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venerdì 31 gennaio 2025

UNA VOCE PALESTINESE
di Pierpaolo Calonaci


Tayeed Debie

A partire da questo numero Tayeed Debie inizia la sua collaborazione con “Odissea”. Pierpaolo Calonaci la presenta ai nostri lettori con questo scritto. Per evitare una eccessiva lunghezza abbiamo deciso di pubblicare a parte il contributo di Debie, che troverete appena sotto qui in prima pagina.
  
Con emozione e profonda gioia vorrei introdurre ai lettori e alle lettrici di “Odissea”, Tayeed Debie. Ho conosciuto Tayeed grazie all'amico Marco Zinno, fondatore del canale pubblico Nuova Resistenza. Qualche mese quest'ultimo organizzò una videochiamata con Tayeed e questa fu l’occasione per me di conoscerla. Il loro sodalizio iniziò negli anni 2014/2015 quando curarono per Nuova Resistenza alcune trasmissioni radio (web radio Nuova Resistenza) dalla Palestina occupata in cui Tayeed raccontava in diretta la situazione di allora (oltre a lei intervenivano altre persone). Poi la collaborazione s’interruppe ma non l’amicizia. Durante quella videochiamata Tayeed mi ha parlato del suo impegno intellettuale e sociale con cui raccontare il suo popolo e dunque mi era nata l’idea di presentare le sue riflessioni a Odissea. Grazie alla sensibilità e all’attenzione sconfinate del direttore Gaccione, troverete di seguito un articolo del gennaio 2024 di Tayeed che viene pubblicato per la prima volta in italiano. Tayeed è fondamentale perché rappresenta una testimonianza da dentro la condizione del popolo palestinese, il cui coraggio non smette di stupire non solo come resistenza sine die contro l’oppressione dello Stato israeliano ma anche come voce che chiede instancabilmente al mondo di rompere con tutte quelle immagini idolatriche - frutto dell’indottrinamento religioso associato alla propaganda ideologica sionista del governo israeliano - che raffigurano il tipo palestinese tanto incapace di cultura, di pensiero, di umanità (la cui sola rappresentazione è associata al cammello donde il palestinese degradato a animale è degno solo di essere sfruttato) quanto sinonimo di terrorista ossia carne da sterminio.
Gli articoli di Tayeed sono ovviamente in arabo per cui devo usare Google traduttore. Personalmente, dopo la traduzione in automatico, ho riguardato tutto il testo per vedere se il filo del discorso in italiano possa tenere. La traduzione automatica cambia in peggio la forma estetica del testo originario. Lo so, questa è un grosso inconveniente che vale la pena accettare se vogliamo prestare attenzione alla voce di una palestinese che guarda alla dignità umana con gli occhi dei palestinesi. Invito quindi a cogliere il senso del contenuto.
Infine, ho chiesto a Tayeed di presentarsi e ha scelto di farlo con alcune note che descrivono il suo ricco percorso accademico.



Il mio nome è Tayeed Debie. Sono nata a Gerusalemme. Ho conseguito una laurea in Psicologia presso l’Università nazionale An-Najah di Nablus. Laurea triennale in Giurisprudenza presso il Modern University College di Ramallah. Studente magistrale in Nonviolenza e Diritti Umani presso l’University College for Nonviolence and Human Rights di Aunohr, Libano. Studente magistrale in Diritto penale e Criminologia presso l’Università di Tunisi El Manar in Tunisia. Lavoro come ricercatrice giuridica. Vivo tra le città di Nablus, dove vive la mia famiglia, e Ramallah, dove lavoro. Entrambe le città si trovano nella parte di ciò che restava della Palestina che Israele occupò nel 1967, che è nota come Cisgiordania. Sono una scrittrice che crede nella nonviolenza come mezzo per liberare il mio popolo dall’ingiustizia dell’occupazione.