A
partire da questo numero Tayeed Debie inizia la sua collaborazione con
“Odissea”. Pierpaolo Calonaci la presenta ai nostri lettori con questo scritto. Per evitare una
eccessiva lunghezza abbiamo deciso di pubblicare a parte il contributo di
Debie,che trovereteappena sotto qui in prima pagina. Con
emozione e profonda gioia vorrei introdurre ai lettori e alle lettrici di
“Odissea”, Tayeed Debie. Ho conosciuto Tayeed grazie all'amico Marco Zinno,
fondatore del canale pubblico Nuova Resistenza. Qualche mese quest'ultimo
organizzò una videochiamata con Tayeed e questa fu l’occasione per me di
conoscerla. Il loro sodalizio iniziò negli anni 2014/2015 quando curarono per
Nuova Resistenza alcune trasmissioni radio (web radio Nuova Resistenza) dalla
Palestina occupata in cui Tayeed raccontava in diretta la situazione di allora
(oltre a lei intervenivano altre persone). Poi la collaborazione s’interruppe
ma non l’amicizia. Durante quella videochiamata Tayeed mi ha parlato del suo
impegno intellettuale e sociale con cui raccontare il suo popolo e dunque mi
era nata l’idea di presentare le sue riflessioni a Odissea. Grazie alla
sensibilità e all’attenzione sconfinate del direttore Gaccione, troverete di
seguito un articolo del gennaio 2024 di Tayeed che viene pubblicato per la
prima volta in italiano. Tayeed è fondamentale perché rappresenta una
testimonianza da dentro la condizione del popolo palestinese, il cui coraggio
non smette di stupire non solo come resistenza sine die contro
l’oppressione dello Stato israeliano ma anche come voce che chiede
instancabilmente al mondo di rompere con tutte quelle immagini idolatriche -
frutto dell’indottrinamento religioso associato alla propaganda ideologica
sionista del governo israeliano - che raffigurano il tipo palestinese tanto
incapace di cultura, di pensiero, di umanità (la cui sola rappresentazione è
associata al cammello donde il palestinese degradato a animale è degno solo di
essere sfruttato) quanto sinonimo di terrorista ossia carne da sterminio. Gli articoli di Tayeed sono
ovviamente in arabo per cui devo usare Google traduttore. Personalmente, dopo
la traduzione in automatico, ho riguardato tutto il testo per vedere se il filo
del discorso in italiano possa tenere. La traduzione automatica cambia in
peggio la forma estetica del testo originario. Lo so, questa è un grosso
inconveniente che vale la pena accettare se vogliamo prestare attenzione alla
voce di una palestinese che guarda alla dignità umana con gli occhi dei
palestinesi. Invito quindi a cogliere il senso del contenuto. Infine, ho chiesto a Tayeed di
presentarsi e ha scelto di farlo con alcune note che descrivono il suo ricco
percorso accademico.
Il mio nome è Tayeed Debie. Sono
nata a Gerusalemme. Ho conseguito una laurea in Psicologia presso l’Università
nazionale An-Najah di Nablus. Laurea triennale in Giurisprudenza presso il
Modern University College di Ramallah.Studente magistrale in
Nonviolenza e Diritti Umani presso l’University College for Nonviolence and
Human Rights di Aunohr, Libano. Studente magistrale in Diritto penale e
Criminologia presso l’Università di Tunisi El Manar in Tunisia. Lavoro come
ricercatrice giuridica. Vivo tra le città di Nablus, dove vive la mia famiglia,
e Ramallah, dove lavoro. Entrambe le città si trovano nella parte di ciò che
restava della Palestina che Israele occupò nel 1967, che è nota come
Cisgiordania. Sono una scrittrice che crede nella nonviolenza come mezzo per
liberare il mio popolo dall’ingiustizia dell’occupazione.