Una
rondine non fa primavera, ma certamente è un segnale positivo per chi soffre e
teme i rigori dell’inverno. Certo! È a dir poco illusorio pensare che una
parte di mondo (l’Occidente) che da più di duemila anni ha smesso e rinunciato
a pensare, che ha condiviso tutte le utopie più folli e irrealizzabili, le
fantasie, religiose dei carovanieri del deserto e iperuraniche di pensatori
autoritari, supponenti e prepotenti possa, all’improvviso, recuperare le
sue capacità di raziocinio e cogliere i segni del “volo di una rondine” nella
vicenda di Cecilia Sala. Eppure i dati di fatto parlano chiaro: la giornalista
italiana arrestata in Iran, è rientrata in Italia, immediatamente dopo
l’incontro in Florida, della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
con Donald Trump, nella sua abitazione estiva; la “chiacchierata” è avvenuta
solo a livello politico, personale e diretto (alla presenza di Elon Musk ma
senza capi e sottocapi di servizi segreti, senza diplomatici con o senza feluca,
senza generali gallonati o altri civil servant, e ha
dato i suoi frutti con una rapidità di tempi che è senza precedenti. Il mainstream dei
mass-media italiani sul caso non ha fatto registrare e percepire al
pubblico italiano né trucidi improperi né velenose accuse;
contraddicendosi una prassi ricorrente nel Bel Paese tra “addetti ai lavori” di
ogni colore politico. In altre parole, non solo non è stato trovato il classico
“pelo nell’uovo” ma esso non è stato neppure cercato; il consenso è stato
diffuso e generale. La stessa “pulzella rossa”, Elly Schlein, che
aveva parlato, un giorno prima, di una Giorgia Meloni in missione negli
States per il bacio della pantofola di Trump si è zittita il giorno seguente. Domande:gli Italiani e gli
Occidentali, abituati da più di due millenni, a “credere” anzi che a “pensare”,
senza il soccorso di gente raziocinante, lontana dalle posizioni dei
pennivendoli finanziati da Wall Street, dall’Intelligence anglosassone, da
Soros e dai partiti “democratico” statunitense e “laburista inglese” hanno
colto tutti i risvolti positivi di ciò che è accaduto? Hanno
capito che sul “caso Sala” (inscia o conscia Meloni, non si sa), Trump e Musk
hanno realizzato per la conduzione della trattativa fuori dall’ingerenza e dal
controllo di spioni, generali e diplomatici, la prima vera “rivoluzione” nella
vita pubblica statunitense? Hanno
colto che il Presidente del più potente Stato del mondo ha capito finalmente e
dimostrato, per la prima volta in quel Paese (callidamente e falsamente
contrabbandato come patria della “democrazia”) che non si può governare,
rinunciando al potere di ritirare militari da zone di guerra in presenza
di un diniego del Pentagono; di circondarsi di collaboratori
stretti e rilevanti alla CIA, all’FBI, al Pentagono senza avere forti pressionidella lobby finanziaria dominante
e dell’industria bellica nonché dalle gang di trafficanti di droga che (per
denuncia del cinema indipendente hollywoodiano) sarebbero protette in alto
loco dietro lauto compenso pecuniario necessario all’efficienza delle spie? Hanno
capito, in estrema sintesi, che un Capo di Stato, liberamente eletto, non può
ridursi a essere solo una marionetta manovrata dai “pupari” del Deep
State? Se hanno capito tutto ciò, possiamo dire con un secondo
proverbio: Chi ben comincia è alla metà dell’opera! Conclusione: L’intelligenza, la
volontà di ferro, l’estro creativo e i miliardi di Trump, di Musk e forse
anche di Zuckerberg non possono farci dimenticare che si tratti pur sempre di
individui, figli dell’Occidente, cresciuti nel “fascio di buio” di cinque
irrazionalismi assolutistici, astratti e deleteri e che un fatto episodico (vedi
il primo proverbio citato) non significhi necessariamente l’inizio di una
strategia volta a cambiare il volto dell’America del Nord e della sua posizione
nella geopolitica mondiale ma ci conforta (parzialmente) concludere questa nota
con un ultimo proverbio (questa volta, in latino): Beati monoculi in
terra caecorum.