Protagonista
della democrazia e del socialismo. Il
centenario del discorso con cui, alla Camera dei Deputati, Benito Mussolini
rivendicava l'assassinio Matteotti e apriva la strada al completamento della
dittatura coincide (ci sono due giorni di differenza) con il primo anniversario
della scomparsa di Felice Besostri, fiero antifascista e protagonista del
socialismo e della democrazia per un lungo intenso periodo nella storia della
sinistra italiana. Il ricordo del compagno Felice deve quindi corrispondere
alla necessità di opporsi alla condizione politica attuale che, per una sorta
di "ironia della storia", vede al potere proprio gli eredi diretti
dell'era fascista. Besostri era stato l'autore
di due capolavori giuridici inchiodando alla Consulta prima la legge elettorale
del 2005, il famigerato "Porcellum", e successivamente il tentativo
di modifica avviato nel 2015 (e approvato con il voto di fiducia al governo
Renzi) denominato "Italikum" e mai entrato in vigore.Felice aveva lavorato fino all'ultimo istante per
contrastare anche l'attuale, chiaramente incostituzionale, formula elettorale
promuovendo ancora i ricorsi, animando il Comitato per la Democrazia
Costituzionale e tante altre iniziative. Assieme al faro rappresentato dalla
Costituzione e dall'obiettivo della piena applicazione del dettato proposto
dalla nostra Carta Fondamentale, Felice ha vissuto fino in fondo l'ideale
socialista nella sua più pura essenza dell'uguaglianza e della democrazia: non
elenco qui incarichi e attività come quelle portate avanti nel Gruppo di
Volpedo e nell'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, ricordando
soltanto l'idea del Dialogo "Gramsci - Matteotti" attraverso il quale
si intendeva coltivare l'idea dell'unità di una sinistra capace di valorizzare
la propria identità storica e assieme segnalare (richiamandoci ai martiri
dell'antifascismo) il pericolo di una destra autoritaria, "cattiva",
antidemocratica.Un compagno probabilmente non
valutato appieno dai vertici della sinistra italiana nel corso della sua
indefessa attività (avvocato, insegnante, senatore) di cui abbiamo bisogno di
perpetuare il ricordo per non smarrire il senso della nostra lotta.