nostro paese, spiega il generale dell’esercito polacco Arkadiusz Szkutnik. Poi è scattato il timore di una invasione russa». Siamo a Połowce, 200 chilometri a Est di Varsavia, nel Voivodato della Podlachia, una zona amministrativa nata nel 1999, riprendendo l’antico nome della regione quando la Polonia e la Lituania appartenevano alla stessa confederazione (1569-1795). Rispetto ai paesi dell’Europa occidentale domina un clima diverso. «Si vis pacem, para bellum», se vuoi la pace, prepara la guerra, ripetono militari e politici, quasi a giustificare il forte aumento della spesa in difesa (4,7% del Pil nel 2025), non tanto con la loro pubblica opinione ma con i partner europei, spesso più cauti.
In Europa dell’Est il rapporto con Mosca è complesso. La storia dei paesi baltici è nota. Ma anche a Varsavia rimane viva la memoria dell’occupazione russa tra la fine del Settecento e l’inizio del Novecento, e a Stoccolma nessuno ha dimenticato il lungo conflitto tra Pietro il Grande e Carlo XII di Svezia. L’Eastern Shield richiama alla memoria la Linea Maginot, costruita in Francia tra il 1928 e il 1938 per tentare di contrastare una invasione tedesca. Da allora la tecnologia ha fatto straordinari progressi, ma gli istinti umani paiono terribilmente simili.