Ricordo di don Giovanni Ghilardi paladino dei
giovani Ho
conosciuto Giovanni Ghilardi a 24 anni, appena laureata, presso la Scuola Media
don Bosco di Varazze L. P., avendo avuto incarico di docente. Laurea conseguita
all’Università di Genova, Facoltà di Pedagogia ad indirizzo psicologico con
tesi di laurea in Sociologia, acquisendo ad un concorso pubblico, l’idoneità a
tempo indeterminato per il Comune di Cesena. Nel frattempo iscritta a Scienze
dell’Educazione del prof. De Bartolomeis all’Università di Torino superai
alcuni esami. Corso interrotto per motivi familiari. Da questo incontro nacque
già una collaborazione, infatti andavo presso il suo centro di Savona per
alcune lezioni di sostegno ai giovani che Ghilardi accoglieva intorno a sé. Poi
essendomi trasferita e sposata a Cesena, pur mantenendo i contatti sia con le
amicizie sia con lui, i rapporti di collaborazione fattiva si interruppero. In
seguito quando l’amico Giovanni fondò La Comunità Giovanile, accolsi nel mio nucleo
familiare minori in difficoltà, come pedagogista, durante i mesi estivi, le
vacanze natalizie e pasquali. Alcune foto sono esempi di questa mia esperienza come
testimonianza dell’impegno a tempo pieno di don Ghilardi, di aiuto alla vita
verso i giovani e al loro reinserimento nella società.
Lo sfiorare la propria
esistenza con quella di Giovanni Ghilardi, prete salesiano, che all’apparenza
sembra tutto meno che un prete, lascia tracce indelebili nell’anima fino a
cambiarne l’essenza: è lì con tutto il suo essere irremovibile tanto che
l’opera di crescita redentrice ti urla dentro tutto l’amore dell’universo. Un’esperienza
che apre dei varchi molto stretti, difficili da oltrepassare, attraverso i
quali, anche quando tocchi il buio riesci ad intravvedere uno spiraglio di
luce… ed allora il viaggio del pellegrino, tortuoso e accidentato, ti salva o
ti annienta, perché quello spiraglio è un tormento, un’ossessione: è la tua
coscienza di essere umano così debole di fronte ad una scelta forte, unica e
irrinunciabile. Quante volte Giovanni è stato in tribunale per perorare la
causa di giovani. Ricordo quando un suo ospite fu accusato del furto di 10.000
lire e Giovanni rese alla persona derubata un biglietto di lire 50.000 e costui
trattenne l’intera cifra… Chi era il ladro,
dunque?
Alla fine degli anni
’60, attorno a Giovanni Ghilardi, sorge un’aggregazione spontanea di un certo
numero di giovani per riflettere sulla Bibbia e per occupare spazi d’intervento
sociale. All’inizio l’impegno del gruppo era rivolto verso i ragazzi
svantaggiati nell’ambito scolastico: le bocciature, l’abbandono scolastico, le
giornate trascorse nelle strade diventavano causa di emarginazione e di precoce
delinquenza. Istintivi, grossolani, violenti, insicuri e profondamente affamati
di affetto, di attenzioni e di amore trovarono in Giovanni un forte punto di
riferimento. Giovanni “è” lì ad accogliere i bisognosi, deboli e pericolanti,
com’è nell’insegnamento di don Bosco. Egli comunica con lo stesso linguaggio
dei ragazzi condividendo tutta la loro povertà, dando a loro ogni suo attimo e
ogni suo avere: egli vuole per loro tutto quello che hanno i figli degli “altri”, perché non si sentano umiliati;
l’ho sempre visto proteggere i suoi ragazzi dall’ipocrisia, dal pietismo, dall’intolleranza,
dall’ingiustizia di chi li considera “altro” e non parte della stessa società.
La Comunità giovanile si è
organizzata in associazione di fatto il 26 ottobre 1974, perché già da anni
operava in favore di minori in difficoltà e delle loro famiglie. Non si
accettano tossicodipendenti. I minori, di età scolare, sono affidati dal Comune
di residenza da parte del Tribunale per i Minorenni, con l’indicazione di
collocamento presso idonea struttura: le richieste vengono presentate
direttamente al responsabile della Comunità giovanile dagli operatori del
servizio affidatario. Con alcuni Comuni, con l’Ufficio servizio sociale per
minorenni dipendente del Ministero di Grazia e Giustizia i rapporti sono
regolamentati caso per caso. Con altri Comuni e con l’Ufficio Legge 180/78 vige
una “Lettera d’impegno”. È ricercata e gradita la collaborazione e il
necessario confronto con esperti esterni alla Comunità, come giudici,
neuropsichiatri, medici, psicologi, educatori, insegnanti, assistenti sociali e
tutti coloro che hanno a cuore il ricupero e il reinserimento sociale dei
minori. Il 15 settembre 2016 è venuto a mancare il mio amico di sempre, don
Giovanni Ghilardi, sacerdote salesiano, che ha dedicato la propria esistenza ai
giovani “poveri e pericolanti”,
secondo lo spirito di don Bosco, sfidando la società…
Nato a Camaiore, in provincia di Lucca, il 18 aprile 1936, era stato ordinato
presbitero l’11 febbraio 1963. Nel 2008pubblicò: Rimettersi in gioco. Il libro bianco sulla
solitudine dei giovani.