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venerdì 7 febbraio 2025

I TRE LIBRI DI ALIDA AIRAGHI
di Angelo Gaccione


Alida Airaghi
 
Ha fatto molto bene la casa editrice siciliana Il Convivio a raccogliere in un unico volume e ripubblicare in questa bella edizione: Litania periferica (2000), Un diverso lontano 2003, Frontiere del tempo (2006), di Alida Airaghi, sotto il titolo onnicomprensivo Tre libri. Perché di tre libri in effetti si tratta, usciti in tempi diversi ed oramai divenuti introvabili. Ne è venuto fuori un corpus compatto di 184 pagine (euro 18), e al lettore appassionato di poesia possono dare un quadro preciso del lavoro meticoloso e rigoroso dispiegatosi in un arco di tempo significativo di una poetessa vera, autentica, come scrive Castronuovo nella quarta di copertina. Naturalmente di raccolte poetiche ne sono venute tante altre nel corso degli anni, fino a Quanto di storia uscita nel 2023, è dunque è tutto un mondo di ragioni, di sentimenti, di visioni, che si è andato sedimentando, come avviene in ogni vita; e di un poeta in modo particolare, perché particolare è la parola che egli impiega, particolare la forma espressiva diversa da ogni altra, particolare volta a volta lo stile che sorregge la materia lavorata. Si può dire che ogni componimento è un mondo, racchiuso in un testo breve o più ampio ed elaborato, come accade in questi Tre libri. E tuttavia, finisce sempre per essere inadeguato ciò che si cerca di rappresentare con parole “altre”, dei versi di un poeta. Ci si accorge di far loro torto, di sminuirne la pregnanza. E allora è meglio leggerli direttamente i versi, lasciando che un’anima tenti, per quanto può, di entrare in risonanza con un’altra anima. Vediamone qualche frammento.



[Da: Il Lago]
Non sono onde. Ne avrebbero forse
l’intenzione; increspature leggere,
rughe dell’acqua, e basta.
Non sarà mai tempesta,
questo lago, scarso coraggio
di farsi mare: se accoglie un fiume,
lo placa, lo annulla in una quiete
casta. E così niente corse né fughe
di pesci, ma vaghi girotondi,
guizzi di piume d’anatra in festa.
Bisogna avere paura di chi non sa osare:
laghi colline periferie.
Acque chete e profonde celano
malefici, stregonerie.

*
[Da: Tempo mio]
Non morirmi anche tu;
non prima
che io abbia finito di esserci,
di pensarti. Mio pensiero,
lasciami almeno l’abitudine
preziosa e modesta
dell’attesa, la speranza
che qualcosa di noi
sopravviva, in un tempo
smarrito, in un dove straniero.
Ti prego, resta.

*
[Da: Un diverso lontano]
Sei venuto ieri notte a trovare le bambine
e le hai viste così tanto cresciute,
senza te così tanto cresciute che una
è quasi donna. E allora cerca nei loro sonni
di riscoprirle, recuperando compleanni
e natali, le canzoni che non hai ascoltato.
Assomigliano sempre di più ai loro nomi,
che insieme abbiamo scelto
(la prima fatta d’aria, l’altra di selva):
hanno il tuo modo di battere gli occhi
di corrugare la fronte. Guardale
dalla porta come facevamo prima,
attenti a non svegliarle. Entra nei sogni
che hanno, e poi rimani lì,
nel loro respiro che non se ne accorge.
Ecco, se versi come questi vi prenderanno alla gola come me, può bastare.



[Per richiedere il libro: ilconvivioeditore@gmail.com
Telefoni: 0774-689640 / 366-3747261]