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sabato 11 gennaio 2025

TANATOCRAZIA
di Angelo Gaccione 


Abedini Najafabadi

L’accusa nei confronti dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini Najafabadi, arrestato in Italia su richiesta degli Stati Uniti che ne chiedono l’estradizione, è di aver progettato droni che hanno causato la morte di alcuni militari americani. Lo incolpano di aver messo a disposizione delle autorità del suo Paese competenza e scienza, per realizzare ordigni in grado di uccidere. Agli orecchi di noi disarmisti e pacifisti una decisione come questa suona meravigliosa, e vorremmo che fosse adottata immediatamente da tutte le nazioni che si definiscono democratiche e ne menano vanto. Naturalmente la tutela non può riguardare solo la vita dei militari americani, altrimenti la democrazia va a farsi benedire. Deve valere soprattutto per le popolazioni civili che con la guerra e con le armi non hanno nulla a che spartire.
Se sono colpevoli i tecnici e gli scienziati che gli ordigni di morte progettano, altrettanto lo sono i produttori che li realizzano e i mercanti che li commerciano. Così come lo sono i Governi e i capi di Stato che li autorizzano. Senza il loro benestare non sarebbe possibile produrre e commerciare armi; sperimentare il loro potenziale distruttivo, riempire gli arsenali, consegnarle nelle mani di eserciti in guerra per sterminare e portare morte. Non dimentichiamo che sono proprio Stati e Governi a detenere armi in grado di cancellare l’intero genere umano e ogni forma di vita sul pianeta. Occorre dunque essere rigorosi, e coerenti con la motivazione che ha determinato l’arresto e la richiesta di estradizione dell’ingegnere iraniano da parte del governo americano, chiediamo alle autorità degli Stati Uniti, e a quelle di tutte le Nazioni democratiche, di fare arrestare e consegnare alla società civile dei Paesi costretti a subire la guerra, e a noi pacifisti, tutti i tecnici e gli scienziati di casa loro che hanno progettato gli ordigni che stanno causando morte, fame e rovine. Di fare arrestare e consegnare ai civili costretti a subire la guerra, e a noi pacifisti, i produttori di casa loro di ordigni di morte e i funzionari delle industrie di armi private e pubbliche. E poiché la responsabilità al più alto grado riguarda i capi di Stato e di Governo che hanno autorizzato l’uso dei loro arsenali per seminare morte, fame e rovine, chiediamo che si consegnino tutti alla società civile di quei Paesi, e a noi pacifisti, per farsi democraticamente processare.



Se questo non avverrà, non possiamo ritenerli moralmente superiori ai macellai dei Governi degli Stati canaglia e dittatoriali in circolazione. Per la società civile che la guerra la subisce, e per noi pacifisti, non c’è differenza alcuna fra chi scatena il massacro in nome della democrazia, e chi lo scatena in nome della dittatura. Morte indiscriminata portano le armi delle dittature, e morte indiscriminata portano le armi delle democrazie. Fame portano le spese militari delle dittature, e fame portano le spese militari delle democrazie. Tensioni producono le politiche di rapina e le mire egemoniche delle dittature, e tensioni producono le politiche di rapina e le mire egemoniche delle democrazie. Lo vediamo in Medioriente e lo vediamo in Ucraina. Dittature militari e democrazie militari, sono due facce della stessa tanatocrazia: portano distruzione e morte. Entrambe gettano benzina sul fuoco, entrambe alimentano l’incendio.