Come
si dimentica in fretta… La Gran Bretagna è oggi un paese isolano di fronte alla
Francia, noto per il tempo inclemente e per una cucina nazionale poco ammirata
nel mondo e nemmeno tanto stimata dagli stessi britannici. Fino a un secolo fa
era invece al centro del più grande e potente impero che la Terra abbia
mai visto. Alla massima estensione geografica - raggiunta alla fine della Prima
Guerra Mondiale - l’impero Britannico copriva all’incirca un quarto dell’intera
superficie terrestre, 35,5 milioni di kmq, e aveva una popolazione stimata già
nel 1913 in 412 milioni di persone, vicino a un quarto della popolazione
terrestre di allora. Al picco della sua importanza veniva descritto come
“L’impero sul quale il sole non tramonta mai” in quanto la nostra stella
illuminava sempre almeno uno dei suoi territori. L’impero cominciò a porre la
base del suo potere internazionale attraverso i possedimenti d’oltremare e alla
rete commerciale, risalenti al tardo 16° e il primo 17° secoli. Non era senza
concorrenti. Anche Madrid adottò il luogo comune dell’impero sul quale il sole
non tramontava per descrivere i propri possedimenti - ‘el
imperio donde nunca se pone el sol’ - ma, anziché la “onesta”
avidità mercantile inglese, preferì estrarre le ricchezze dal Nuovo Mondo con
la forza - e sotto la spinta del potente clero spagnolo - con la Fede. Ad ogni
modo, al punto ‘apicale’ dell’impero Britannico - non del suo potere, in
declino da tempo, ma della sua popolazione - si stima che ci fossero circa 700
milioni di ‘soggetti britannici’ al mondo. Cos’è successo? È generalmente
accettato che il Regno Unito, già uscendo con le ossa rotte dalla Prima Guerra
Mondiale, pur come vincitore, semplicemente non abbia retto agli stravolgimenti
economici e politici della Seconda Guerra di pochi anni dopo. Nel ventennio tra
il 1945 e il 1965 il numero di ‘soggetti’ fuori dalla stessa Gran Bretagna è
passato da 700 mln a 5 mln, di cui 3 mln nella sola città di Hong Kong, ora
cinese. Tutto questo ha enormemente diminuito il potere e il prestigio
britannico nel mondo. In più, sempre sulla scia della Guerra, sono emersi in
vari possedimenti coloniali movimenti nazionalisti che cercavano
‘energicamente’ l’indipendenza. Per ora, pare che l’epoca in cui venivano
accettati ‘imperi’ nel mondo stia svolgendo alla fine. La crescente ‘porosità’
dei confini dal punto di vista della facilità di movimento delle idee, delle
notizie e delle persone rende più difficile il livello di controllo sociale
necessario per imporre una gestione ‘imperiale’ della res publica.
Di ‘imperatori’ al mondo ne è rimasto uno solo, l’imperatore del Giappone, per
quanto il suo paese non possegga più da tempo un impero… C’è però un evidente
aspirante, Donald Trump, che, palesando l’eccentrica proposta di ‘assorbire’-
pure con la forza- il Canada e la Groenlandia negli Usa, prospetta
esplicitamente la creazione di un ‘Impero’ Nord Americano di cui nessuno
all’infuori di lui sembra sentire la necessità. Beh, ce n’è sempre uno...